The Untamed: il libro Mondadori tra aspettative e controversie

The Untamed Mondadori libro controversie

Come vi avevo anticipato in un precedente articolo, che vi lascio qui, a marzo la Mondadori ha lanciato sul mercato il primo volume di Mo Dao Zu Shi, opera di Mo Xiang Tong Xiu che ha dato vita al popolare drama The Untamed.

La serie, nota internazionalmente con il titolo Grandmaster of Demonic Cultivation, aveva già conquistato una notevole fanbase in Italia, dove diverse traduzioni non ufficiali circolavano da tempo tra i fan. L’annuncio di Mondadori ha pertanto generato grande entusiasmo.

Tuttavia, le cose non sono andate esattamente come previsto. Accanto all’euforia per l’attesa uscita, sono emerse delusioni e polemiche. Dopo aver acquistato e letto il romanzo, e aver seguito da vicino la controversia, sono pronta a condividere con voi le mie riflessioni e a spiegarvi cosa non ha funzionato.

Prima di immergerci nei dettagli specifici relativi alla traduzione e alle questioni che hanno scatenato le polemiche dei fan, vorrei sottolineare che ho trovato la prosa piacevole da leggere e scorrevole. Questo rende l’esperienza di lettura assai invitante, permettendo al lettore di immergersi facilmente nell’universo narrativo di Mo Dao Zu Shi senza ostacoli linguistici.

Gran Maestro Scuola Demoniaca Mondandori

Il primo volume della saga di The Untamed

Questo romanzo racconta le avventure di Wei Wuxian, il temibile Patriarca di Yiling, considerato il fondatore delle tecniche ‘demoniache’ di coltivazione. La notizia della sua morte viene accolta con grande sollievo dagli esponenti di tutti i grandi clan. Quando, 13 anni dopo, Wei Wuxian si risveglia nel corpo di un giovane che si è sacrificato per ottenere vendetta grazie a lui, dovrà di nuovo fare i conti con il suo passato. Accanto a lui si schiera Lan Wangji, cultore dall’arte raffinata e dall’intransigente moralità. I due inizieranno a fare luce su una serie di cupi misteri.

Se volete leggere la recensione completa del drama The Untamed basato sul romanzo, cliccate qui.

Ora esploreremo la controversia che ha seguito le scelte di traduzione in questo testo. Spiegherò cosa ha suscitato l’indignazione dei fan e cercherò di analizzare le possibili ragioni dietro queste decisioni. Condividerò anche il mio punto di vista sulla questione.

Una delle prime polemiche è legata ai tagli e ai rimaneggiamenti apportati al testo originale. Negli anni, i fan hanno avuto accesso a traduzioni in lingua straniera e ad altre versioni non ufficiali, anche in italiano, che hanno permesso loro di familiarizzare con il contenuto originale. Questo ha reso i fan particolarmente esigenti e consapevoli, generando malcontento di fronte alla nuova traduzione Mondadori.

La traduzione degli onorifici ne Il Gran Maestro della Scuola Demoniaca

La traduzione, curata da Maria Teresa Trucillo, si distingue per chiarezza e linearità. Tuttavia, gli appassionati di Mo Dao Zu Shi (MDZS, per brevità) criticano questa versione per aver eccessivamente appiattito il ricco tessuto narrativo e mitologico della storia, semplificando elementi che aggiungono profondità e colore al mondo descritto.

In particolare, il testo rende in italiano tutta una serie di termini e onorifici. Un esempio su tutti: Lan Zhan. Nel romanzo Mondadori viene chiamato con uno straniante e italianissimo «Portatore di Luce». E’ scorretto? No. Ma fa uno strano effetto. Proviamo a capirne di più.

Lan Zhan è il nome di battesimo. Il nome di cortesia è Lan Wangji, cioè il nome che si assegna dopo il compimento della maggiore età – segno non solo dell’ingresso nell’età adulta ma di rispetto. Tutti i personaggi usano il nome di cortesia. Il nome proprio viene utilizzato solo da chi è in rapporti intimi o molto stretti con la persona. Nel caso specifico, da Wei Wuxian. Quando sono gli estranei ad utilizzare il nome proprio, questo assume una sfumatura dispregiativa.

Lan Zhan ha anche altri nomi. Hanguang-Jun (Portatore di Luce) e Lan Er-Gongzi, ossia Secondo Giovane Maestro – poiché Lan Zhan è il secondogenito del Clan Lan di Gusu. Anche in questo caso, si tratta di onorifici utilizzati per mostrare rispetto e deferenza.

Nel testo della Mondadori, non c’è traccia di tutta questa opulenta complessità e di queste spiegazioni. Lan Zhan viene sempre e solo chiamato «Portatore di Luce»: il che è facile, chiaro, immediatamente comprensibile ma anche semplicistico e riduttivo.

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E’ vero: stare dietro a molti personaggi – ognuno dei quali ha 3 o 4 nomi differenti – è sfidante. Tuttavia, i titoli dei personaggi non sono meramente decorativi; rivelano tratti essenziali della loro personalità e del loro ruolo nella narrazione. Questa complessità arricchisce l’esperienza di chi legge o guarda, offrendo un’immersione profonda nel mondo dettagliato creato dall’autrice e fornendo indizi sottili sulle dinamiche e relazioni interpersonali. Per maggiori dettagli, vi rimando all’ultimo paragrafo con un elenco di nomi e significati.

La decisione di snellire la traduzione eliminando gli onorifici e adattandoli all’italiano, sebbene renda il testo più accessibile, lo appiattisce, privando i lettori delle sfumature che danno profondità e autenticità. Questa scelta, pur semplificando l’accesso al testo, rischia di sottrarre al lettore la ricchezza linguistica e le peculiarità che rendono unica l’opera, compromettendone così il suo fascino e la capacità di immergere completamente il lettore nel contesto culturale originario.

Scelte discutibili di traduzione

Ci sono poi tutta una serie di traduzioni che hanno suscitato stupore e disappunto. Porto degli esempi concreti.

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Nella versione Mondadori, la spada spirituale di Lan Zhan, Bichen, viene chiamata «colei che schiva la polvere del mondo».

Nel contesto cinese la polvere metaforicamente si riferisce alle questioni mondane, e allude a un distacco dal mondo materiale che ben riflette la personalità di Lan Zhan. La traduzione «colei che schiva la polvere del mondo» sembra troppo letterale e non coglie l’essenza spirituale del termine originale. Inoltre, “schivare” implica un’azione più attiva e fisica rispetto al più contemplativo “evitare”.

Interessante anche la traduzione data alla Residenza del Clan di Gusu, ovunque accreditati come i Meandri della Nuvole, ma resi nella versione Mondadori con l’espressione Dedalo di Nubi.

Se è vero che entrambi i termini, “dedalo” e “meandro”, evocano l’idea di percorsi complessi e intricati, comunicano però due immagini differenti.

Dedalo di Nubi evoca una sensazione di complessità e mistero, associata al labirinto. Questo suggerisce confusione e persino un vago senso di oppressione che mal si accorda con la pace, il rigore e l’austera serenità che regnano in quel luogo.

Meandri delle Nuvole, invece, rende bene l’immagine di sobria eleganza e calma contemplativa che è propria del Clan di Gusu.

Il genere xianxia e la famiglia marziale

Il romanzo appartiene al genere xianxia, un sottogenere della narrativa fantasy cinese che attinge alla mitologia, alla spiritualità taoista e alle arti marziali tradizionali. La parola “xianxia” può essere tradotta letteralmente come “immortale eroico” e si riferisce a storie incentrate su personaggi che aspirano a diventare immortali attraverso la pratica della coltivazione spirituale.

Questa precisazione è importante perché ci permette ci comprendere molti aspetti del romanzo, tra cui i nomi dei personaggi.

In MDZS i personaggi sono organizzati in clan, ognuno dei quali specializzato in particolari forme di arti marziali. All’interno di questi clan, anche se i membri non sono legati da vincoli di sangue, le persone si rivolgono l’uno all’altro con termini fraterni come shidi (fratello marziale minore), shimei (sorella marziale minore), shijie (sorella marziale maggiore) e shibo (zio marziale).

Questi appellativi, che rafforzano il senso di comunità e gerarchia all’interno dei clan, sono stati purtroppo semplificati e mutilati nella traduzione di Mondadori, fino al punto da diventare incomprensibili. Il fratello e la sorella marziale diventano il fratello e la sorella “giurata”… In questo modo, evocano in italiano il “nemico giurato”. Una scelta che, se è vero che riecheggia quella del drama The Untamed, è anche a mio avviso molto infelice.

Peraltro, nelle schede esplicative che si trovano alla fine del romanzo, non c’è traccia delle spiegazioni dei complessi rapporti familiari nelle famiglie marziali dei clan. Spiegando la relazione tra fratello e sorella “giurati”, si parla genericamente di un rapporto basato su un qualche patto d’onore. Il che, ancora una volta, è segno di una semplificazione eccessiva e di una banalizzazione del contesto culturale e delle dinamiche interpersonali che caratterizzano l’opera originale.

Passiamo ora ad analizzare le strategie editoriali della Mondadori, che ha pubblicato il primo volume del romanzo a marzo. Da quello che ho letto online è subito andato sold out. Questo fatto è chiaramente indicativo dell’intenso interesse e dell’entusiasmo del pubblico. Ciò mette in luce non solo la popolarità dell’opera, ma anche la forte attesa da parte dei lettori, ansiosi finalmente di accedere dopo tanti anni a una traduzione ufficiale.

Posso dire di essere stata tra le prime a sentire quell’entusiasmo, che però è rapidamente scemato quando mi sono resa conto di due aspetti frustranti.

  1. Il volume pubblicato si riduce a un mero copia-e-incolla della versione inglese, illustrazioni incluse. L’unica differenza? La copertina rigida. Nessun tentativo di offrire qualcosa di nuovo al pubblico italiano, il che è profondamente deludente, specialmente per coloro che possiedono già l’edizione inglese, e che costituiscono gran parte degli acquirenti.
  2. Non credo di essere l’unica “bingiatrice” qui, ossia la sola che avrebbe desiderato immergersi in lunghe e deliziose ore di lettura una volta acquistati i romanzi Mondadori. Ora, capisco l’impossibilità di pubblicare tutti i volumi della saga simultaneamente. Tuttavia, lasciare i lettori in un limbo indefinito, senza dare alcuna indicazione sulle prossime uscite, è francamente inaccettabile. Quanti volumi sono previsti? Quattro? Cinque? E quando verranno pubblicati? Con quale scadenza? Uno all’anno? Significa che ci vorranno quattro o cinque anni per poter leggere l’intera saga? È assurdo e sopravvaluta la pazienza e la fedeltà di noi lettori.

Anche io, come tanti, avevo a suo tempo letto la versione non ufficiale del romanzo MDZS che circolava online. Ho quindi avuto la possibilità di fare un paragone tra le due traduzioni, e posso dire con quale mi sono sentita più a mio agio, e quale ho trovato più ‘immersiva’ e coinvolgente.

The Untamed Libro Mondadori traduzione italiano

Senza dubbio, la versione non ufficiale si rivela straordinariamente più completa. È arricchita da note a piè di pagina, capitoli aggiuntivi, corollari e spiegazioni dettagliate. Include descrizioni approfondite dei termini cinesi, delle aree geografiche e delle leggende – tutti elementi fondamentali che permettono al lettore di immergersi completamente nell’atmosfera dell’opera. Questo livello di dettaglio non solo arricchisce l’esperienza di lettura, ma è essenziale per comprendere appieno il contesto e la cultura in cui il romanzo è ambientato. Il che, alla fine, è esattamente il motivo per cui si sceglie di leggere questo tipo di narrativa.

Il MDZS della Mondadori esce sbiadito e infiacchito dal confronto. Capisco l’intento di voler raggiungere un ampio pubblico e rendere il testo accessibile a tutti, ma in questo modo non solo si è delusa la fanbase più fedele e attiva (quella anche più propensa all’acquisto del libro), ma si impedisce ai nuovi potenziali lettori di accedere alle ricche sfumature che caratterizzano l’opera originale. In definitiva, questa scelta editoriale non solo rischia di alienare i lettori più appassionati, ma anche di limitare l’apprezzamento e la comprensione di chi si avvicina per la prima volta a questa narrazione.

Infine, i miei two cents sulla pubblicazione del primo volume del Gran Maestro della Scuola Demoniaca sono questi. L’assenza di un piano editoriale chiaro mina la fiducia e l’entusiasmo verso l’editore. In un’epoca in cui l’accesso ai contenuti è più immediato e variegato che mai, mantenere i lettori all’oscuro e aspettare un tempo indefinito per la conclusione di una serie coincide con una perdita di interesse, soprattutto quando alternative più accessibili sono a portata di mano. Gli editori devono riconoscere l’importanza di rispettare e valorizzare il tempo e l’impegno dei lettori, offrendo trasparenza e coerenza nella programmazione delle pubblicazioni. Questo non solo manterrebbe viva l’attenzione, ma rafforzerebbe anche il legame tra lettore e casa editrice, costruendo una fanbase leale e impegnata.

Wei Wuxian (无羡) = senza invidia

Suibian (随便) – la spada spirituale di Wei Wuxian = come vuoi

Lan Wangji (忘机) = Lan significa “blu”. Wangji deriva da una frase taoista: «Non cercare fama o ricchezza, dimentica le cose terrene e sii in pace con il mondo».

Hanguang-Jun (含光君) = il gentiluomo che contiene e possiede luce

Lan Sizhui (思追) = rimuginare, ossessionato dal ricordo

Chenqing (陈情) – il flauto traverso (dizi) di Wei Wuxian = esprimere emozioni

Liebing (裂冰) – il flauto di Lan XiChen = ghiaccio che si spacca

Approfondimento

Leggi qui la Recensione del C-drama The Untamed (2019). Scopri la bellezza della bromance tra i due protagonisti, i dettagli nascosti alla censura che rivelano il loro amore e molto altro…

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