Dopo mesi di letture ‘tiepide’ e best seller che non mantengono le promesse, finalmente ho scoperto un romanzo che merita tutta la mia attenzione. Oggi vi palerò di MM84 di Ju Maybe, un’opera che mi ha profondamente coinvolto.
Questo corposo romanzo distopico mi ha catturato in modo intenso e inaspettato. Nell’articolo vi parlerò della straordinaria storia che racconta, ma non solo. Troverete anche un’intervista esclusiva con l’autrice.
Preparatevi a scoprire un’opera che rivoluzionerà il vostro concetto di amore e diversità.
MM84, il romanzo. Trama e recensione
La trama di MM84: di cosa parla il romanzo di Ju Maybe
Siamo nel 2084. La società ha conosciuto un’evoluzione drammatica. Non c’è democrazia, i diritti civili sono ormai un lontano ricordo. Vige una forma di Stato assoluto in cui tutte le minoranze sono discriminate, perseguitate, oppresse. Donne, gay, trans, persone di colore… nessuno è al riparo. Solo gli uomini sono considerati esseri superiori, in un sistema che idolatra il Patriarcato.
In questa società distopica, la misoginia è istituzionalizzata. Gli uomini dominano incontrastati, mentre le donne sono ridotte a semplici ombre, private di identità e dignità. La loro esistenza è definita unicamente dal ruolo di mogli e madri, private persino di un cognome. La persecuzione è la norma per chi è diverso: gli omosessuali e chiunque si identifichi come queer sono considerati deviati e possono essere giustiziati sommariamente, spesso in diretta televisiva, per soddisfare un pubblico assetato di conformismo e brutalità.
In questo contesto, incontriamo due personaggi che combattono ai poli opposti.
Damiano Domini è un alto funzionario del regime, un Capo di Corpo. È l’incarnazione della legge e dell’ordine imposti dal sistema. Educato a credere nella superiorità degli uomini e nella giustezza delle sue azioni, Damiano applica le leggi con ferocia e determinazione. La sua vita è una continua affermazione del potere del patriarcato, privo di compassione per le minoranze. Eppure, dietro la sua rigida facciata, intrappolata in un ruolo che non lascia spazio a dubbi o emozioni, c’è un’anima tormentata pronta a mettersi in discussione.
Massimo Kurah, al contrario, è il Leader della Resistenza. In un mondo dove ogni atto di ribellione è punito con la morte, Massimo combatte per un futuro giusto e democratico. Nato e cresciuto tra i reietti della società, ha visto e subito l’ingiustizia in tutte le sue forme. La sua determinazione a sovvertire la dittatura nasce dal profondo desiderio di parità e libertà per tutti. Massimo è una figura carismatica, capace di ispirare speranza anche nei momenti più bui, un faro di integrità morale in un mondo dominato dalla tirannia.
Damiano e Massimo, nati e cresciuti in contesti opposti e nemici giurati, sembrano non avere nulla in comune se non un obiettivo: distruggersi a vicenda. Ma il loro incontro crea una inaspettata alchimia. La conoscenza accende una scintilla di interesse, che conduce a un inatteso e battagliero sodalizio. Con la confidenza e la fiducia, il sodalizio si tramuta in cauta amicizia e da questa nasceranno sentimenti più profondi e complessi che li cambieranno radicalmente – mettendo a repentaglio le loro vite. Non solo.
La potenza dei sentimenti che investono i due uomini non è soltanto una faccenda privata, ma un atto politico. Il percorso che decideranno di intraprendere avrà ripercussioni decisive sulla società in cui vivono, influenzando il destino di tutti e sfidando le fondamenta stesse del regime.
Per cosa si combatte, se non per amore e libertà?
MM84: la Recensione del romanzo di Ju Maybe
Parto da una considerazione personale: ho una vera passione per le storie distopiche. Mi affascinano perché, pur delineando un futuro ansiogeno, ci permettono di capire meglio la nostra società e di riflettere su dove stiamo andando. Questi racconti ci costringono a confrontarci con le conseguenze estreme delle scelte attuali, rendendo evidente quanto sottili possano essere i confini tra il nostro presente e un futuro alienato.
Il romanzo di Ju Maybe è l’esempio perfetto di come la distopia possa essere utilizzata per esplorare temi profondi e complessi. Discriminazione, sessismo, maschilismo – solo per citarne alcuni. Il mondo creato dall’autrice è al tempo stesso scomodamente familiare e “diverso” in un modo che non vorremmo mai vedere o vivere. La sua abilità sta nel non renderlo mai troppo lontano e inverosimile, ma drammaticamente possibile.
MM84 è un romanzo lungo, strutturato e solido. Aggancia il lettore fin dalla prima pagina e non gli lascia scampo, trascinandolo in un vortice di emozioni mozzafiato. Sebbene ruoti senza dubbio attorno alle figure dei due protagonisti, l’atmosfera di quel mondo è resa in modo realistico. L’amore, la paura, la frustrazione, l’ansia, la passione, il tormento… ogni sentimento trova spazio tra le pagine del libro. I personaggi sono vivi, merito anche di una prosa tridimensionale che sa equilibrare perfettamente ogni elemento: la lotta politica, la nascita di un amore, i tradimenti. Tutto è orchestrato in modo impeccabile.
Uno degli aspetti migliori di questo romanzo sono senz’altro i dialoghi. Realistici, mai banali, coinvolgenti. Sono le voci dei personaggi che parlano. Le senti, le riconosci, e prendono vita attraverso le pagine come per miracolo.
Durante la lettura ci sono stati momenti in cui mi sono dovuta fermare. Le emozioni che il romanzo mi stava suscitando erano troppo intense, la scrittura troppo coinvolgente. In qualche modo, è come se la vicenda di Damiano e Massimo riuscisse a uscire dalla pagina e prendere vita davanti a me. Mi sono chiesta: cosa mi emoziona così tanto in questo romanzo? La risposta è semplice. Ju Maybe è in grado di mostrare con incredibile chiarezza e profondità il percorso e i sentimenti dei suoi personaggi, e incunearli nel lettore con potente precisione.
Ho sentito sulla mia pelle tutta la vergogna di Massimo, la sua paura nel mostrarsi per ciò che è, il bisogno di schiudersi all’amore e l’impossibilità di farlo, il nodo alla gola che gli impedisce di pronunciare tre semplici parole. Ho imparato ad amare Damiano, così folle e incosciente, un cavaliere con molte macchie ma un coraggio indomito e ruggente.
Il mio consiglio non può essere che quello di leggere MM84, e lasciarvi sommergere dalla bellezza di questa storia, dal dolore, dalla meraviglia, dalla capacità di mettersi in gioco per ciò in cui si crede, per ciò che si ama, per ciò «a cui teniamo». Questo libro invita a lottare per un cambiamento che non influenzi solo la nostra vita individuale, ma anche quella collettiva. Vi posso assicurare che il romanzo di Ju Maybe è un viaggio che vi sfiderà a riflettere, a sentire, a cambiare.
MM84 vi toccherà profondamente, vi spezzerà il cuore e ve lo rimetterà insieme in modi inaspettati. Lasciate che questa storia vi trasformi, come ha fatto con me.
MM84: Intervista a Ju Maybe
MM84 è il primo romanzo della saga di Damiano e Massimo, una storia che evolve in capitoli successivi. Ju Maybe, come ha spiegato più volte sul suo profilo Instagram, sta attraversando un momento difficile a causa di problemi legati alla pubblicazione e controversie legali. Nonostante queste sfide, il suo entusiasmo e dedizione restano inalterati, e siamo felici di condividere un’intervista esclusiva in cui ci parla con trasparenza dei suoi progetti, del futuro e delle sue passioni.
«Come è nata l’idea di MM84? Mi racconti un po’ del percorso che ti ha portato a questa storia?»
Si sono combinati diversi fattori nel momento giusto. Primo fra tutti il bisogno di esprimere il mio disappunto verso le discriminazioni nei confronti delle minoranze, che sia la comunità LGBTQIA+, le donne, le persone nere, o chiunque appartenga a una minoranza. Mi ero appena addentrata nelle letture a tema e per me è stato un percorso di accettazione e cambiamento. L’idea vera e propria è sbocciata quando nel 2021 quando abbiamo subito l’affossamento del DDL Zan. Ho avuto una sorta di visione catastrofica sugli eventi futuri e spero di non aver indovinato troppo.
«Da dove trai ispirazione per le tue storie? Ci sono autori o opere che hanno influenzato particolarmente il tuo lavoro?»
Quello dell’ispirazione per me è un po’ un problema. In pratica vivo più nelle storie che mi vengono in mente che nella realtà ed è un assillo perpetuo di scene e personaggi. Scriverle è solo una conseguenza. Ma sicuramente posso menzionare Murgia, la considero un po’ come la mia mentore, oppure Orwell, o addirittura risalire a Stephanie Meyer e ai primissimi Urban Fantasy che mi hanno fatto capire cosa mi piace davvero.
«Sappiamo che sarà tratta una Serie TV dal romanzo. Cosa ci puoi anticipare su questo progetto?»
È un progetto in lavorazione e siamo soltanto alle fasi iniziali. Posso dirti cosa sogno e come mi piacerebbe. Immagino la serie di Max e Damià con le atmosfere di “Lo chiamavano Jeeg Robot”, capolavoro del cinema italiano, con l’attenzione per i dettagli e per i sentimenti dei drama, e con due – si può dire? – fighi spaventosi nel ruolo di Kurah e Domini. Anche se la produttrice che se ne occupa ha precisato che ci tiene di più che
siano attori bravi piuttosto che belli, e in effetti ha ragione. Comunque ho molta fiducia in quello che sarà il risultato finale.
«I tuoi romanzi stanno attraversando un momento difficile per la pubblicazione. Ci spieghi cosa è successo?»
Sì, purtroppo. Mi sono imbattuta in una casa editrice con cui non mi sono trovata per niente bene e sto affrontando un percorso legale per liberare il primo libro. Finché c’è la causa in corso anche il secondo rimane bloccato. Ma presto i miei avvocati avranno sistemato tutto e Max e Damia’ torneranno sul loro percorso interrotto e lo faranno in pompa magna. È stato terribile assistere impotente allo scenario di un libro che voleva decollare legato a una casa editrice che è stata più una palla al piede.
«Quali sono state le maggiori sfide che hai incontrato e come le stai superando?»
Essere scrittori in una fase storica in cui chiunque ha una tastiera sotto mano è drammatico. Ma per quanto mi riguarda io ho sempre scritto solo per scrivere e non mi sono mai aspettata che succedesse qualcosa di così bello ai miei libri. Sono grata ai lettori, all’universo, al Karma, a Dio, se c’è. E so che le storie belle vanno avanti da sole per merito del passaparola, quindi le mie sfide si può dire che le stanno affrontando letteralmente Massimo e Damiano.
«Oltre a MM84, ci sono altri progetti a cui stai lavorando o che hai in mente per il futuro? Ti va di condividerli?»
Al momento sono così presa dalle questioni legali che non ho la serenità sufficiente per immergermi nelle storie tanto quanto facevo prima. Allo stesso tempo sono ancora legata all’universo 2084: MM84 ha uno spin-off già concluso e, lentamente, ne sto scrivendo uno che riguarda la storia di Luis e Robert. Per il futuro sto pensando di nuovo di “maltrattare“ qualche altro romanzo di Orwell… chissà.
«Una curiosità personale: mentre leggevo la storia, tornavo spesso alle prime pagine del primo volume. Sai, quando Damiano irrompe nella stanza e finalmente prende il quaderno tra le mani. La tua storia è imponente e – benché si dipani in un arco temporale piuttosto breve – è lunga e strutturata. Mi sono chiesta: quando hai iniziato a scrivere avevi già in mente tutta la vicenda? O il racconto in qualche modo si è evoluto strada facendo?»
È pazzesco da dire ma no, non avevo in mente tutto. Avevo in mente quella scena che hai detto e la scena finale, e tutto si è mosso per convogliare in quei punti, e la storia si è costruita da sola per andare verso quel finale. La cosa straordinaria è che nel frattempo io stessa imparavo dalle vicende che accadevano nel libro e a un certo punto mi sono resa conto che non ero più la stessa di quando avevo iniziato a scrivere e che dunque il finale doveva cambiare. In pratica è stato questo libro a riscrivere me, non il contrario.
«Il tuo romanzo è un inno all’amore, un’ode alla ‘diversità’ – intesa come unicità. Celebra l’importanza del prendersi cura, dell’interessarsi, dell’esserci – che è il contrario del menefreghismo. Ciò che mi ha emozionato, nelle tue pagine, è aver recuperato l’amore nella sua complessità. Non l’amore come un’emozione superficiale e fugace, ma un sentimento solido e complesso su cui si costruiscono le basi per una rivoluzione: non solo personale, ma sociale e politica. Questo tuo messaggio, secondo me, arriva forte e chiaro. Il che mi porta all’ultima domanda: pensi che la storia di Damiano e Massimo possa ispirare un cambiamento reale nei lettori e nel modo in cui la società percepisce e pratica l’accoglienza e l’inclusione?»
Le tue parole sono bellissime, Vale, e ti ringrazio. Sentirle dire è la mia realizzazione di scrittrice.
Sono una sognatrice e sogno in grande perché ha lo stesso prezzo di sognare in piccolo (ricorda qualcuno?). Considero questa storia come il mio personale attivismo sociale, dato che non sono portata, non ho le doti per espormi sui social. Ma sì, io devo crederci, altrimenti la storia di Massimo e Damiano non avrebbe senso. Io credo che loro cambieranno il mondo. Perché se è cambiato Damiano, chiunque può farlo. E lo so, questo è “solo” un romanzo, ma il nostro cuore non fa distinzione tra la realtà e la fantasia. I sentimenti sono sempre e comunque reali. Arrivano e ci cambiano.
L’autrice: Juseppina, classe 77, siciliana. Dice di sé stessa: «Sono autistica, e per questo è facile elencare le mie passioni in due unici punti: libri e cani.»
Il nostro cuore non fa distinzione tra realtà e fantasia. I sentimenti sono sempre e comunque reali. Arrivano e ci cambiano.
Ju Maybe
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