Jeon Do-yeon, i molti volti di una star coreana

Jeon Do-yeon star coreana Corso accelerato sull'amore

Jeon Do-yeon è un’attrice sudcoreana che noi amanti di kdrama abbiamo imparato a conoscere di recente, quando Netflix ha mandato in onda due progetti che l’hanno vista protagonista: Corso accelerato sull’amore e il film Kill Boksoon.

In realtà Jeon Do-yeon è in Corea tra le più acclamate star del cinema. Assieme alla collega hongkonghese Maggie Cheung è l’unica donna asiatica ad aver vinto il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes nel 2007, senza contare gli innumerevoli riconoscimenti ottenuti in patria.

Corso accelerato sull’amore, 2023

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Non nego che il trailer di Corso accelerato sull’amore mi ha da subito stuzzicato, vuoi per la trama apparentemente brillante, vuoi per la presenza di un attore che apprezzo molto, Jung Kyung-ho. Inoltre, pur non conoscendo Jeon Do-yeon, il suo palmares mi riempiva di curiosità e aspettative.

Le mie aspettative saranno state confermate?

Man mano che la storia procedeva, l’interpretazione dell’attrice mi convinceva sempre meno. Non potevo non notare una bellissima donna di 50 anni costretta a ‘recitare’ il ruolo di una trentenne che aveva rinunciato ai suoi sogni per crescere la figlia. Una donna che si era lasciata andare, rinnegando la sua femminilità e limitando il suo universo al lavoro in rosticceria.

Vedevo l’attrice non adatta a quel ruolo, percepivo la difficoltà nel ‘sentire suo’ un personaggio probabilmente da lei molto distante e, cosa ancora più certa, costruito male.

Nel momento in cui accade tutto ciò, Netflix mi suggerisce Kill Boksoon, film 2023 con la stessa attrice protagonista. Sarà stato un segno del destino, ma ho momentaneamente interrotto la visione di Corso accelerato sull’amore per concentrarmi sulla visione di questo film.

Kill Boksoon, 2023

Kill Boksoon Jeon Do-yeon Netflix 2023

Mi innamoro subito del personaggio interpretato da Jeon Do-yeon e, fatto ancora più inatteso, vengo folgorata dalla strepitosa recitazione dell’attrice. Questa volta la star coreana non è solo perfettamente a suo agio nel ruolo di madre, ma è capace di comunicare in modo eccellente profondità e infinite sfumature caratteriali.

Boksoon è una donna sicura di se stessa e spregiudicata, sensuale e fiera, che lotta tutti i giorni tra lavoro e vita privata.

Ma allora cos’è successo? Davvero un’attrice può cambiare così tanto?

Diciamo la verità: non è in discussione il talento dell’attrice. A condizionare la prestazione attoriale sembra essere stata la scelta di partecipare a prodotti più o meno forti a livello di sceneggiatura.

I due show a confronto: come hanno influenzato la performance di Jeon Do-yeon

Corso accelerato sull’amore sulla carta è una divertente commedia romantica.

Nel tentativo di fondere tutti i generi, lo spettacolo si diletta tra commedia, mistero, thriller e suspense, ma lo fa con risultati contrastanti. Non mancano inoltre spunti di riflessione sul sistema educativo coreano, mostrando l’impatto dannoso che questo ha sui ragazzi.

Tuttavia, a differenza di drama come Sky Castle (serie sudcoreana del 2018), questo aspetto è trattato a livello superficiale. Corso accelerato sull’amore mantiene un tono leggero e disimpegnato, evitando di immergersi in profondità in un mondo in cui le aspettative genitoriali sui figli possono avere conseguenze molto gravi se non tragiche.

La serie ci invita a seguire le vicende di Haeng-seon, un’ex-atleta della nazionale coreana, che da giovane ha dovuto abbandonare la squadra per tirare su la nipote, abbandonata dalla sorella maggiore. Tra le due si instaura un bel rapporto madre-figlia, che tuttavia ha comportato sacrifici e rinunce continue per la donna, che ora gestisce un negozio di contorni piuttosto popolare.

Mentre prova a far iscrivere sua nipote alla migliore accademia, Haeng-seon si scontra con il carismatico e ricercato tutor di matematica, Choi Chi-yeol, l’uomo dal «trilione di won», ricchissimo, famoso e… problematico.

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I due iniziano a essere amici con qualche sprazzo di romanticismo nell’aria. Tutte le forze però cospirano contro di loro: le mamme ficcanaso a scuola, le aspettative della società e persino un killer armato di pallettoni in metallo.

Con il progredire degli episodi, il drama perde in freschezza, e la buona intuizione iniziale – quella di un “corso accelerato” sui sentimenti tra due adulti, si perde completamente. Lo show, oscillando tra una scialba rom-com e un thriller deludente, non riesce a mantenere l’equilibrio.

L’aspetto a mio avviso più negativo è quello legato alla rappresentazione della protagonista.

La sceneggiatura fa di tutto per renderla sciatta, trascurata ed eccessivamente timorosa nell’intraprendere una relazione. Davvero una donna, seppur con una figlia, deve essere descritta come completamente chiusa a ogni forma di rapporto che vada oltre la famiglia e il lavoro?

Queste caratteristiche emergono con più forza ogni volta che i due protagonisti si trovano a interagire. Choi Chi-yeol è sempre elegante, raffinato e quasi troppo ricercato nel suo abbigliamento. Sembra un modello su una passerella. Certo, è un uomo di successo, il che giustifica il suo stile.

Haeng-seon, dal canto suo, sembra appena uscita da un brutto sogno anni ’80, e nessuno mi convincerà del fatto che fosse necessario mortificare a tal punto la bellezza dell’attrice per rendere l’idea di una donna modesta e disinteressata verso l’amore.

I due sono così diversi e mal assortiti che la ship non parte, e la storia d’amore fatica a decollare.

Insomma, quello che potenzialmente avrebbe potuto essere un buon prodotto, originale, divertente e scanzonato, si rivela un susseguirsi di occasioni mancate e luoghi comuni.

Molto diverso il discorso su Kill Boksoon, film rilasciato il 31 marzo 2023 su Netflix.

Jeon Do-yeon qui interpreta il ruolo di una madre single che ha scelto di lavorare come efficiente assassina a pagamento, ma che fatica a trovare l’equilibrio tra la sua vita personale e il lavoro.

Kill Boksoon perché guardarlo Netflix recensione

Il movie si apre con la lotta tra Gil Boksoon e un gangster giapponese, tramite il quale scopriamo che la donna fa parte di un conglomerato globale di assassini professionisti chiamato MK, conglomerato che trasforma l’omicidio in un business.

Se il suo lavoro ad alto rischio non sembra procurarle problemi, Boksoon non riesce a gestire la relazione con sua figlia, Jae-Young.

Tra scene di combattimento epiche che incorporano coreografie impressionanti e alcuni momenti di leggerezza che puntano a riequilibrare l’atmosfera, la vicenda si snoda mostrando una protagonista forte, sfaccettata ed enigmatica.

Sparatorie, scene di violenza, sesso e tradimenti sono il pretesto per veicolare un messaggio significativo: i genitori devono crescere ed evolvere se vogliono che i figli facciano altrettanto. E si cresce con la verità e l’onestà, affrontando le conseguenze delle proprie azioni, assumendosi la responsabilità delle scelte fatte.

Boksoon è un personaggio positivo o negativo? Non c’è una risposta univoca. L’unica cosa chiara è che la donna vuole essere per sua figlia la migliore delle madri.

In questo caso e a differenza del precedente drama, la sceneggiatura ha consentito l’emergere della bravura dell’attrice, che ha saputo comunicare in tutta la sua complessità un personaggio forse non molto credibile, ma di certo profondo e ricco di chiaroscuri.

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