Trama: un plot già visto, trattato con maturità
Dovessi definire Hello, Me! con un solo aggettivo direi sobrio. Dopo aver terminato quella tremenda delusione che è stato Business proposal, avevo bisogno di un drama che mi facesse far pace coi coreani, e così è stato. Non si è trattata di una visione priva di inciampi o difetti, ma complessivamente gratificante.
La vicenda cavalca il grande tema narrativo dei viaggi nel tempo. Niente di troppo originale. Abbiamo una donna 37enne dal nome curioso, Ban Ha-ni, trascurata e scialba, che vive una vita di insuccessi. La conosciamo vestita da calamaro gigante, mentre svolge un lavoro insoddisfacente e mal pagato dal quale viene anche ingiustamente licenziata.
Dopo un incidente, incontra la se stessa di 20 anni prima, una 17enne briosa, sicura di sé e sfrontata. L’interazione fra le due sarà il vero fulcro di tutta la narrazione, capace di innescare un cambiamento benefico in entrambe.
Il plot non è particolarmente complesso: potrei dire che c’è una sottotrama piuttosto prevedibile legata alle solite cospirazioni aziendali. C’è anche un timido accenno di triangolo amoroso, che non viene però mai approfondito. Il tono è leggero, sobrio appunto, e il focus è nella relazione di Ban Ha-ni con se stessa.
La giovane Ban Ha-ni (interpretata da una travolgente Re Lee) è il prototipo dell’adolescente: piena di vita e di sogni, ribelle, spontanea e irresistibile. Non stupisce che – dopo essere rimasta scioccata dal vedere se stessa tanto depressa e malamente invecchiata – cominci a influenzarne aspetto e atteggiamenti.
Il cambiamento però coinvolgerà tutti i personaggi di questa commedia, a partire dal rapporto con la sorella. Le due, legate da anni di gelosie e rancori non detti, sembrano avere più un rapporto di convenienza che un vero legame affettivo. Rattrista vedere la protagonista umiliarsi di fronte alla sorella e accettarne le evidenti prepotenze solo in nome di passati e dilanianti sensi di colpa.
E’ grazie all’arrivo della giovane Ban Ha-ni che le cose cominciano a cambiare.
E’ come se l’energia vitale della ragazza fosse in grado di scardinare antiche dinamiche e portare a galla vecchi sentimenti dimenticati. Il processo non è indolore. Occorre innanzi tutto prendere atto della sofferenza, delle cose che non vanno, e reagire ai torti. Solo allora potrà iniziare quel percorso di ricostruzione che condurrà la protagonista a specchiarsi nel volto della giovane se stessa, riconoscendosi nuovamente.
Recensione: un kdrama sottovalutato che merita di essere conosciuto
La 17enne Ban Ha-ni non è altro che la personificazione di un monito che non dovremmo mai dimenticare: avere cura dei nostri sogni e amare noi stessi ogni giorno, a dispetto delle difficoltà della vita.
E’ così infatti che tutti i rapporti in Hello, Me! pian piano vengono trasformati e nobilitati.
Anthony, l’ex bullo invaghito di Ban Ha-ni al liceo e adesso attore in declino, avrà il coraggio di accettare se stesso e il proprio passato, assumendosi le conseguenze dei propri comportamenti irresponsabili. Per quanto il suo sia forse il più personaggio più debole, è anche uno di quelli la cui risoluzione lascia più soddisfatti nella puntata finale.
Yoo-huyn, il main lead, passa dall’essere un indeciso bambinone all’assumersi finalmente le responsabilità dell’adulto. Il suo è uno strano chaebol, un eterno Peter Pan che ha però tratti di accattivante profondità. L’interpretazione di Kim Young-kwang, poi, gli rende particolare giustizia, specie quando si trova a interagire con il padre.
Preoccupato dall’aggravarsi delle sue condizioni di salute, il ragazzo ha con lui questo scambio di battute:
«Non ammalarti, okay? Non voglio crescere».
«Questo dimostra quanto tu sia maturato»
E’ una preoccupazione che, in quanto figli, tutti abbiamo avuto. Abbandonare il conforto della giovinezza, la spensieratezza di quell’età dorata e incosciente, è sempre un passaggio traumatico e doloroso, ma necessario. Yoo-huyn lo esprime in maniera forse esasperata, ma molto efficace.
La storia d’amore è forse l’unico punto debole di questo drama. Non per niente viene accennata negli ultimi minuti dell’ultima puntata, ma è quasi una forzatura. Scarseggia la chimica fra i due protagonisti, che pure presi singolarmente sono perfetti nelle loro parti. E’ la dinamica tra di loro che non funziona in termini amorosi. La storia sarebbe stata più credibile se avessero instaurato un rapporto di amicizia, un sodalizio per la vita. La relazione romantica sembra invece una soluzione scelta per far contento lo spettatore.
Il messaggio di fondo è che si cresce attraverso la sofferenza, e la sofferenza non si può evitare. Al tempo stesso, si fiorisce grazie ai propri sogni che non devono mai essere dimenticati. Tutto sommato, un messaggio che fa bene all’anima.
Curiosità: la famosissima scena di Hometown Cha-Cha-Cha in cui Hong Du-sik mostra la sfilza di tesserini a Hye-jin non è in realtà originale. Compare prima qui, in Hello, Me! più e più volte. Poiché entrambi i drama sono del 2021, ho controllato accuratamente le date di uscita, e non ci sono dubbi sul fatto che Hello, me! sia stato rilasciato prima (17 febbraio contro il 28 agosto). E’ solo una curiosità, ma fa riflettere che la scena in Hometown Cha-Cha-Cha sia conosciuta e amata da tutti gli appassionati di kdrama, mentre questa sia pressoché sconosciuta.
Voto: 8/10
Numero puntate: 16
Durata: 1h circa
Dove vederlo: Netflix
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