L’immortale Oska (Secret Garden, 2010/11)

Attenzione: contiene spoiler (ma essendo un kdrama del Pleistocene, non credo rappresenti un grosso problema)

Prima Premessa: iniziai a guardare Secret Garden quando le mie scelte doramiche ruotavano tutte intorno a Lee Jong-suk e la mia crush aveva preoccupanti contorni compulsivi. Non posso dire che Lee Jong-suk qui sia al massimo del suo splendore (ha più frangia che faccia) ma ciò che segnò la fine del nostro felice amore virtuale fu la fin troppo realistica interpretazione del suo personaggio.

Secret Garden drama Lee Jong Suk Hyun Bin

Seconda premessa: so che il mondo impazzisce per Hyun Bin. Adesso poi che è convolato a favolose nozze con Son Ye-jin sembra ancor più un principe azzurro. A me però non piace: non lo trovo particolarmente attraente, e la sua recitazione mi lascia tiepida.

Le due premesse servono a spiegare perché il mio cuore, durante le 20 puntate di Secret Garden, sia appartenuto tutto a Oska l’attore, il personaggio, il ciuffo:

Secret garden drama Oska
Oska, interpretato da Yoon Sang-hyun

Secret Garden è un classico, e merita anche solo per questo di essere visto. Ma merita di essere visto soprattutto perché è un classico che funziona, in cui la storia – che è la solita storia del ragazzo ricco e orgoglioso che s’innamora suo malgrado della ragazza povera e intraprendente – ha degli elementi che la rendono preziosa.

Innanzi tutto, funziona grazie alla protagonista. Gil Ra Im (interpretata da Ha Ji-won) è una stuntwoman forte e combattiva, orgogliosa ma anche umile, instancabile nel suo lavoro e decisamente poco femminile. Questo la rende un personaggio molto diverso rispetto a quelli a cui i kdrama ci hanno abituati, ossia le bamboline timorose e spesso petulanti che fanno della “cuteness” il loro marchio di fabbrica. Ecco, Gil Ra Im non è cute. Lei è sexy in un modo tutto suo, dato da un mix di dignità, sicurezza in se stessa e fascino androgino.

Secret Garden drama coreano trama e recensione
Un po’ Lara Croft, un po’ Valentina di Crepax

Essendo sexy E intelligente, ha una cotta per il nostro Oska, star di incerto talento ma di certissimo fascino (specie quando sfoggia improbabili accappatoi leopardati che solo lui può permettersi).

Per una circostanza piuttosto fortuita, Gil Ra Im viene scambiata per l’attrice protagonista di un film in cui invece è solo la stuntwoman. In questo modo conosce Kim Joo-won (Hyun Bin), il quale è cugino di Oska.

Iniziano a questo punto tutta una serie di incastri in cui:

  • il main lead vuole la protagonista
  • la protagonista è voluta da un altro (il suo capo)
  • la protagonista VUOLE un altro (Oska)
  • Oska vuole la sua ex
  • Oska è voluto dal giovane talento gay

Insomma. Tutto piuttosto ingarbugliato. Specie se a questa fitta trama aggiungiamo l’hint fantasy che gli autori hanno deciso di buttarci dentro un po’ a casaccio.

E’ cosa nota che, dopo una passeggiata nel bosco e aver bevuto una pozione magica, i due si ritrovano imprigionati l’uno nel corpo dell’altro. In questo modo, e dopo lo shock iniziale, arrivano a capire meglio le reciproche vite e le difficoltà che entrambi devono affrontare, avvicinandosi sempre di più.

Ecco, questa spruzzata di fantasy è del tutto inutile nell’economia del racconto. Sicuramente aiuta a creare situazioni spassose, ma non ha molto senso all’interno del drama e si poteva arrivare allo stesso risultato senza complicare inutilmente la trama.

Un altro motivo per cui Secret Garden funziona è il lento ed efficace evolversi del rapporto della coppia principale. Se è vero che inizialmente il carattere di Kim Joo-won ci appare fastidioso nella sua fredda e distaccata arroganza, col tempo impareremo a conoscerlo. Non solo scopriremo i suoi traumi infantili (cliché immancabile), ma apprezzeremo la lenta evoluzione che lo porterà a diventare un amante devoto e appassionato.

Ammetto che Joo-won non è il mio personaggio preferito, ma riconosco che su di lui è stato fatto un ottimo lavoro. Le sue stranezze, le sue tutine di pailette, le sue fragilità, la sua rigidità caratteriale – ogni suo aspetto è stato tratteggiato in modo magistrale. Alla fine, si arriva ad amare quella coppia e a volerli vedere insieme a tutti i costi.

Voglio terminare questa recensione con un tributo a Oska, che è una via di mezzo fra la trashata e l’incanto. Oggettivamente uno dei video più imbarazzanti che abbia mai visto, ma lui riesce ad avere una grazia (pur conciato così) e un appeal che restano impressi. E poi, è simpatico. Cosa che non si può dire di tutte le k-star in circolazione. Yoon Sang-hyun, ti si ama!

Voto: 8½/10

Numero puntate: 20

Durata: 1h circa

Dove vederlo: Viki

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