Abbiamo già visto molte curiosità sulla Corea e i coreani… ma le cose da dire non sono finite.
Con la sua miscela unica di tradizioni millenarie e modernità sfrenata, la Corea del Sud continua a incuriosire. In questo viaggio attraverso il Paese della calma mattutina e delle luci al neon, esploreremo altre 7 curiosità intriganti che ci permetteranno di gettare uno sguardo sulla sua affascinante identità culturale.
I pericoli del ventilatore
In Corea è circolata a lungo la credenza secondo la quale le persone possono subire danni irreparabili a causa del ventilatore acceso in una stanza chiusa senza finestre aperte.
Fino a non molto tempo fa le persone ritenevano che il flusso d’aria generato dal ventilatore potesse causare vari problemi, tra cui ipotermia, asfissia, nausea e paralisi – e potessero essere tanto gravi da portare nei casi estremi addirittura alla morte.
Non è chiaro dove sia nata questa convinzione. Sta di fatto che è durata fino alla metà degli anni 2000! Alcuni ritengono che sia stato lo stesso Governo a fomentare tale credenza per frenare l’utilizzo di energia delle famiglie durante la crisi energetica che investì il Paese negli Anni ’70.
Inchiostro rosso
In Corea, scrivere il nome di qualcuno con l’inchiostro rosso è considerato di cattivo auspicio e può essere percepito come un presagio di morte.
Ma per quale motivo? Questa superstizione ha radici culturali profonde. In passato l’inchiostro rosso era utilizzato per annotare i nomi dei defunti nei registri di famiglia e sugli stendardi funebri. Si riteneva infatti che il colore rosso avesse il potere di allontanare gli spiriti maligni.
Ancora oggi molte persone in Corea evitano di scrivere i nomi con l’inchiostro rosso, specialmente quando si tratta di situazioni ufficiali o formali.
Il Natale in Corea del Sud
Siamo ormai a Dicembre… tempo di festività! Se in gran parte del mondo il Natale è una giornata che si dedica alla famiglia, in Corea non è proprio così.
Il Natale è la giornata delle coppie, assimilabile al nostro S. Valentino. In Corea il 25 Dicembre diventa un’occasione per trascorrere del tempo con la dolce metà, celebrando il proprio amore. Scambiarsi regali non è così usuale. In compenso è tipico svolgere attività di coppia. Andare al parco giochi o a pattinare sul ghiaccio sono esperienze che gli innamorati coreani fanno con piacere.
Le festività che i coreani dedicano alla famiglia sono il Seollal, ossia il Capodanno lunare, e il Chuseok, la festa del raccolto che spesso viene paragonata al Giorno del Ringraziamento. In queste occasioni, i parenti si riuniscono onorando gli antenati e trascorrendo del tempo assieme.
Make-up per uomini e donne
In Corea la bellezza è una faccenda tremendamente seria, sia per gli uomini che per le donne! Entrambi fanno uso quotidianamente di make-up, e ci tengono ad apparire al meglio.
Vi riporto la mia esperienza. Quando stavo a Seoul, un fatto che mi colpì molto fu notare che tutti i ragazzi coreani che incontravo e con cui parlavo avevano sopracciglia curatissime. Erano perfettamente rifatte, pelo per pelo, come quelle dei nostri amati attori. Vi dirò: sicuramente più belle delle mie!
Monte Paektu: simbolo dell’unità tra Corea del Nord e Corea del Sud
Il monte Paektu è un luogo particolarmente significativo da un punto di vista geografico, storico e culturale. Situato al confine tra la Corea del Nord e la Cina, è il simbolo della tanto auspicata riunificazione tra il Nord e il Sud.
Il monte Paektu è considerato sacro sia per la Corea del Nord che per la Corea del Sud. Si dice sia il luogo di nascita di Kim Jong-il, che ha governato la Corea del Nord dal 1994 al 2011 e che in realtà nacque in un campo militare siberiano.
Non solo. Il monte è associato alla Leggenda di Dangun, particolarmente importante nella mitologia coreana perché rimanda alla fondazione del Regno di Gojoseon, ritenuto il primo Regno della penisola.
La leggenda narra la storia di Dangun, il fondatore mitico di Gojoseon, che nacque dal cielo e dalla terra. La madre di Dangun era un’orsa che desiderava diventare umana. Attraverso la sua devozione e le sue suppliche, ricevette il dono di trasformarsi in una donna e sposò Hwanung, una divinità celeste. Dangun nacque da questa unione.
Secondo la leggenda, Dangun fondò Gojoseon nel 2333 a.C., governando come il primo sovrano della Corea per 1500 anni. La sua ascesa al potere è associata proprio al monte Paektu. E’ chiaro quindi che questa leggenda contribuisce a intrecciare il monte Paektu con la storia e l’identità della Corea unita.
A dimostrazione di quanto questo luogo sia significativo per entrambe le nazioni, compare nell’inno nazionale nordcoreano e sudcoreano!
Perché i nomi coreani sono composti da tre sillabe
In Corea, i nomi tradizionali sono spesso formati da tre sillabe, suddivise in un cognome (il primo elemento) e un nome proprio (gli altri due elementi).
Molto spesso i nomi coreani hanno significati cinesi. Questo perché fino all’invenzione dell’Hangul (l’alfabeto coreano) nel XV secolo, i nomi erano scritti utilizzando gli Hanja, ossia i caratteri cinesi.
La questione relativa ai nomi in Corea è decisamente complessa e non pretendo di darne qui un quadro esauriente. Vi basti sapere che a partire dalla fine degli Anni ’70 si è diffusa l’abitudine di dare ai figli nomi nativi coreani: ad esempio A-reum, che in coreano significa ‘bellezza‘ e non ha un corrispettivo hanja. Tuttavia, è rimasta la pratica di mantenere le due sillabe… che è largamente popolare, pur non mancando le eccezioni.
Non è insolito che i genitori consultino uno sciamano prima di scegliere il nome dei propri figli. Si pensa infatti che un buon nome porti fortuna al nascituro, mentre un nome inappropriato possa segnare negativamente il destino del bambino. Per questo spesso i nomi coreani hanno dei significati potenti. Ad esempio: l’attore Kang Ha-neul ha un nome proprio che significa “cielo” (하늘 in coreano).
Quando ero in Corea io stessa fui in qualche modo ‘battezzata’ con un nome coreano. Mi fu dato il nome di Lee Saet-byeol (이 샛별), che potremmo tradurre con l’espressione “stella del mattino, stella nascente”.
Lo Sciamanesimo in Corea
Dato che abbiamo citato lo Sciamanesimo, proviamo ad approfondire… Quanti di voi hanno visto su Netflix I misteri del Cafè Minamdang, drama mistery del 2022 con un Seo In-guk in stato di grazia? In quella serie (che vi consiglio caldamente) l’attore coreano interpreta un carismatico e travolgente sciamano, impegnato nella risoluzione di un caso poliziesco.
La domanda è: quanto è praticato e seguito lo Sciamanesimo oggi in Corea?
Facciamo un passo indietro. In Corea gli sciamani vengono chiamati mudang, e sono figure che officiano rituali ponendosi come intermediari tra gli uomini e l’aldilà. Il loro ruolo è quindi quello di facilitare la comunicazione con gli spiriti, prevedere il futuro, risolvere i problemi.
Proprio per questa funzione di ‘connessione’, hanno sempre avuto un ruolo significativo nel tessuto sociale coreano benché – bisogna dirlo – probabilmente spesso più radicato nelle comunità rurali rispetto alle aree urbane.
Come emerge anche guardando I misteri del Cafè Minamdang, gli sciamani non sempre sono stati ben visti dalla comunità, tutt’altro. Poiché praticavano arti mistiche, mettendosi in contatto con l’aldilà, erano spesso emarginati e soggetti al pregiudizio della collettività.
Durante il periodo di modernizzazione e industrializzazione, lo Sciamanesimo ha subito un declino a causa della crescente influenza delle religioni organizzate e dei cambiamenti sociali. Tuttavia, di recente c’è stato un rinnovato interesse per le pratiche sciamaniche, viste come parte del patrimonio culturale coreano.
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