E’ notizia di queste ore che Yoo Ah-in è stato portato via in manette dopo un interrogatorio di soli 30 minuti. Al cospetto della stampa, il popolare attore ha ammesso le principali accuse, ossia di aver fatto uso di sostanze illecite, nello specifico canapa, propofol, cocaina e ketamina.
La notizia era nell’aria da tempo. Le indagini stavano andando avanti creando un prevedibile terremoto nella vita professionale dell’artista coreano. Subito dopo l’avvio delle indagini, tutti i progetti lavorativi in corso sono stati interrotti, e – come sempre avviene in Corea in casi del genere – le aziende che avevano contratti con Yoo Ah-in hanno provveduto a cancellare la sua immagine da ogni campagna pubblicitaria.
L’arresto di Yoo Ah-in e la cancel culture in azione
Abbiamo già parlato di che cosa sia la cancel culture in questo articolo. Per un soffio l’attore Kim Seon-ho (falsamente accusato dalla sua ex-fidanzata) è scampato alla “cultura della cancellazione”, che in Corea è tanto diffusa.
In poche parole, è uno schema quello che i coreani attuano ogni volta che un personaggio famoso sembra violare le regole della collettività. Essi escludono dalla società la persona considerata in qualche modo indegna. Fanno di tutto per dimenticarla, ignorarla, estrometterla dalla vita reale, sociale e mediatica. La spingono ad abbandonare il lavoro, il suo ambiente, le sue relazioni, costringendola a un penoso isolamento.
Perché l’arresto di Yoo Ah-in è un fatto disturbante
Sono due i motivi per cui l’arresto di Yoo Ah-in è disturbante. Non entro nel merito della violazione della legge. E’ chiaro che, se l’attore ha violato la legge, non può e non deve essere considerato al di sopra di essa.
Tuttavia tale violazione ci dice qualcosa su cui vale la pena riflettere.
La prima considerazione è questa. L’attore ha avuto una brillante carriera che, fino al momento della caduta, era proiettata verso un crescente successo. Protagonista non solo di drama ma di cinema, il suo talento era davvero indiscutibile. Nel 2018 il New York Times lo aveva eletto Miglior Attore dell’Anno per il suo ruolo nel film Burning.
La società coreana celebra e adora i suoi idol, questo è indiscutibile. Tuttavia li ama finché sono perfetti e senza macchia, immagine di un Paese che si vuole mostrare esemplare e ineccepibile agli occhi degli altri. E lo stesso chiede ai suoi beniamini.
Nel momento in cui gli idol mostrano debolezze o errori – ecco che vengono ‘puniti’. Non compresi, non aiutati. Bensì, come dicevamo, additati, penalizzati e infine dimenticati.
La seconda considerazione è un corollario della prima. In un qualunque Paese occidentale, di fronte a una persona che facesse un tale uso di sostanze stupefacenti, la prima reazione sarebbe quella di pensare a un aiuto da darle, un supporto adeguato per la disintossicazione.
In Oriente, invece, dove l’uso di sostanze è tanto stigmatizzato, la reazione è la prigione: vista come una punizione esemplare, di certo non è un aiuto per la persona dipendente.
Corea: c’è spazio per le seconde possibilità?
La parabola di Yoo Ah-in era prevedibile e, senza tema di smentita, mi sento di poter dire che non rivedremo mai l’attore in un drama o una pellicola coreana.
La reputazione è tutto in Corea e, anche senza arrivare a casi eclatanti come quello di Yoo Ah-in, abbiamo visto in passato che controversie e scandali non giovano alla carriera di una star.
La splendida Seo Ye-ji tempo fa è stata al centro della cronaca per alcuni messaggi manipolatori che aveva scambiato con l’allora fidanzato, l’attore Kim Jung-hyun. Inoltre era stata accusata di bullismo, menzogne e abusi sul personale. Adesso è uscita dal periodo buio, ma non è certamente nel pieno della sua carriera.
Ha perso sponsorizzazioni e non è la più richiesta delle attrici. Pensate che avrebbe dovuto recitare nel drama Island ma, a causa di quanto accaduto, è stata sostituita. Tutto questo a dispetto di un talento eccezionale.
E che dire di Ji Soo? Lo ricordate? 14° Principe in Moon Lovers, bizzarro detective in Strong Woman Do Bong Soon e protagonista di My First First Love… Stava girando il suo ultimo drama quando è stato raggiunto da una serie di accuse pensanti: bullismo e violenza sessuale, che avrebbe compiuto durante gli anni delle superiori.
Gli eventi si sono susseguiti in gran fretta. Ji Soo è stato rimosso dal drama e sostituito da un altro attore, l’agenzia ha rescisso il contratto. Finché si è scoperto che tutto era nient’altro che bugie e diffamazione.
Ora l’attore è partito militare, e la speranza è di rivederlo sugli schermi al suo rientro. Sta di fatto che, a dispetto della sua innocenza, attualmente non è sotto alcuna agenzia e non si hanno sue notizie da quasi un anno e mezzo.
Potrei portare molti altri esempi, ma mi fermo qui. Ho il sospetto, leggendo forum stranieri online, che le persone guardino alle vite di questi idol (al loro successo come alla loro rovina) proprio come se fosse il copione di un film. Non accettano che possano essere umani, fragili, fallibili. Che possano cadere, ma anche rialzarsi. E’ come se identificassero gli attori con i personaggi dei loro drama preferiti: bellissimi e perfetti. Ma così facendo, rendono loro un pessimo servizio, perché li caricano di aspettative irreali dalle conseguenze potenzialmente disastrose.
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