In questo articolo vi voglio proporre tre drama di cui non si sente parlare molto spesso nonostante, a mio avviso, si tratti di serie che vale la pena vedere. Li ho scoperti quasi per caso, cercando qualcosa di diverso dai soliti titoli – quelli di cui tutti quanti parlano e che presentano il problema di creare aspettative troppo elevate.
Avendoli affrontati senza idee preconcette, il mio giudizio su di essi è stato è stato più obiettivo e li ho goduti appieno, dalla prima all’ultima puntata! Pronti a scoprire di quali show si tratta? Partiamo!
When the Devil calls Your Name, 2019
Sono una fan accanita di questo drama, che considero una perla nascosta. When the Devil calls Your Name è uno show ingiustamente ignorato dagli appassionati del genere, mentre secondo me merita molta più visibilità, e per numerosi motivi che andrò a elencare.
Una trama classica e immortale
La trama è ispirata al Faust di Goethe. Il Diavolo (interpretato da un monumentale Park Sung-woong) aveva scommesso con Dio che gli uomini fossero tutti corruttibili, disposti a vendere la propria anima per ottenere qualcosa in cambio: successo, denaro, felicità. Dio, invece, credeva che nell’umanità ci fosse ancora speranza, e per questo aveva lasciato agli uomini il libero arbitrio.
In questo scenario, si inserisce la vicenda di un musicista fallito – interpretato dall’altrettanto bravo Jung Kyung-ho – che, ormai vicino alla vecchiaia, solo e disperato, vende la sua anima al Diavolo per ottenere successo, ricchezza e giovinezza.
In questo drama, nulla è banale. Molti personaggi si avvicendano e le loro scelte non sono scontate o prevedibili. Cito il giovane Luka (Song Kang), coreano residente in Europa, che torna a Seoul per cercare il padre biologico che non ha mai conosciuto. Le sue azioni si intrecceranno con quelle dei protagonisti, dando vita ad alcune scene molto toccanti.
Ma sopra tutti, una menzione merita il bellissimo personaggio di Kim I-gyeong, una giovane e pura aspirante musicista che compie un percorso davvero unico. Pur desiderando il successo, e lottando per ottenerlo, rimane sempre fedele a se stessa e ai suoi principi. Una female lead diversa dalle solite, che ha tanto da dire e da comunicare in termini di emozioni!
La trama è tutta da scoprire, e lo stesso finale (per una volta) è sorprendente. Insomma, un drama originale, dalla sceneggiatura classica e al tempo stesso inattesa.
Un gruppo di attori sorprendente!
Il cast di When the Devil calls Your Name è impressionante. Oltre ai già citati Park Sung-woong, Jung Kyung-ho e Song Kang, un ruolo significativo è impersonato da Lee El, nota per le sue interpretazioni in Goblin e My Liberation Notes.
Ognuno di loro ha fornito una performance del tutto convincente, dando vita a personaggi pieni di sfumature e complessità caratteriali. Non posso non soffermarmi un istante sul villain – il Diavolo – perché ritengo che sia un mix potente di magnetismo e malvagità. Impossibile resistere al suo fascino!
Nessuno di loro è buono o cattivo in assoluto, nemmeno il Diavolo. Le personalità sono sfaccettate, così come le motivazioni che muovono le loro azioni sono sempre comprensibili e ben spiegate (cosa che non sempre accade nelle serie coreane). Questo aspetto, unitamente alle eccellenti prestazione degli attori, rende il drama molto piacevole da seguire.
Una colonna sonora d’eccezione
Lo show è ambientato nel mondo della musica. Parla di vecchi musicisti falliti e giovani talenti nascenti. E’ chiaro quindi che la colonna sonora ha un ruolo di primo piano in tutte le puntate… e vi garantisco che è di altissima qualità!
Ammetto che è una delle OST più belle che mi sia capitato di ascoltare in un drama. Arrivo a dire che, assieme ai tre protagonisti, la musica è il quarto personaggio principale di questa serie.
Voto: 9+
Dove vederlo: Viki
Numero episodi: 16
Diario di uno psicopatico, 2019
Diario di uno psicopatico è un drama pressoché sconosciuto, a mio avviso godibilissimo. Ho deciso di vederlo perché amo l’attore principale, Yoon Shi-yoon – bravissimo protagonista della bella commedia You Raise Me Up.
Destinato a ruoli in cui interpreta egregiamente personaggi problematici, gregari e con scarsa personalità, Yoon Shi-yoon qui impersona un individuo timido e represso, dall’esistenza triste e anonima, che un giorno per caso assiste a un brutale omicidio. Scappando dalla scena del crimine, viene investito e perde la memoria.
Per una serie di coincidenze, l’uomo arriva a credere di essere un efferato serial killer… e questo inevitabilmente avrà degli effetti. Sulla sua vita, certo, ma anche sul suo carattere.
La trama così abbozzata potrebbe sembrare drammatica, sfruttando il solito cliché della perdita della memoria. In realtà, la tematica viene trattata in modo esilarante e grottesco, in certe scene genuinamente divertente, senza scadere mai nel ridicolo o superficiale.
Un intreccio di generi vincente
Diario di uno psicopatico mescola sapientemente generi diversi tra loro: thriller con punte di noir, comico con una pennellata di romance accennata sul finale. E il tutto funziona bene.
Quando il protagonista cambia improvvisamente personalità e, da passivo impiegato, si “trasforma” nel suo efferato alter ego, vediamo una videocassetta scorrere nel videoregistratore e la celebre scena di un film thriller partire sullo schermo. E’ un espediente intrigante, capace di cambiare in pochi istanti il mood creando tensione e suspence.
Colpi di scena, cliffhanger e risvolti inattesi avvengono pressoché in ogni episodio – scongiurando la noia e i cali di tensione.
Punti deboli e punti forti
Questo drama ha dei punti deboli legati soprattutto all’intreccio thriller, che non è troppo credibile. Per quanto mi riguarda, non è stato un grosso limite perché la piacevolezza del drama è legata ad altri fattori.
Primo fra tutti l’eccellente performance degli attori principali. Se del protagonista abbiamo già detto, mi vorrei soffermare sul villain, Park Sung-hoon, che si è davvero distinto in questo ruolo caratterizzandolo splendidamente. Spaventoso, ricco di sfaccettature e mai caricaturale, la sua prestazione è la perfetta controparte per l’eclettico Yoon She-yoon.
Inoltre, la serie affronta un tema profondo – seppur con leggerezza. Ci dice che la sicurezza in se stessi è effetto del modo in cui percepiamo noi stessi e ci poniamo nei confronti degli altri. Non dipende tanto da ciò che abbiamo, dal nostro aspetto o dal lavoro che svolgiamo. E’ piuttosto un atteggiamento mentale.
Voto: 8.5
Dove vederlo: Viki
Numero episodi: 16
Chicago Typewriter, 2017
Questo è forse il più conosciuto dei tre drama che vi propongo qui, ma ritengo se ne parli sempre troppo poco. Chicago Typewriter è una serie storico-fantasy di indubbia qualità: sceneggiatura, ambientazione e recitazione sono di altissimo livello. Ma andiamo più nel dettaglio: cosa rende questo show tanto speciale?
Una trama originale e avvincente
Il drama si muove tra due piani temporali ben distinti. Il primo si svolge ai nostri tempi, nella moderna Seoul, dove il prolifico scrittore Se-joo (interpretato da uno strepitoso Yoo Ah-in) è bloccato nella stesura del suo nuovo romanzo. Quando improvvisamente una macchina da scrivere d’epoca arriva a casa sua, tutto cambia e un curioso personaggio fa il suo ingresso sulla scena.
Con lui veniamo catapultati nel 1930, nei tempi tumultuosi dell’occupazione giapponese, quando un gruppo di ribelli tenta di sovvertire l’ordine politico lottando per la libertà.
Amicizia, amore, tradimento, grandi ideali: c’è davvero di tutto in questa serie, e l’aspetto che ho maggiormente apprezzato è che il ritmo cresce poco a poco, man mano che le vicende ci vengono disvelate. Tutto è perfettamente amalgamato, passato e presente, e ogni tassello trova il suo incastro come in un bellissimo puzzle.
Punti deboli e punti forti
La parte ambientata negli Anni ’30 è quella meglio riuscita, ricca di angst e passione. Le ambientazioni, la cura dei dettagli, la caratterizzazione dei personaggi – insomma, ogni cosa è assolutamente avvincente. Purtroppo è anche quella a cui è stata dedicata un minutaggio inferiore.
Non dico che le parti ambientate ai giorni nostri siano deboli. Solo, impiegano molto più tempo a ‘ingranare’. Ciò che anima queste ultime è la bella bromance che si instaura tra lo scrittore e il nuovo arrivato, un fascinoso e convincente Go Kyung-pyo, e che dà vita a scene di volta in volta divertenti e commoventi.
Per questo gli episodi migliori sono quelli finali: non solo perché si concentrano maggiormente negli Anni ’30, ma perché evolve il rapporto tra i due protagonisti maschili e anche la storia che si svolge ai giorni nostri assume contorni più definiti e coinvolgenti.
Al netto di alcune imperfezioni, Chicago Typewriter resta un drama eccellente, capace di suscitare emozioni intense e durature.
Voto: 9+
Dove vederlo: fansubber
Numero episodi: 16
Altri drama ‘Approvati’
Lascia un commento