Quando si parla di etica e trasparenza nel settore bancario, si pensa a regolamenti rigidi, controlli stringenti e misure disciplinari severe.
Ma in Giappone, la Shikoku Bank ha deciso di spingersi oltre: i suoi dirigenti, incluso il Presidente, hanno firmato un giuramento di sangue, impegnandosi a non commettere frodi o appropriazioni indebite. Se scoperti a rubare il giuramento prevede il seppuku, il suicidio rituale giapponese che affonda le radici nella tradizione samurai.
Questa notizia, emersa in Giappone nel novembre 2024 ma da noi solo ora, ha sollevato un’ondata di discussioni, sia in in patria che all’estero. È una forma estrema di trasparenza e responsabilità, oppure un gesto anacronistico e inquietante?
Le origini della pratica: un ritorno alla tradizione samurai
La Shikoku Bank non è nuova a questa idea. Nel 1878, quando l’istituto era conosciuto come la 37ª Banca Nazionale, tutti i dipendenti firmarono un documento simile per garantire la loro integrità professionale. L’idea alla base era semplice: chi tradiva la fiducia dei clienti doveva pagarne le conseguenze con il proprio onore.
Questa pratica si ispira direttamente al Bushidō, il codice d’onore dei samurai, che imponeva valori come lealtà, coraggio e onore. Il seppuku era il gesto estremo di chi, sentendosi indegno o macchiato da un fallimento, decideva di porre fine alla propria vita con dignità.
Il caso Mitsubishi UFJ e la crisi di fiducia
Perché riproporre questa usanza nel 2024? La banca giustifica il giuramento come un modo per riaffermare l’importanza dell’etica e della responsabilità, non solo nella finanza, ma nella società giapponese nel suo complesso.

Ma c’è di più. La decisione arriva in un periodo in cui il sistema bancario giapponese è stato scosso da scandali finanziari. Il caso più eclatante ha coinvolto la Mitsubishi UFJ, una delle più grandi banche del Paese, dove un dipendente è stato sorpreso a sottrarre ingenti somme di denaro e oggetti di valore depositati dai clienti.
La Shikoku Bank, forse nel tentativo di smarcarsi da queste ombre, ha deciso di rilanciare una misura simbolica (e decisamente drastica) per dimostrare di essere diversa.
Il seppuku, il suicidio rituale: tra onore e dramma storico
Il seppuku (o hara-kiri) è una delle pratiche più iconiche della tradizione giapponese. In uso tra i samurai già nel XII secolo, era considerato un modo onorevole per espiare una colpa o evitare la vergogna della cattura. Il rituale prevedeva l’auto-infissione di una lama nell’addome, seguita, spesso, dalla decapitazione per mano di un fidato assistente (kaishakunin) che poneva fine alle sofferenze.

Questa pratica è stata abolita ufficialmente nel 1873, ma alcuni casi isolati sono avvenuti anche nel XX secolo. L’episodio più noto è il seppuku dello scrittore Yukio Mishima nel 1970, un gesto plateale per protestare contro il declino dei valori tradizionali giapponesi.
Sebbene oggi sia quasi completamente scomparso, il concetto di onore e responsabilità personale è ancora fortemente radicato nella società giapponese.
Un dibattito aperto: simbolo di integrità o misura anacronistica?
Il provvedimento della Shikoku Bank ha suscitato opinioni contrastanti. Alcuni lo vedono come un segnale forte, un ritorno ai valori di responsabilità assoluta in un mondo in cui le frodi finanziarie sono all’ordine del giorno. Altri lo considerano un gesto eccessivo, inquietante e pericoloso, che rischia di riportare in auge mentalità dannose e fuori dal tempo.

Ma quanto è realmente applicabile il patto di sangue voluto dalla Shikoku Bank? Dal punto di vista della legge, il seppuku è illegale in Giappone, e incitare qualcuno a compierlo è reato.
Tuttavia, la banca difende a spada tratta la sua decisione (… il gioco di parole voluto!), affermando che il giuramento ha valore simbolico e non implica conseguenze reali.
Tradizione, marketing o provocazione?
Questa vicenda solleva infine una domanda fondamentale: è davvero necessario arrivare a gesti così estremi per dimostrare integrità e trasparenza? O siamo di fronte a una mossa di branding audace che punta a far parlare di sé?
Indipendentemente dalla risposta, una cosa è certa: la Shikoku Bank ha riportato alla ribalta un concetto antico e controverso, aprendo una discussione globale su etica, responsabilità e il peso dell’onore nel mondo moderno, (ri)accendendo i riflettori su di sé.
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