Alice in Borderline: come inizia la trama
Arisu (Kento Yamazaki) è chiuso nel suo mondo fatto di videogiochi, ignorando vistosamente gli sforzi del fratello che gli sta cercando un lavoro ‘normale’. Quando esce di casa, consapevole di essere una delusione per la sua famiglia, incontra gli amici, che come lui hanno avuto una giornataccia.
Karube (Keita Machida) è stato licenziato per aver intrapreso una relazione con la donna del suo capo, che ha poi preso a pugni. Chota (Yūki Morinaga) sta saltando un lavoro che odia e che svolge male.
Questo è l’inizio di Alice in Borderland: tre amici senza apparente direzione, che scherzano nei pressi della Stazione Shibuya, scappano dalla polizia e si nascondono nei bagni pubblici. Dopo un blackout, escono e scoprono che la città di Tokyo è deserta e loro sono apparentemente gli unici esseri umani rimasti.
Ben presto vengono coinvolti in un gioco di sopravvivenza fatto di ‘game’ e prove, dove in palio c’è la vita e la morte. E’ a questo punto che i tre amici si rendono conto di non essere soli. Altre persone condividono lo stesso spietato destino.
Alice in Borderland: la recensione
Basato sul manga di Haro Aso, Alice in Borderland si configura come thriller distopico che riprende alcuni aspetti tipici del survival horror, genere in cui la sopravvivenza dei personaggi è calata in una cupa atmosfera di tensione e suspence.
In effetti, il ritmo del drama è talmente serrato da spingere a un binge-watching compulsivo. Non solo le prove che vengono mostrate ai giocatori presentano un grado di difficoltà sempre più alto, così che (sulla carta) l’attenzione dello spettatore cresca episodio dopo episodio. Ma anche visivamente si assiste a un’efferatezza sempre più estrema. Il mondo tratteggiato diventa più sanguinoso e violento, e l’umanità che ne emerge è sempre più fuori controllo.
Questo è un drama che, a dire tanto, si guarda in due sere. Ciò che funziona meglio è proprio la costruzione della tensione dell’arco narrativo, i cliffhanger piazzati al momento giusto, il ritmo incalzante. Staccare gli occhi dallo schermo – complice anche una realizzazione ottima e scrupolosa – è impossibile.
L’universo distopico raccontato in Alice è irreale, eppure in qualche modo plausibile. Ci racconta un eventuale, rabbrividente «E se…?» Cosa succederebbe se improvvisamente venissimo catapultati in un mondo nel quale i codici morali tradizionali perdono di significato, e l’esistenza si trasformasse in un estenuante e ferale ‘tutti contro tutti’?
*** Attenzione: contiene spoiler ***
A rendere ancora più sconvolgente e realistico un universo tanto brutale è il fatto che Alice in Borderland racconta una vicenda in cui i personaggi principali possono improvvisamente e orrendamente morire. In questo show, nessuno è al riparo dalla barbarie, nemmeno coloro a cui ci affezioniamo. Per me questo ha rappresentato il momento più alto della storia, quello più emozionante e meglio raccontato.
L’impatto emotivo suscitato dalla morte degli amici di Arisu è l’evento-chiave che segna una svolta nella narrazione, nel temperamento del ragazzo ma anche, inevitabilmente, un certo declino nel drama.
*** Fine spoiler ***
Nuovi personaggi secondari fanno il loro ingresso, ma hanno vita breve. E’ proprio a causa della velocità con cui nuovi giocatori vengono presentati che diventa difficile affezionarsi alle loro storie – e benché spesso gli autori ci raccontino tramite flashback i loro vissuti, la realizzazione non è del tutto soddisfacente, se non in rari casi.
Se la prima parte della serie si concentra sul gioco e le regole che implica, la seconda parte è invece orientata ad approfondire il mistero che vi sta dietro. C’è una mente che tira i fili? Chi è?
Le indagini di Arisu e della sua compagna di avventure, Yuzuha Usagi, lo conducono alla Spiaggia, una organizzazione militarista fondata da un misterioso ‘Cappellaio’ animato dal folle sogno di costruire un mondo utopico.
Questa seconda parte del drama, che pure ci offre una pausa dalla brutalità dei giochi, è farraginosa, confusa e portata avanti senza una direzione certa. Per quanto alcuni personaggi abbiano storyline degne di interesse (mi riferisco in particolare all’intensa vicenda di Hikari Kuina), in generale non ho apprezzato né la netta separazione tra le due parti, né il modo in cui quel mondo utopico viene descritto sullo schermo.
Al netto di queste critiche, Alice in Borderland è una serie che ha più pregi che difetti. Vale sicuramente il tempo speso nella sua visione. Dilemmi morali, personaggi pittoreschi, immagini splatter e continui colpi di scena sono gli ingredienti principali che ne decretano il successo. Non a caso il 22 dicembre 2022 verrà mandata in onda la seconda attesissima stagione.
Voto: 8.5
Numero episodi: 8
Durata: 50 min. circa
Dove vederlo: Netflix (disponibile anche doppiato).
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