Eccoci arrivati al secondo capitolo dedicato alla miniserie che smonta il fenomeno dei nuovi book influencer. Un viaggio in tre tappe, per esplorare cosa si nasconde davvero dietro classifiche, challenge estreme e l’hype letterario che domina i social.
La volta precedente abbiamo analizzato il modo in cui questi contenuti influenzano il nostro rapporto con i libri, mettendo spesso al centro numeri e visibilità piuttosto che il piacere autentico della lettura. Ma per capire davvero come siamo arrivati a questo punto, è importante fare un passo indietro e scoprire le origini del fenomeno.
Pronti? Partiamo!
La nascita dei book influencer
Il fenomeno dei book influencer nasce da una passione condivisa: parlare di libri in modo diretto e accessibile. L’interesse per la lettura ha cominciato a trovare spazio sui social, dove ogni piattaforma ha generato il suo specifico tipo di influencer letterario: i Bookstagrammer su Instagram, i BookTuber su YouTube e, più recentemente, i BookToker su TikTok.
Ciascuno di questi creator si rivolge a community di appassionati, creando gruppi di lettura, scambiando consigli e abbracciando la cultura del libro in un’ottica social, molto diversa dal classico mondo della critica letteraria. In un certo senso, si è raccolta l’eredità dei vecchi blog letterari, portando la recensione in un contesto visivo diretto e, soprattutto, più giovane e informale.
Ciò che ha reso i book influencer popolari è la loro spontaneità e la capacità di parlare di libri “da lettori a lettori”, senza toni accademici. È questo approccio semplice che ha attratto grandi community, rendendo le loro opinioni non solo un consiglio di lettura, ma uno stimolo a esplorare nuovi titoli. Invece di limitarsi ad annunciare un libro, i book influencer creano curiosità, e spesso danno una seconda vita anche a opere meno recenti o a romanzi di piccole case editrici.
Il vero boom, però, è arrivato con TikTok.
Il fenomeno #Booktok: luci e ombre
L’hashtag Booktok è il trend di contenuti letterari sulla piattaforma TikTok, e ha preso piede rapidamente a partire dal 2020, trasformandosi in una vera e propria corrente di contenuti video. Nato negli Stati Uniti, si è poi diffuso a livello globale, portando alla creazione di video che puntano a una descrizione emozionale dei romanzi, pensata per suscitare curiosità e attrarre nuovi lettori.
Numeri impressionanti raccontano l’impatto di BookTok: oltre 162 miliardi di visualizzazioni a livello mondiale tra il 2020 e il 2023, con 2,5 miliardi solo per #BookTokItalia. Un fenomeno così rilevante da entrare ufficialmente nel linguaggio. Nel 2023, Treccani ha incluso BookTok e il suo derivato BookToker tra i nuovi neologismi.
L’impatto di BookTok sull’editoria è stato enorme. Grazie alle community, molti titoli sono arrivati al grande pubblico, spesso rilanciando autori di nicchia e romanzi poco noti. In Italia, ad esempio, il trend ha generato boom di vendite, tanto che l’Associazione Italiana Editori ha rilevato un incremento di circa il 20% nel valore di mercato rispetto al periodo pre-pandemia. E non è un caso che al Salone del Libro di Torino del 2023 TikTok sia stato partner ufficiale, con uno stand dedicato a scrittori, BookToker e case editrici, un evento che ha segnato un momento di svolta per il settore.
Il successo di BookTok però non è però privo di critiche. Alcuni sostengono che il formato dei video brevi penalizzi la profondità delle recensioni e favorisca un approccio superficiale. Il rischio, per i critici di professione, è che la valutazione di un libro si basi troppo sulle emozioni del singolo influencer, creando una visione distorta o troppo personale.
Nonostante le polemiche, il fenomeno ha di fatto cambiato le regole del gioco, offrendo nuovi canali di promozione e dimostrando che il mondo dei social ha un’enorme capacità di influenzare il settore editoriale e le scelte di lettura – soprattutto tra i giovani.
Le challenge: quando leggere diventa una sfida
E a proposito di regole… Ce n’è una che domina il mondo dei social, ed è questa: più è assurdo, meglio è! Sarebbe troppo semplice limitarsi a leggere e consigliare un romanzo, vero? Il book influencer deve fare di più. Nascono così le famigerate challenge. Ve ne racconto qualcuna.
Cominciamo con la classica «7 libri in 7 giorni». Già di per sé, una bella sfida! Come svegliarsi ogni mattina e dirsi «Bene, oggi mi leggo un libro intero… per una settimana!». Roba che ti lascia giusto il tempo di mangiare e dormire. E se pensate che sia impegnativo, aspettate. Perché c’è anche la versione “hardcore”: «5 libri in 1 giorno». Sì, avete capito bene. Una sfida degna di chi vede la lettura come uno sport estremo, evidentemente.
Poi abbiamo la mitica «Rory Gilmore Challenge»: l’obiettivo è leggere tutti i 339 libri menzionati in Una mamma per amica. E non è finita perché, se vi sentite davvero intellettuali, potete lanciarvi nella «BBC Challenge», ovvero: leggere i 100 libri consigliati dalla BBC. Perché cosa c’è di meglio che affidare la propria lista di lettura a un ente britannico per sentirvi finalmente all’altezza di un tè con la Regina?
Ma per chi ama le sfide lampo, c’è la maratona delle 24 ore, ovvero la challenge «Quanti libri riesco a leggere in 24 ore?» Caffè a litri e buonanotte al sonno! Per non parlare dei creator che fanno le «Recensioni lampo: 15 libri in meno di 15 minuti». Riescono a recensire un libro in un minuto, e poi via, si passa al prossimo, senza fermarsi a respirare.
E dulcis in fundo, la regina delle challenge: «25 libri in 25 giorni». Ci si sfida a leggere un libro al giorno per quasi un mese. Il traguardo qui non è neanche ricordarsi di cosa parlano i libri, ma arrivare alla fine senza incrociare gli occhi!
Devo ammettere che, facendo ricerche per questo episodio, mi sono divertita molto a scoprire nuove challenge. Alla fine, non fanno male a nessuno e strappano anche qualche risata. Ma ce n’è una, per fortuna poco diffusa, che devo assolutamente segnalarvi per la sua assurdità. Si tratta di una sfida annuale in cui le creator si propongono di fare il giro del mondo attraverso la letteratura, leggendo autori provenienti da ogni parte del globo.
Un’idea bellissima, sulla carta. Anzi, potenzialmente geniale per scoprire scrittori di nicchia e voci che altrimenti non avremmo mai letto. Così ho iniziato a seguire con interesse i vari update, immaginandomi già una lista di autori internazionali e storie da ogni continente che avrei potuto annotarmi.
Poi ho capito come funzionava veramente. Non venivano scelti autori di Paesi diversi, no… Si cercavano invece romanzi in cui si sospettava che almeno una scena si svolgesse in un determinato Paese. Insomma, una sorta di giro del mondo in tot libri, dove il criterio era (cito la creator): «Mi pare di aver capito che il protagonista a un certo punto attraversi il Paraguay in macchina, quindi check!, aggiungiamo il Paraguay alla lista». Ops!
Libri e Social: cosa salvare? Anticipazioni sul prossimo articolo
A questo punto, qualcuno potrebbe obiettare che forse sono troppo severa. In fondo, il grande input dato dai social ai libri ha avuto il pregio di avvicinare le giovani generazioni alla lettura, creando un interesse che probabilmente senza TikTok o YouTube non sarebbe mai nato. Ed eccoci di fronte all’annosa questione del «Purché si legga, va bene tutto?» Una domanda complessa, che apre a un dibattito più ampio sull’effettivo valore della lettura nell’era dei social.
Ne parleremo nel prossimo e ultimo articolo, dove analizzeremo anche i generi narrativi che i social hanno (ri)portato in auge. Cercheremo di capire se davvero tutto è da stroncare o se, tra classifiche, challenge e contenuti virali, c’è qualcosa che merita di essere validato e salvato.
Se, però, siete curiosi e non riuscite ad aspettare, potete già ascoltare l’episodio completo del podcast 7 Libri in 7 Giorni: Stroncare i Nuovi Book Influencer. Lo trovate qui sotto!
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