Ieri sera, nonostante la pioggia, Parigi si è trasformata in un palcoscenico straordinario per la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi 2024. Lungo la Senna, 94 bateaux-mouches hanno portato 206 delegazioni olimpiche e 10500 atleti in un viaggio spettacolare di 6 chilometri attraverso il cuore della città.
L’evento, orchestrato dal regista Thomas Joly, si è svolto in 12 quadri tematici, ossia racconti coreografati, ciascuno dei quali ha messo in scena uno dei valori fondamentali della Francia: dalla sportività all’uguaglianza, dalla libertà all’amore, fino alla solidarietà.
Nell’arco di oltre 4 ore, sono intervenuti ospiti illustri, da Lady Gaga a Céline Dion, sportivi da tutto il mondo, capi di Stato, giornalisti e milioni di fan.
Il debutto delle Olimpiadi 2024: cosa ha funzionato e cosa no
Parto da una considerazione: le Olimpiadi sono uno spettacolo in grado di emozionarmi sempre tanto, soprattutto per il clima di unità, cameratismo e sana competizione che lo sport è capace di creare.
Ho apprezzato l’inaugurazione parigina nonostante le avverse condizioni climatiche abbiano in parte compromesso alcune performance. Qui elencherò gli elementi che mi hanno colpito positivamente e quelli che mi hanno lasciato qualche perplessità.
L’esibizione di Lady Gaga
Lady Gaga si è esibita in un bustier di raso nero di Dior, intonando le note di Mon truc en plumes di Zizi Jeanmaire, artista francese scomparsa nel 2020. Circondata da pompon e piume rosa, Lady Gaga ha reso omaggio al mondo del cabaret, accennando poi un breve passaggio di La Vie en Rose al pianoforte.
Senza mettere in discussione la bravura di Lady Gaga e la sua voce strepitosa, l’esibizione dal mio punto di vista è stata un ‘ni’. Rigida nei movimenti, mi è sembrata non troppo a suo agio nel rappresentare la sensualità giocosa e ammiccante del contesto Belle Epoque che avrebbe dovuto inscenare.
Il can can sulla Senna alla cerimonia d’apertura di Parigi 2024: un flop clamoroso
Niente però in confronto al brutto spettacolo offerto dal can can sul lungosenna a cui abbiamo assistito poco dopo.
L’omaggio quasi obbligato alle radici francesi non ha brillato come previsto. Il colpo d’occhio dei ballerini vestiti in rosa e fucsia all’altezza dell’Ile Saint-Louis era davvero impressionante a prima vista. Purtroppo la realizzazione è stata un disastro: scoordinata e raffazzonata, è stata la peggiore della serata.
L’omaggio alla sorellanza: un inno alle donne
Liberté, Égalité, Fraternité (Libertà, Uguaglianza, Fratellanza) è dai tempi della Rivoluzione Francese il motto della Francia. Ieri sera, dopo aver coreografato i valori della libertà e dell’uguaglianza, la Francia ci ha stupito proponendoci la Sorerité, ossia la Sorellanza.
Lungo la Senna, le statue dorate di figure emblematiche come Olympe de Gouges, pioniera dei diritti delle donne durante la rivoluzione francese; Simone de Beauvoir, filosofa e scrittrice che ha profondamente influenzato il femminismo del XX secolo; e Simone Veil, sopravvissuta alla Shoah e politica che ha giocato un ruolo cruciale nell’approvazione della legge sull’aborto in Francia e successivamente eletta prima Presidente dell’Europarlamento a suffragio universale nel 1979, hanno reso il momento estremamente emozionante.
Ognuna di queste donne, dal profilo diverso ma unite dal loro impatto significativo sulla Francia e sull’Europa, hanno reso questo quadro fortemente ispirante. In assoluto, uno dei migliori della Cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024.
L’amore inclusivo alle Olimpiadi 2024… ménage a trois?
Mi ha lasciato divertita e un po’ interdetta la realizzazione del quadro sull’amore secondo i francesi. L’ambientazione in una biblioteca che trabocca di classici della letteratura (come non notare il rapido primo piano su Le Relazioni Pericolose di Laclos?) è molto ‘rangé’, “per bene” – per citare la De Beauvoir, che abbiamo visto sopra.
Ben presto la scena cambia. Una serie di sguardi rende l’atmosfera elettrica. Tre persone iniziano a rincorrersi tra i libri, si cercano, si trovano, si annusano – e infine si rintanano felicemente in un appartamento.
La sequenza si rivela un chiaro inno all’inclusività e alla fluidità di genere, esplorando apertamente tematiche legate alla diversità sessuale e suggerendo un ménage à trois che rompe gli schemi tradizionali. Il passaggio è una celebrazione vivace e audace della libertà affettiva.
Inutile negarlo: la Francia, e in particolare Parigi, ha da sempre un’immagine legata al romanticismo e alla libertà dei costumi, consolidata da una lunga storia di letteratura, arte e cultura.
L’intento di essere inclusivi e di aprire al dialogo sulla fluidità di genere alla Cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici è lodevole. In un’epoca in cui le questioni di genere sono al centro del dibattito sociale e politico globale, inserire questi temi in un evento come le Olimpiadi manda un messaggio forte. Mostra il tentativo di allineare i valori olimpici di uguaglianza e rispetto per la diversità a temi contemporanei rilevanti.
Quello che mi chiedo è se rappresentare un ménage à trois sia stata la scelta migliore per promuovere l’amore inclusivo. Sebbene l’intenzione di sfidare le convenzioni e celebrare la diversità sia chiara, l’ho anche trovata inutilmente sensazionastica. Mi è sembrata il tentativo di non scontentare nessuno: donne, gay, non-binari. Ma questo compromesso finisce solo per sembrare uno spot, che prova ad accontentare tutti senza convincere realmente nessuno.
Céline Dion canta Edith Piaf, ed è leggenda
La cerimonia d’apertura di Parigi 2024 si è conclusa con un momento toccante: il ritorno di Céline Dion. La cantante canadese, assente dalle scene per più di quattro anni a causa di una grave patologia neurologica, ha emozionato il pubblico intonando L’Hymne à l’Amour di Edith Piaf sul palco della Tour Eiffel.
Nel buio della notte parigina, con il pianoforte bagnato dalla pioggia, la potente voce di Céline Dion ha meravigliato e incantato. Gli applausi scoscianti del pubblico hanno concluso uno spettacolo da brividi, intensamente coinvolgente.
Gli applausi che hanno chiuso le celebrazioni inaugurali dei Giochi olimpici non erano solo per gli artisti sul palco, ma per l’ideale di un mondo più connesso e armonioso. Con gli echi di quella serata a risuonare, attendiamo con ansia le gesta degli atleti, sperando che continuino a ispirarci tanto quanto le note di quell’Inno all’Amore sotto il cielo di Parigi.
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