Girovagando per Seoul e parlando con i locali, ho notato tante piccole cose che qui sono completamente diverse dalla realtà che viviamo noi in Europa. Non si tratta di grandi shock culturali, usi e costumi nel senso più ampio del termine, ma di ‘curiosità’, appunto, gesti, peculiarità, modi di fare e consuetudini che ai miei occhi di donna occidentale appaiono esotici.
Alcune di queste curiosità sono andata a ricercarle sollecitata dalle vostre domande, quelle che vi ho chiesto di pormi sia sul mio account Instagram, sia sulla mia Pagina Facebook.
Volete sapere quali cose hanno catturato la mia attenzione qui a Seoul, e che difficilmente vedremmo in Italia? Allora partiamo!
Tutti i coreani usano la mappa per orientarsi a Seoul
Questa è forse una delle cose che mi ha colpito di più. Io credevo di essere l’unica poveretta a faticare nel trovare direzioni e orientamento. In realtà, no. Gli abitanti di Seoul hanno la loro area, dove vivono e lavorano, ma quando vanno in una zona della città che conoscono poco, oppure cercano un particolare ristorante o locale, non vivono senza Naver App.
In generale, i coreani sono costantemente al cellulare. Non come noi italiani, molto di più. Camminano col naso sul telefono – letteralmente. E una grande differenza l’ho notata quando, in giro in cerca di un posto in cui cenare, io dissi: «Lasciamoci ispirare dal primo locale che ci piace» e il mio accompagnatore rispose: «Chiediamo a Google. Mi fido solo di lui».
Parliamo di struttura fisica e magrezza
L’argomento è uscito moltissime volte nella mia Community, perché nei kdrama le attrici esibiscono spesso un fisico estremamente asciutto. Alcune domande che mi sono state rivolte riguardavano quindi la forma fisica dei coreani: sono davvero così magri?
La risposta per me non può che essere una sola: ni. Gli orientali hanno una struttura fisica del tutto diversa dalla nostra, cioè senza forme. Specie le donne tendono a non avere fianchi, seno e fondoschiena. Questo giocoforza le rende più ‘magre’, ma in realtà non ho avuto l’impressione di vedere un popolo di persone filiformi. Anzi. Sono abbastanza numerosi gli uomini con la pancia e le ragazze in carne… insomma, c’è una più che normale varietà di tipi umani.
Il peculiare odore di Seoul
Seoul è una città dalla personalità decisa. E la cosa si percepisce fin dal suo odore, che è forte, pungente e… non del tutto gradevole. E’ forse la prima cosa che ho notato sbarcando in Corea del Sud, perché mi ha letteralmente ‘investito’.
La città odora di un mix non facilmente identificabile di cibo, spezie, fritto che viene dalle bancarelle per le strade, spazzatura, fogna e aria pesante. In certi momenti dà tregua, in altri ti prende alla gola e sembra soffocarti. Quando ho provato a farlo gentilmente notare a un coreano, si è offeso. Non c’era un intento denigratorio nelle mie parole… ma a quanto pare, non si può dire in giro che Seoul puzza.
Però sappiate che puzza. Il che non toglie niente alla sua bellezza.
Gli ombrellini da sole
Dopo il terribile tifone che mi ha accolto appena arrivata in Corea, ho fortunatamente sempre trovato bel tempo. Ho potuto quindi esplorare la città, sfoggiando le ben due paia di occhiali da sole che mi sono portata dall’Italia…
Però, più passeggiavo e mi guardavo intorno più notavo che nessuno indossava occhiali da sole. Ero perplessa. Le persone, in gran maggioranza donne di ogni età, giravano invece con degli ombrellini.
Sappiamo che i coreani tengono in modo particolare alla loro pelle, che dev’essere bianca, priva di macchie e luminosa (ne abbiamo parlato qui), il che giustifica l’uso dell’ombrello al sole. Io personalmente trovo l’oggetto ombrello di una scomodità orribile quando piove, figuriamoci quando c’è il sole… ma questo è solo il mio punto di vista.
Le coreane ciabattano per strada!
Se c’è una cosa che mi fa saltare il sistema nervoso sono le persone che trascinano le ciabatte quando camminano, facendo quel ‘cik-ciak’ irritante sul pavimento. Ecco, a Seoul nella stagione calda c’è pieno di persone (soprattutto giovani donne) che girano per le strane ciabattando come delle matte.
Sorvolo sull’uso delle ciabatte in plastica, ma non conto le volte che avrei voluto urlare: «Ma tira su quei dannati piedi!» Lo so, sono una brutta persona.
Ma i coreani dormono vestiti?
Ogni kdrama addicted ha avuto almeno una volta questo dubbio nella mente. Quante volte abbiamo visto i nostri adorati attori piazzarsi a letto vestiti di tutto punto, spesso addirittura con il cappotto addosso – cosa che a noi fa venire i brividi?
Allora ho preso coraggio e ho chiesto ai miei contatti coreani se è vero, se vanno a letto vestiti. Ragazzi, avrei voluto che vedeste le facce… Qualcuno addirittura non riusciva a capire la domanda, tanto gli sembrava scema.
No, i coreani non vanno a letto vestiti. Proprio come noi, indossano pigiami oppure solo biancheria intima quando fa molto caldo. Credo che a questo punto dovremmo rivedere il metro di giudizio con cui guardiamo i nostri amatissimi kdrama…
Il cellulare incustodito? Non è una leggenda metropolitana
«Perché ti porti sempre dietro la borsa?», è una domanda che mi è stata fatta più di una volta. Domanda alla quale non ho saputo trovare risposta. Voi cosa avreste detto? Perché ci sono dentro i soldi, le carte di credito, il cellulare, i documenti? «Embè, qui non te li ruba nessuno…» Ah.
In Italia, se lasci incustodito un caffè (1€ di valore) qualcun altro sicuramente lo berrà al posto tuo. Questa è la logica nella quale sono cresciuta. Figurati se mi passa per l’anticamera del cervello di andare alla toilette di un ristorante lasciando il cellulare sul tavolo. Lo feci una volta a 20 anni, e al mio ritorno il cellulare non c’era più.
Qui mi hanno detto tante di quelle volte che «nessuno ruba» che alla fine ho voluto provare a fidarmi. Ho fatto un esperimento sociologico – diciamo così. E credetemi, stavo morendo dentro.
Eravamo in un locale a mangiare, e siamo andati nella saletta fumatori. Mi sono detta: questo è il momento, lascia tutto lì sul tavolo. Credo che quella sigaretta sia stata né più né meno angosciante dell’ultima sigaretta del condannato a morte. In quella borsa c’era il mio passaporto, le chiavi di casa qui a Seoul. Sul tavolo il mio cellulare – che è l’unico collegamento con il mondo fuori dalla Corea. Avevo le lacrime agli occhi e mi stavo maledicendo in tutte le lingue che conosco.
Tornati indietro, ogni cosa era al proprio posto. E il coreano assieme a me mi stava perculando per l’ansia che avevo avuto. «Ci sono telecamere ovunque, e per di più sei straniera. Nessuno toccherebbe le tue cose». Dirmelo 5 minuti prima?
La metropolitana di Seoul: i posti riservati
Sulla metropolitana di Seoul ci sono dei posti riservati alle persone anziane, alle persone con disabilità, alle donne incinte e via dicendo. Sono i sedili gialli che vedete nell’immagine.
L’aspetto interessante è che nessuno ci si siede, anche se intorno non c’è l’ombra di un anziano o di una donna incinta. Mi spiego. Verrebbe naturale a noi italiani (credo), occupare quei posti e poi alzarci non appena arrivi la persona a cui il posto è dedicato – o almeno io farei così. Ecco, qui non succede. Piena o vuota che sia la carrozza, quei posti rimangono vacanti finché non arrivano i loro legittimi destinatari.
Un esempio di civiltà.
Lo strano caso delle strisce pedonali
Ecco, non so se altrettanta civiltà viene mostrata dagli automobilisti. Ci ho messo poco a capire che (a meno che non ci siano semafori) attraversare sulle strisce pedonali a Seoul è una guerra. In cui il pedone perde sempre.
Ora, in Italia noi siamo abituati al fatto che sulle strisce il pedone ha la precedenza. La macchina rallenta, il pedone inizia la sua traversata e – dio volendo – arriva dall’altra parte della strada.
Qui no. Qui la macchina non rallenta. Scordatevelo. A me non è mai successo una sola volta che un guidatore coreano si sia fermato sulle strisce per farmi passare. Mai e poi mai. La precedenza è loro, vanno di prepotenza senza il minimo indugio. Quando non c’è nessuno, beh, allora tu – povero pedone – puoi attraversare e guadagnare l’altro lato della strada. Basta saperlo e stare attenti.
I coreani e l’ossessione per il cibo
Se avrete occasione di conoscere dei coreani e intrattenere rapporti con loro, vi accorgere di una caratteristica che hanno in comune: l’ossessione per il cibo, che si esprime in un modo del tutto peculiare.
I coreani non sono solo orgogliosi della loro cucina, ottime forchette e fieri di farvi scoprire i loro piatti tipici. Non appena entreranno in confidenza con voi, vi chiederanno costantemente (più volte al giorno): «Hai mangiato? Cos’hai mangiato?», preoccupandosi della vostra dieta.
Sono in contatto con molti ragazzi del posto, e da alcuni di loro ricevo giornalmente addirittura i link dei ristoranti dove procurarmi il cibo. Non so se pensano che io non sia in grado di sfamarmi da sola o se sono semplicemente gentili e accudenti, sta di fatto che per loro il momento del pasto è fondamentale.
Altri, invece, mi inviano le foto di quello che mangiano, commentando gli elementi nutritivi e le porzioni. Insomma, gran parte delle conversazioni ruota intorno al cibo e… se siete in grado di tollerare la piccantezza dei piatti coreani, acquisterete molti punti al loro occhi!
… Queste erano 10 curiosità su Seoul e i suoi abitanti. Spero di avervi intrattenuto e fatto sorridere, rivelandovi alcune cose che ancora non sapevate. Alla prossima!
Scopri tutte le curiosità sulla Corea e i coreani!
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