I binari del destino (Trolley), 2023

Binari del destino Trolley Netflix 2023

I binari del destino (Trolley) è un kdrama mistery-politico che tiene col fiato sospeso fin dal primo minuto – in un climax di suspence e tensione che non lascia scampo.

Sono consapevole del fatto che lo show ha molto diviso gli spettatori, tra chi lo ha apprezzato e chi invece ne ha evidenziato limiti e pecche, criticandolo duramente. Io l’ho amato molto, lo dico subito, e per più di una ragione.

Di cosa parla I binari del destino

Il drama parla di un deputato, Nam Joong-do che a pochi mesi dalle elezioni generali si trova ad affrontare una tragedia familiare. La moglie, Kim Hye-joo, ha sempre vissuto una vita lontana dai riflettori, dedicandosi al lavoro e ai figli, e nutrendo una fiducia incondizionata nei confronti del marito.

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Park Hee-soon e Kim Hyun-joo interpretano magistralmente la coppia protagonista

La tragedia che all’improvviso colpisce la famiglia innesca una serie di eventi che iniziano lentamente ma inesorabilmente a minare tale fiducia.

La trama non può essere raccontata nel dettaglio perché piena di cliffhanger e colpi di scena a ogni episodio. Diciamo che il punto focale che viene trattato – e che spiega anche il titolo – è il cosiddetto dilemma del trolley. In questo dilemma etico, un immaginario autista di tram sta conducendo il veicolo su una rotaia senza possibilità di frenare. Proseguendo, ucciderà 5 persone. L’unica opzione che ha è quella di deviare il percorso, uccidendone solo 1.

Detto altrimenti: è moralmente corretto sacrificare una persona per il bene comune?

Punti di forza del drama

I binari del destino è una serie estremamente avvincente, ma non ritengo sia questo il suo principale punto di forza. Altri sono gli aspetti che lo rendono un prodotto decisamente sopra la media. Vediamo insieme quali sono.

L’evoluzione psicologica dei personaggi

Ciò che costituisce l’ossatura dello show è la solidissima indagine psicologica dei personaggi.

Sarebbe bastato un niente per farlo scadere in un makjang, ossia un drama zeppo di improbabili e irrealistici cliché. Invece, pur presentando una trama complessa che spesso fa balzare sulla sedia dallo stupore, è proprio la coerenza dell’arco narrativo dei personaggi a rendere la storia credibile. Facciamo un esempio.

*** Attenzione: contiene spoiler ***

Il personaggio di Kim Soo-bin, interpretato da Chung Su-bin

Il personaggio di Kim Soo-bin è l’esempio di un’ottima scrittura. La ragazza si presenta alla porta della moglie del deputato dicendo di essere incinta del figlio morto. Chiede ospitalità, ma il suo atteggiamento è inizialmente chiuso e ostile.

E’ chiaro fin da subito che la giovane nasconde dei segreti, e che le sue intenzioni sono quelle di approfittare della situazione, traendone quanto più possibile vantaggio. Tuttavia, nel corso delle puntate, complice anche il rapporto che instaura con la moglie del deputato, Kim Soo-bin si rivela l’unico personaggio moralmente integro.

Ha mentito alle persone accanto a sé, tuttavia capiamo perché lo ha fatto. E vediamo che è in grado non solo di evolvere nel tempo, ma gli errori commessi non hanno compromesso la sua capacità di discernere il bene dal male. La sua bussola morale indica il nord con grande chiarezza – quella chiarezza che la moglie del deputato sembra invece aver perso di vista, confusa dalle astute manipolazioni del marito e dalla paura del suo stesso passato.

Non è un caso che la decisione cruciale presa alla fine da Kim Hye-joo (ossia denunciare il proprio marito) avvenga dopo una conversazione con Kim Soo-bin, che in qualche modo riporta la donna coi piedi per terra. L’interrogativo posto dal dilemma del trolley viene così sciolto: è moralmente corretto sacrificare una persona per il bene comune? No, non lo è.

Il bene della collettività non è altro che la somma del bene dei singoli individui – e il singolo non può esimersi dall’assumersi la responsabilità di ciò che ha fatto. Nemmeno se è un deputato.

*** Fine spoiler ***

Una trama straordinariamente coerente

Con tanta carne al fuoco, ammetto che mi aspettavo il crollo da un episodio all’altro. In I binari del destino ci sono molti elementi, talvolta ce ne sono troppi: si parla di traumi giovanili, abusi sessuali, abbandoni parentali, verità taciute, politici corrotti, omicidi, suicidi, gravidanze indesiderate e via di questo passo.

Eppure, la serie riesce nell’eccezionale intento di rimanere in equilibrio, coerente in ogni sua parte. La sua “discesa agli inferi” è tanto ben costruita e graduale che quando si arriva a toccare il fondo e scoprire l’ignominiosa verità, ne siamo sì costernati ma nemmeno troppo stupiti.

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Il drama funziona come un ingranaggio perfettamente oliato, e raramente mi è capitato di vedere serie coreane in cui la coerenza della storia sia stata portata avanti con così tanta maestria e maturità. E’ evidente che gli sceneggiatori avevano chiaro fin dal principio quale percorso far compiere ai personaggi, e quel percorso è ottimamente strutturato e privo di contraddizioni.

Un cast eccezionale

Un plauso va sicuramente alla performance degli interpreti, che hanno dato prova non solo di essere nella parte ma di aver instaurato un’ottima chimica di gruppo.

*** Attenzione: allerta spoiler ***

Il personaggio che più di tutti mi ha convinto è stato quello interpretato da Park Hee-soon. Il deputato a cui ha dato vita è un uomo sfaccettato, ombroso, pieno di contraddizioni. Moralmente ambiguo, apparentemente onesto, dedito al bene comune, vediamo progressivamente la sua maschera sgretolarsi e cadere. Quel marito perfetto, quel politico votato alla comunità si rivela in realtà un uomo marcio ma – quel che è peggio – ignaro di esserlo.

L’attore è bravissimo nel rendere l’ambiguità del personaggio di Nam Joong-Do, creando disagio e diffidenza nello spettatore fin dalle primissime scene.

Perché vedere I binari del destino

Per me questo drama vale la pena di essere visto, perché ha tutto ciò che io chiedo a un prodotto di intrattenimento. E’ ben realizzato, è coinvolgente, è profondo. Sollecita riflessioni etiche, spinge lo sguardo verso gli aspetti meno gradevoli dell’animo umano, ma lo fa gradualmente e con intelligenza senza dimenticare i colpi di scena e la suspence.

Alla fine lascia un senso di giustizia: pur non essendo uno show ‘leggero’ o consolatorio, ristabilisce una sorta di ordine. Le ultime immagini ci rimandano a una quotidianità in cui chi doveva trovare pace, la trova. E in quella pace noi ritroviamo un seme di speranza.

Voto: 9.5

Dove vederlo: Netflix

Numero episodi: 16

Durata: 60 min. circa

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2 risposte a “I binari del destino (Trolley), 2023”

  1. Avatar L D
    L D

    Non sono convinta da questo moralismo estreme. Una donna immatura, fragile, poco interessata alla vita lavorativa del marito e sessualmente inattiva, che si appoggia interamente al marito che cerca di proteggerla dalla brutalità del mondo nel quale vive ma che in effetti è solo. Lui marito dolcissimo e innamorato di una donna poco espansiva e infantile. Lei non è una donna che può stare vicino ad un politico e per la sua totale ingenuità si coinvolge in situazioni che provocano disastri e alle quali il marito è costantemente obbligato di rimediare. Gli sbagli del marito sono anche colpe e sbagli di una moglie inadequate di cui l’immaturità infantile pesa interamente su di lui . Lei Passa dalla sua totale inconsapevolezza e fragilità a diventare estrema giudice senza neanche fare autocritica su se stessa come se lei da irresponsabile non fosse altrettanto colpevole di avere voluto vivere con gli occhi chiusi mentre il marito lottava nell’arena della politica rischiando la pelle ogni giorno. Questa figura femminile non mi piace per niente perché distruggendo il marito si erge a donna perfetta e incorruttibile che non è assolutamente.

    1. Avatar Valentina Calzia

      Rispetto il tuo punto di vista, ma non lo condivido affatto.
      Non risponderò punto per punto, ma mi ha molto colpito quando dici “sessualmente inattiva” perché non è vero. Il drama mostra chiaramente una scena (se non un paio, ora non ricordo) in cui i due hanno un rapporto. E ciò avviene proprio quando la donna inizialmente si fida del marito, e l’amore è intatto, non corroso dal dubbio e dalla disistima. La scena vuol mostrare proprio che la relazione è solida, e oltre l’amore c’è l’attrazione. Quindi non capisco la critica.
      Detto questo, ripeto che rispetto il tuo punto di vista, ci mancherebbe.

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