Eve è stato uno dei kdrama più attesi e seguiti dell’estate 2022. Siccome non guardo gli on air, ho aspettato che Viki finisse la messa in onda per bingiarlo, e devo dire che mai decisione è stata più intelligente. Eve è una serie avvincente, che tiene incollati allo schermo dal primo minuto all’ultimo, regalando la sensazione che le puntate volino.
Questo significa che è una bel drama? Non proprio.
Eve, trama e protagonisti
Lee Ra-El (Seo Yea-ji) era una ragazzina quando suo padre venne brutalmente ucciso e sua madre scomparve nel nulla. Lei stessa fu vittima di orribili violenze, di cui tuttora porta i segni sul corpo.
I responsabili di questa tragedia familiare furono un gruppo di uomini molto ricchi e potenti, capitanati dal Primo Ministro Han Pan-ro, spietato e corrotto, e dal suo braccio destro Kim Jeong-chul.
Lee Ra-el passa i successivi 13 anni a elaborare la sua vendetta. Cambia nome, si infiltra nell’alta società di Seoul e seduce Kang Yoon-kyum (Park Byung-eun), Presidente del Gruppo LY e genero di Han Pan-ro.
La protagonista, Lee Ra-el / Kim Sun-bin
Protagonista assoluta di Eve, Seo Yea-ji dà vita a un personaggio magnetico di cui la macchina da presa è smaccatamente innamorata. Non si contano i primi piani sul suo viso, le riprese ravvicinate sui dettagli dei suoi magnifici outfit, i ralenti che enfatizzano i suoi gesti eleganti.
Il suo ingresso nel drama avviene in modo scenografico e ipnotico. Durante uno spettacolo al prestigioso asilo Liyan, Kim Sun-bin si esibisce in un conturbante tango che strega la platea.
Kang Yoon-kyum, seduto tra il pubblico accanto a sua moglie, Han So-ra, non può fare a meno di essere sedotto da quel ballo sensuale: ogni cenno, ogni sguardo è stato infatti pensato per farlo vacillare.
Le prime puntate scorrono come passi di danza. La vendetta di Kim Sun-bin si muove suadente e furtiva tra un matrimonio insincero, amicizie calcolate, eventi glamour e la scuola di danza dove trama le sue macchinazioni.
Poco da dire sull’interpretazione di Seo Yea-ji: si vede che c’è un grande lavoro di preparazione alle spalle e che l’attrice si sforza molto. A mio avviso, però, non hanno giovato le troppe (troppe!) leziosità registiche che elencavo sopra, i primissimi piani, gli sguardi in camera, i ralenti, e lo sfoggio francamente eccessivo e fuori contesto di outfit, acconciature e trucchi elaborati, che sono davvero inutili ai fini della trama. Non è Il Diavolo veste Prada in Korea, per capirci.
E’ lo stesso problema rilevato in Hotel del Luna: quando, guardando un film o una serie, si viene distratti più dal tacco vertiginoso dell’attrice che dalla sua performance; quando si contano i cambi d’abito invece che perdersi nella storia – be’, significa che qualcosa a livello di trama, scrittura, recitazione o regia sta andando storto.
Il main lead, Kang Yoon-kyum
E’ l’uomo più ricco di Corea, sposato alla figlia del Primo Ministro, serioso e capace. Nasconde però cicatrici e ferite che vengono da lontano – alcune reali. Nonostante la sua posizione, ha vissuto tutta la vita come un burattino nella mani di uomini più potenti e senza scrupoli di lui.
Kang Yoon-kyum è un personaggio complesso, non facilmente definibile. Né buono né cattivo, vittima del suo passato, vittima della sua passione e di una vendetta contro cui è disarmato, vittima di una moglie controllante e di logiche di potere più grandi di lui, emana un certo carisma.
Tuttavia sospetto che il merito sia da attribuire più all’interprete che alla scrittura del personaggio. Apprezzo tanto Park Byung-eun. Già ai tempi di Because this is my first life (dove pure non aveva un ruolo di primo piano) mi aveva molto colpito la sobrietà e la solidità delle sue doti attoriali.
In Eve purtroppo non convince. Spesso la sua espressione, che dovrebbe essere stupita, addolorata o confusa (a seconda), risulta troppo spesso intorpidita e offuscata. Molto buona invece la sua performance nella puntata 13, quando ha il confronto decisivo e più ‘fisico’ con la protagonista.
Eve: perché è un drama mediocre
Ho guardato l’intero drama in due giorni: non proprio il segnale che ci si aspetta da una seria che delude… La prima parte mi è piaciuta molto, e ho trovato che avesse delle ottime premesse, per quanto niente affatto originali.
Già dalla prima puntata, ho riconosciuto echi chiarissimi di due serie americane: Revenge (2011) e Big Little Lies (2017). C’è molto delle serie TV americane in questo drama: una skinship più audace rispetto al solito, scene di ‘nudo’ suggerite, sesso e baci appassionati. Una colonna sonora più ‘occidentale’, con meno OST e brani più tradizionalmente strumentali.
Anche il ritmo richiama le serie americane, perché è serrato, veloce, avvincente, e ogni puntata termina con il classico cliffhanger che invita a schiacciare Play sulla puntata successiva.
Eve è come la sua protagonista: fatto per sedurre. E mi ha sedotto – all’inizio. Poi, però, pur restando appassionante, si è rivelato solo un bell’involucro con niente dentro. Cerchiamo di capire insieme il perché.
Eve è un drama prevedibile (che però prende la direzione sbagliata)
Se come me siete approdati ai kdrama dopo aver bingiato per anni le serie TV americane, Eve vi sembrerà molto prevedibile. La prevedibilità di Eve non sarebbe un problema in sé, perché una storia ben raccontata è sempre una storia piacevole, anche quando si sa già come va a finire.
Diventa un problema quando la freschezza dello spunto iniziale (in questo caso, legare la vendetta alla seduzione tramite il tango – che viene presentato come strumento di guarigione) è completamente abbandonata.
Siamo stati letteralmente ‘sedotti e abbandonati’ dall’ardente incontro tra una vendicativa femme fatale e un altezzoso CEO. La chimica tra i due è davvero scarsa, l’escamotage del tango è ben presto dimenticato. La lotta interiore tra il bisogno di ottenere giustizia e una passione bruciante… beh, la vediamo solo nelle intenzioni. Sullo schermo viene proiettato tutt’altro.
All’approfondimento dei personaggi, lo script preferisce improbabili colpi di scena, rapimenti, urla, inseguimenti in auto, vasi rotti e facce insanguinate. Insomma, hanno ragione coloro che definiscono Eve un makjang (genere di drama irrealistico, caratterizzato da elementi narrativi esagerati, poco credibili e talvolta ridicoli).
Questo mi porta al prossimo punto.
Eve è un drama che non sa a quale genere appartiene
Eve si presenta come un thriller di vendetta per poi diventare un drama melo-romantico che evolve in lotta aziendale tramite la lotta per un uomo. Si fa fatica a capire quale direzione prenda davvero. Il finale poi è un capolavoro di ruffianeria, giocato su un furbesco «E se…?» che strizza l’occhio a un ultimo, improbabile cliffhanger.
Questa confusione non giova alla coerenza della serie, che ne esce vaga nelle intenzioni e sconnessa nella realizzazione.
Eve perde allure nel corso delle puntate
In questo show a perdere allure sono molte cose. Ne citerò solo una, che per me è stata la più cocente.
Quando si parla di vendetta, una vendetta pianificata per così tanto tempo, è inevitabile il paragone con Il Conte di Montecristo. Il giovanissimo Edmond Dantès, il giorno prima di fidanzarsi, viene tradito da un gruppo di amici gelosi. Imprigionato, perde tutto ciò che ha e per i successivi 14 anni elabora il suo castigo. Lo metterà in atto cambiando identità e intrufolandosi segretamente nella vita di coloro che gli fecero del male.
Ring any bells? Peccato che Kim Sun-bin sia ben lontana dal possedere il machiavellico cervello di Edmond Dantès (aka Alexandre Dumas).
Stando alle premesse, Kim Sun-bin sembrava sarebbe stata un genio nella strategia della vendetta. In alcune occasioni la vediamo in effetti orchestrare qualche piano per far sì che i suoi nemici si facciano del male. Ad esempio, comunica alla moglie di Kang Yoon-kyum di aver scoperto modello di macchina e numero di targa dell’auto dell’amante, in modo da causare un incidente (livello di plausibilità -> 0).
In realtà, a parte rari exploit, questo Grande Piano di Distruzione dei suoi nemici rimane sempre piuttosto nebuloso, affidato al caso, al momento, all’aiuto dell’amico Avvocato e via discorrendo. Davvero deludente.
La vendetta di Eve: problemi di forma e contenuto
La vendetta è un sentimento primordiale, viscerale, che annienta ogni altra emozione. La vendetta è più bella quando è brutta e sanguinosa, cieca e ferale. Ma in Eve l’hanno voluta vestire elegante, darle un contegno, mai un trucco sbavato o un orlo fuori posto. E questo è il primo grande problema.
L’altro problema è che la vendetta di Lee Ra-el avrebbe dovuto consumarsi contro il Grande Cattivo, l’uomo dietro a tutto: il padre di So-ra, il Primo Ministro. Invece, quel che noi vediamo per un numero spropositato di puntate sono noiosi bisticci tra donne sposate che si contendono lo stesso uomo (il Presidente).
Qualcuno mi spieghi come e perché ottenere l’amore del Presidente comporti la rovina del Primo Ministro.
In Eve i personaggi non evolvono
L’impressione è che in tutto il drama i personaggi – da quelli ‘positivi’ a quelli negativi – non abbiano compiuto nessun percorso. Nell’arco di 16 puntate, solo il povero Kang Yoon-kyum ha un accenno di evoluzione, ma non posso dire che mi abbia entusiasmato. Vuoi per l’interpretazione ingessata di Park Byung-eun, vuoi per la sceneggiatura piena di buchi e incongruenze, il problema riguarda però tutti.
Prendiamo ad esempio il second lead, Seo Eun-pyung. Amico d’infanzia di Lee Ra-el, ex avvocato per i diritti umani, al fine di ottenere il potere di cambiare effettivamente le cose intraprende la carriera politica e diventa dapprima Deputato e poi membro dell’Assemblea Nazionale.
Di lui ci vengono dette due cose: che è un uomo retto e che è da sempre innamorato di Lee Ra-el. Sulle sue motivazioni, neanche una parola. Lo sfiora mai un dubbio? No. Si chiede se i metodi usati da Lee Ra-el siano leciti o giusti? Mai. Come un automa, abbraccia ciecamente la causa della ragazza dall’inizio alla fine. Inquietante e sinceramente poco credibile.
Eve, vale la pena guardarlo?
Nelle prime puntate, Eve ci fa una promessa. Ci promette che vedremo il modo in cui una giovane donna dal passato distrutto e infelice risorgerà dalle sue ceneri schiacciando cruentemente i nemici giurati della sua famiglia.
Ci promette che vedremo le prove raccolte in 13 anni di indagini. Scopriremo quale legame ha con la sua Maestra, che l’ha, sì, salvata un tempo, ma certo non solo per buon cuore. Quale ruolo ha quella donna nel suo piano di vendetta?
In tutto questo, si inserisce l’imprevisto disturbante dell’amore. Avrebbe potuto essere un elemento forte ed esplosivo, capace di far evolvere tutti i personaggi in direzioni insospettabili. Ma niente di tutto questo accade. Nessuna promessa viene infine mantenuta.
Ciò a cui assistiamo sono puntate in cui le mogli dell’alta borghesia si scontrano e si sputano veleno vicendevolmente, usano i figli come pedine (salvo poi dimenticarne quando non servono più), fanno sesso random con i sottoposti e hanno dialoghi nonsense sulle fiamme gemelle.
Per me quindi l’unico motivo ‘valido’ per vedere Eve resta il fatto che è avvincente, costruito ad hoc per ‘prendere’ lo spettatore. Qualitativamente è un prodotto veramente scarso, reso ancora più inappagante dal fatto che le premesse sembravano tanto buone.
Postilla 1. Seo Yea-ji e la danza
Seo Yea-ji mi ha rapito il cuore in It’s okay to not be okay, dove regala una performance strepitosa. Qui non uguaglia quel ruolo, ma non me la sento di attribuire la responsabilità all’attrice. E’ evidente che il personaggio di Lee Ra-el è cucito addosso a lei, ma in qualche modo le sta stretto e – come ho già detto sopra – la regia troppo leziosa e retorica non l’aiuta a esprimersi in pieno.
Vorrei aggiungere che, però, la danza non è proprio il suo ambito. Specie quando si ritrova a fare degli assolo, la sua rigidità è imbarazzante e come spettatore mi sono sentita a disagio. Invece di avvertire seduzione e incanto, ho sentito un pervasivo senso del ridicolo – e questo è un altro punto a sfavore del drama.
Postilla 2. La (brutta) faccenda dei figli
Accenno soltanto al modo davvero sgradevole in cui è stata trattata tutta la faccenda dei figli delle due coppie principali. Quelle povere bambine sono state maltrattate da tutti: dalla protagonista, in primis. E dal Presidente, che invece ci era stato descritto come padre amorevole.
Ma soprattutto, sono state maltrattate dalla sceneggiatura: prese e usate quando servivano a far progredire la trama. Dimenticate come oggetti di arredo quando non si sapeva più come sfruttarle.
Ma poi una curiosità. Nelle fotografie di famiglia del Presidente compare una figlia più grande. Che senso ha mostrarcela in foto, se poi nella serie non si vede mai? Che esempio di brutta, bruttissima sceneggiatura…
Postilla 3. Il finale
*** Attenzione: contiene spoiler ***
E infine arriviamo alla conclusione del drama. Benché non sia di certo un happy ending, non possiamo nemmeno definirlo un finale tragico. Lee Ra-el ha in qualche modo raggiunto il suo obiettivo, e si sente una donna liberata e proiettata verso il futuro (presumibilmente in compagnia di Mr. Perfetto, l’avvocato, brrr).
Parliamone. Nessuno mette in discussione che Lee Ra-el sia una donna dal passato tormentato, che ha subito ingiustizie e soprusi. Ma è anche una persona che ha scelto di diventare una manipolatrice sociopatica che non esita a servirsi dei bambini pur di raggiungere i propri scopi (criminali). Che non dimentichiamolo, sono la morte delle persone che l’hanno fatta soffrire.
Non so voi, ma al netto delle menate sul tango, le fiamme gemelle e i genitori morti ingiustamente, vederla infine sorridente e soddisfatta mi ha dato un senso di fastidio.
Attenzione! Questo non vuole essere un giudizio morale sul personaggio di Lee Ra-el. Vuole essere un giudizio estetico sul drama. Significa che da un certo punto in poi l’identificazione con la protagonista – per tutti i motivi sopra elencati – non è avvenuta, e io non mi sono immedesimata con la sete di vendetta di Lee Ra-el, né col suo amore tormentato e altalenante per il Presidente.
Questo è l’ultimo decisivo motivo che ha giocato a totale sfavore del drama, rendendolo per me un completo disastroso flop.
Voto: 4/10
Numero puntate: 16
Durata: 1h circa
Dove vederlo: Viki
Leggi altre Recensioni
Lascia un commento