Healer, 2014

Healer kdrama 2014 viki recensione

Nella mia carriera da doramista ci sono drama che ho iniziato con un’hype spropositata. Vuoi per la fama che si portano dietro, vuoi per gli attori che vi recitano o per la trama promettente, le aspettative nei loro confronti sono state molto elevate. Healer rientra a pieno titolo fra questi.

Healer è un drama che mi crea moltissimi problemi di valutazione. So dire per filo e per segno che cosa dal mio punto di vista non ha funzionato, ma se mi chiedeste «Ti è piaciuto?», ecco, non saprei rispondere con un sì o con un no.

Healer recensione: i punti forti

Vediamo innanzi tutto i motivi che rendono Healer il successo che è, tutt’oggi considerato una pietra miliare dei kdrama d’azione.

Un kdrama avvincente

Nella prima metà, la trama di Healer ha un sicuro pregio: è coinvolgente e appassionante. Narra la storia di tre persone legate da un misterioso evento accaduto molti anni prima: un “fattorino notturno” (Healer, appunto), un famoso e influente reporter e la giovane giornalista di una testata giornalistica online.

Healer kdrama mistero vecchia foto protagonisti riuniti

Tutti i protagonisti del passato sono riuniti in questa vecchia foto del 1992, e ciò che accadde loro ha importanti ripercussioni sul presente e sui nostri protagonisti. Ovviamente, noi verremo a conoscenza dell’intera storia poco alla volta, in un clima ricco di tensione.

La sceneggiatura inizialmente è molto efficace nel disseminare indizi e domande che suscitano curiosità nello spettatore. Tramite sapienti flashback, il drama invita al binge-watching: si vuole risolvere il mistero relativo a cosa accadde in passato alle persone della fotografia e scoprire in che modo sono legate ai tre protagonisti.

La bravura di Ji Chang-wook

Ji Chang-wook nel ruolo di Healer è straordinario. Nelle scene d’azione non ha usato controfigure, il che ci permette di apprezzarne ancora di più le qualità. Interpreta ben tre ruoli: quello di Healer, il misterioso “fattorino notturno”, spia e ladro infallibile; quello del timido, impacciato Park Bong-soo, aspirante giornalista; e infine ‘se stesso’, Seo Jung-hoo.

Nell’episodio 15, Jung-hoo chiederà all’ajumma:

«Il vero me? Cos’è? Esiste davvero?»

Healer

Si rende infatti conto di aver assunto così tante identità e di aver nascosto se stesso talmente in profondità da aver dimenticato chi è davvero.

Ji Chang-wook Healer

Ji Chang-wook è stato in grado di rendere con molta credibilità un personaggio complesso, stratificato e accattivante. E’ indubbio che Healer sia un badass (le sequenze di parkour sono studiate ad hoc per sottolineare questo aspetto). Al tempo stesso non è esente da accenti di tormento e vulnerabilità, non immediatamente evidenti, legati soprattutto al suo passato.

Nota personale: già dai tempi di Melting me softly ho sviluppato una sorta di immunità nei confronti del fascino di Ji Chang-wook. Non voglio essere fraintesa: lo trovo bravissimo e bellissimo. Ma non mi ‘arriva’. Soprattutto nelle scene romantiche (complice – come a breve vedremo – la sua co-protagonista) è un interprete freddo e poco comunicativo. A mio avviso dà il meglio di sé nelle scene d’azione, ma è impostato e poco generoso in quelle più intime e sentimentali. Ciò non toglie che oggettivamente in questo drama la sua recitazione sia eccellente.

Il personaggio dell’ajumma

Non dico niente di originale elogiando il bellissimo personaggio dell’ajumma. Spiritosa, sagace, buffa. Non bastano gli aggettivi a descrivere i tanti aspetti positivi di questa hacker fuori dagli schemi che, nonostante l’impertinenza, mai viene meno alla sua lealtà nei confronti di Healer.

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L’ajumma splendidamente interpretata da Kim Mi-kyung

Non posso non citare la sua passione per il kimbap e il lavoro a maglia, che porta avanti mentre i suoi occhi acuti osservano gli schermi dei computer. La sua storia – come scopriremo – è molto dolorosa, e l’ha portata non solo a diventare una temibile hacker ma a guardare le cose con un’aria distaccata e cinica.

Questo cinismo tuttavia non si applica a Healer, che a dispetto delle apparenze la donna sempre segue e protegge. Lo vediamo nell’episodio 14, dove eccezionalmente l’ajumma esce dalla sua tana, si agghinda e si reca in un bar solo per aiutare il ragazzo. Un gesto di affetto disinteressato e generoso.

Una OST indimenticabile

Tra gli aspetti meglio riusciti di Healer, non posso non citare la colonna sonora. E’ bellissima, e unanimemente riconosciuta come una delle più emozionanti OST realizzate per un drama.

La canzone divenuta simbolo dell’amore tra Healer e la bella giornalista Young-shin è senza dubbio Eternal Love, che ancora oggi quando la sento è capace di regalarmi emozioni.

Healer recensione: i punti deboli

Con il progredire della storia il drama perde smalto, soprattutto per quanto riguarda il suo aspetto potenzialmente più interessante – quello legato all’azione e al thriller. Scendiamo più nel dettaglio.

Il thriller non convince

A dispetto delle ottime premesse, nella seconda metà la parte dedicata al thriller si avviluppa su se stessa a colpi di flashback. Lungi dal fornire una risoluzione, questi continui salti nel passato complicano sempre di più la situazione, senza arrivare a un vero e proprio scioglimento dei nodi narrativi fondamentali.

Ad esempio: che fine hanno fatto i ‘cattivi’? Non ci viene detto. Da chi erano stati compiuti gli abusi e i maltrattamenti subiti dalla protagonista, e a cui tanto spazio è stato dato nelle puntate? Non ci viene detto.

La questione (mal gestita) della madre biologica della protagonista

*** Attenzione: contiene spoiler ***

Molto spazio viene anche dato alla questione della madre biologica della protagonista.

Giustamente viene presentato come un punto delicato, ferita ancora aperta nel cuore della ragazza. Tuttavia il momento dell’incontro tra le due (che avrebbe dovuto essere descritto come una situazione fortemente emozionante e commovente) viene liquidato velocemente e con una buona dose di distacco.

Sappiamo quanto gli scrittori coreani sappiano toccare le corde del cuore. Non mi spiego come abbiano potuto fallire questo obiettivo così miseramente: ancora adesso ricordo la scena con lampi di indignazione per la sua freddezza.

*** Fine spoiler ***

La storia d’amore tra i protagonisti

Questa è una considerazione davvero personalissima e dipende da tanti fattori, non ultimo il fatto che, come anticipato sopra, non stravedo per Park Min-young.

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Non metto in discussione la sua bellezza o il suo talento. Quel che non mi piace di lei è il fatto che, trovata la sua zona di comfort (il ruolo della bella segretaria), non abbia praticamente più recitato altro, venendomi a noia. Le sue espressioni sono sempre le stesse, l’abbigliamento, i capelli, le scarpe col tacco alto, il trucco – non cambia mai nulla. Se mettiamo assieme questa epidermica antipatia a un attore che trovo ‘freddo’ nelle parti d’amore, be’, è chiaro perché la loro relazione sullo schermo non mi abbia coinvolto particolarmente.

C’è però un aspetto più ‘razionale’ che non mi ha convinto, ed è legato all’evoluzione del personaggio di Healer nel finale.

*** Attenzione: contiene spoiler ***

Nell’ultima puntata noi vediamo Healer e Young-shin finalmente insieme coronare il loro sogno d’amore. Healer è diventato un fotografo come il padre, e l’idea è bella in sé.

Ora, io so di essere eccessivamente puntigliosa – soprattutto con le serie considerate ‘capolavori’. Ma ho trovato ridicolo un personaggio come lui – abituato a saltare sui tetti come un gatto, usare strumenti iper-tecnologici e vestire identità diverse con affascinante nonchalance – finire a fare il servizio fotografico alla sua ragazza come l’ultimo dei sottoni. L’ho trovato completamente out of character.

C’è una chiara differenza tra cambiare e snaturare un personaggio. Per me – per la mia sensibilità di spettatrice – il personaggio di Healer alla fine è stato ‘snaturato’, non ‘cambiato’ per amore.

*** Fine spoiler ***

Alla luce di tutte queste considerazioni, e come scrivevo all’inizio, mi è davvero difficile dire se Healer mi sia piaciuto o no. La risposta più vicina all’esperienza che ne ho fatto, è che la prima parte mi è piaciuta molto, mentre ho faticato a portare a termine la seconda, che per me è pesante, farraginosa e inconsistente. Facendo una media, Healer raggiunge sicuramente la sufficienza, ma siamo ben lontani da ciò che io ritengo un capolavoro.

Voto: 6.5/10

Numero puntate: 20

Durata: 1h

Dove vederlo: Viki

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2 risposte a “Healer, 2014”

  1. Avatar Anna Paduano
    Anna Paduano

    non sono d’accordo con neanche mezza parola scritta…lui è stato a dir poco commovente nelle scene d amore
    pessima recensione

    1. Avatar Valentina Calzia

      Per me non è assolutamente un problema se non sei d’accordo con nemmeno una parola di quanto ho scritto…
      Ma siccome in questa recensione ho elencato ben 4 punti forti (kdrama avvincente, bravura di Ji Chang Wook, il personaggio dell’Ajumma, e la bellezza della OST) e solo due punti deboli… vuol dire che:
      – trovi il kdrama noioso
      – JCW mediocre
      – non ti è piaciuta l’Ajumma
      – ti ha fatto schifo la colonna sonora
      Adoro quando, per volermi dare contro perché ho ‘toccato’ il vostro cucciolo/idolo, vi date la zappa sui piedi… Siete adorabili 😉

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