Nei miei articoli ho sempre sostenuto che i kdrama avessero creato in noi appassionate delle aspettative irragionevoli (specie qui, dove vi racconto com’è davvero uscire con un coreano). Tuttavia c’è un’eccezione alla regola, ed è quando si instaura una vera e propria relazione. In quel caso – fermo restando che molto dipende dal temperamento della singola persona – fidanzarsi con un coreano ha delle caratteristiche diverse da quelle a cui siamo abituati noi italiani, e ora cercherò di fare chiarezza.
Tenete presente che si tratta sempre di generalizzazioni, e che tutto si basa sulla mia esperienza personale.
Cosa significa ‘fidanzarsi con un coreano’? Quali sono gli aspetti positivi e gli step fondamentali che attraversa la relazione? Che cosa comporta in termini pratici? Scopriamolo assieme!
La chiarezza delle intenzioni
Se c’è una cosa che io ho adorato fin dal principio qui in Corea del Sud, è stata l’assoluta chiarezza delle intenzioni. Le persone non girano intorno alle cose: sono sfacciatamente dirette. Dal tipo che al primo appuntamento mi ha portato davanti all’hotel per una notte d’«amore» al mio attuale ragazzo, che si è comportato come un gentleman, è impossibile fraintendere.
Se un uomo coreano è interessato a una relazione seria, non si sfugge alla regola dei 3 appuntamenti. Ammetto che credevo fosse una leggenda metropolitana, invece no. Ci si vede e si organizzano pranzi e cene per tre volte (in cui non ci sarà alcun contatto fisico).
L’uomo, poi, cercherà di organizzare tutto prima dell’appuntamento. I coreani, infatti, non amano lasciare le cose al caso. Oltre a cercare il posto giusto dove incontrarsi, i coreani preparano in anticipo gli argomenti di cui parlare durante l’appuntamento successivo. Potrà sembrare un’esagerazione, una mancanza di spontaneità. In realtà è un modo molto bello di esprimere interesse e cura verso di noi.
Tra un appuntamento e l’altro, il ragazzo manterrà un contatto tramite KakaoTalk. Scriverà messaggi non troppo intimi, ma gentili e premurosi. Più che altro – per mia esperienza – lo farà per ‘testare’ il nostro grado di coinvolgimento. Se vede che noi continuiamo a rispondere, lo prenderà come un segno che siamo interessate, e si sentirà più sicuro una volta arrivato il momento di dichiararsi.
Il momento della dichiarazione
Avete presente i millemila kdrama in cui i due main leads passeggiano per strada e a un certo punto lui, un po’ titubante, afferra la mano di lei? I due poi proseguono e camminano con le mani intrecciate senza dirsi una parola. Ecco, nella realtà avviene proprio così.
Nel mio caso, noi due eravamo in metropolitana. (Scoprirò solo a posteriori che lui si stava tormentando da un’ora su quale fosse il momento giusto per prendermi la mano). La metropolitana a un certo punto frenò – non si può dire bruscamente, ma quel tanto che basta per farmi oscillare. Fu quello l’attimo che lo fece decidere: senza che neanche me ne accorgessi, mi trovai catapultata nel mio «Giorno 1».
Ecco, con la skinship scatta la relazione. Ma non dovete immaginarlo voi, interpretando segnali di fumo, messaggi subliminali, linguaggio del corpo e geroglifici. Sarà lui a dirvelo in modo schietto affinché niente sia equivocabile.
Devo ammettere che per noi occidentali, abituati a relazioni poco chiare che si trascinano per mesi in direzioni che nessuno sa o vuole definire; in cui la parola ‘impegno’ è stata bandita e si preferisce rimanere in una zona grigia piuttosto frustrante, il «modo coreano» di affrontare le relazioni potrà sembrare troppo irruente. Io l’ho trovato pragmatico, efficace e molto rilassante.
Ci si impara a conoscere, si scoprono cose l’uno dell’altro, ci si prende le misure poco a poco – ma lo si fa all’interno di una relazione seria ed esclusiva. Il che per me è un aspetto del tutto positivo.
Un contatto costante: il cellulare è il vostro migliore amico
Anche questa credevo fosse una leggenda metropolitana, ma non la è. Dovete essere tipe un po’ romantiche e anche un po’ appiccicose per apprezzare la cosa (e io la sono…), ma una volta entrati in una relazione i coreani hanno un rapporto molto esclusivo con il loro cellulare.
Diciamo che se decidete di iniziare un rapporto con un coreano, si tratterà di una relazione a tre: lui, voi e lo smartphone. Dal buongiorno del mattino fino alla buonanotte, lui vi scriverà continuamente chiedendovi se avete pranzato, se avete freddo caldo come state come sta andando la giornata – e via discorrendo. Emoji, cuori e frasi romantiche si sprecano.
E’ quello che io ho sempre sognato. Ma, sì, questo genere di contatto costante e molto sdolcinato deve piacere…
I coreani amano (mostrare di) essere in coppia
Anche se la skinship in pubblico non è il loro punto forte, e si limita a un pudico mano nella mano, ci sono molti modi in cui i coreani amano mostrare di essere in coppia. E gli piace farlo perché fondamentalmente amano essere all’interno di una relazione.
Ad esempio, lo fanno scaricando App che contano i giorni della relazione, per poter poi celebrare le tappe fondamentali del rapporto (qui spiego il significato dei 100 Giorni). Lo fanno indossando anelli o accessori di coppia. Oppure ancora vestendo abiti abbinati – l’ho visto con i miei occhi per le strade di Seoul. O facendosi selfie ‘super-cute’, il più delle volte con le mascherine addosso!
I coreani sono iper-protettivi
Quest’ultimo punto è forse il più controverso, ma ugualmente rientra per me negli aspetti positivi. Anche se – come nel mio caso – si sta vivendo un ‘noona-romance‘ l’uomo coreano è iper-protettivo nei confronti della sua donna. Questo significa che la vede come una bambina da coccolare, proteggere e difendere.
Capisco bene che questo rappresenta un vera e propria barriera culturale tra mondo Occidentale e mondo Orientale. Molte donne (occidentali) potrebbero dire che non hanno bisogno di un uomo per essere protette e difese, e in linea di principio sono d’accordo. Ma io la vedo così: sono a tal punto pacificata con la mia femminilità che non devo affermare il mio potere di donna in ogni contesto con forza e decisione.
Posso concedermi questa magnifica oasi di pace che è la mia relazione, nella quale vengo trattata con amabilità, cura e sensibilità. E, sì, talvolta anche come una bambina. Proprio come una bambina mi permetto di giocare e guardare al futuro con speranza. Per me è rasserenante, e mi consente di tirar fuori la dolcezza che c’è in me.
Ecco, questi erano gli aspetti positivi dell’essere in coppia con un uomo coreano. Voi cosa ne pensate? Credete che le barriere culturali possano essere superate o alla lunga siano insormontabili? A presto con nuovi contenuti!
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