Moving, Una famiglia in fuga (2023)

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Drama fantasy di supereroi, Moving – secondo quanto riportato da Wired – è diventato in sole due settimane dalla messa in onda il kdrama più visto al mondo sulla piattaforma Disney+. Questo la dice lunga sull’incredibile successo che ha ottenuto globalmente, complice un insieme di elementi che rendono questo show avvincente ed emozionante.

Io l’ho visto e condividerò le mie riflessioni con voi, spiegando i motivi per cui ritengo Moving un buon prodotto che però presenta alcune debolezze nella scrittura e nella realizzazione.

Le prime puntate di Moving sono ambientate in un Liceo dove incontriamo alcuni studenti dotati di straordinari poteri. Il dolce Bong-seok ha la capacità di volare e, per impedirgli di levitare nell’aria, la madre ogni mattina lo ‘ancora’ a terra con pesi e zavorre. L’introversa Hui-soo è ‘indistruttibile’. Dotata di grande senso di giustizia, ha ereditato questo superpotere dal padre, ed è in grado di guarire immediatamente da qualunque ferita. Lo studioso Gang-hoon possiede una forza sovrumana, e fra i tre è il più enigmatico e difficile da decifrare.

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Bong-seok e Hui-soo

Le famiglie di questi ragazzi conducono esistenze modeste. In realtà hanno cresciuto i loro figli in modo che questi non mostrassero i loro superpoteri in pubblico, ben consapevoli del rischio.

I genitori, infatti, custodiscono un segreto. Essendo anche loro dotati di superpoteri, in passato erano stati assoldati dal Governo come agenti operativi sotto copertura – conducendo un’esistenza rischiosa e cruenta come “braccia armate” dei Servizi Segreti. Per evitare che la stessa sorte accada ai loro figli, adesso sono iperprotettivi verso di loro.

Questa è l’ossatura della trama, che però si snoda per 20 episodi tratteggiando un affresco complesso e articolato, denso di personaggi secondari, storie e sottotrame.

Moving, un drama diviso in 3 parti

Il drama si divide in tre parti principali, tre blocchi narrativi nettamente distinti.

La prima parte (corrispondente alla prime 7 puntate) è un teen-drama di rara delicatezza, in cui a mio avviso si combinano perfettamente elementi thriller, romance e spionistici. Questo insolito mix incuriosisce e appassiona, spingendo lo spettatore a volerne sapere di più.

La seconda parte ci proietta nel passato, e si concentra sulle storie dei genitori dei ragazzi. In questo secondo blocco l’atmosfera si incupisce.

Fermo restando che gli effetti speciali sono molto realistici, a mio gusto Moving in questa parte centrale diventa splatter e ripetitivo. Le scene di combattimento – ottimamente realizzate – sono troppe e troppo lunghe, e non aggiungono niente alla narrazione, se non mostrare litri e litri di sangue e spettacolari ferite.

L’ultima parte porta il passato nel presente, e mette in scena una serie di lotte mozzafiato. Dopo tanti spargimenti di sangue, i personaggi principali hanno il loro lieto fine. I ragazzini che avevamo conosciuto nelle prime puntate si diplomano, e le famiglie messe in pericolo dai diabolici piani del Governo sono riunite.

Non posso però evitare di sottolineare una vena di delusione per il modo in cui Moving termina. I personaggi hanno affrontato combattimenti e battaglie inenarrabili nel corso degli anni e degli episodi. Tuttavia alla fine tutto si risolve piuttosto semplicisticamente con un sacrificio individuale che non ha molta coerenza narrativa. Soluzione affrettata e “di comodo”.

Moving è stata senza dubbio una visione avvincente e molto gradevole. E’ un drama di cui consiglio la visione, perché in grado di suscitare emozioni intense.

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Tuttavia la sua visione mi ha provocato sentimenti contrastanti. Accanto alla bellezza di alcune puntate e di alcune scelte narrative (specialmente quelle legate alla prima parte del drama), ho provato anche delusione.

Moving dà l’impressione di essere disarticolato, scritto da sceneggiatori diversi che a stento hanno comunicato tra loro. Ad esempio: all’inizio lo show si prende tutto il tempo per presentarci i personaggi. Quando arriviamo alla settimana puntata e ci sentiamo profondamente coinvolti dalle storie di Bong-seok e Hui-soo, ecco che i due ragazzini improvvisamente scompaiono dal racconto, e non ritornano più per molti episodi.

Personalmente trovo che questo non sia stata una buona decisione, ma un vero e proprio errore di scrittura. Durante le puntate centrali, infatti, avevo la straniante sensazione di guardare un altro drama. Un brutto drama? No di certo, ma la sensazione era comunque sgradevole.

Questo ha provocato in me uno strano sentimento. Da un lato mi ha impedito di affezionarmi ai nuovi personaggi. Dall’altro mi ha fatto sentire ‘tradita’ verso le vicende dei vecchi personaggi – che sono state dimenticate per strada. Credo che amalgamare meglio le storie avrebbe dato maggiore coerenza e unitarietà alla narrazione.

Inoltre, come ho scritto sopra, l’uso eccessivo di sangue e violenza è risultato gratuito. Non solo perché se ne abusa, ma perché ho trovato che la connotazione morale dei personaggi di Moving sia un po’ superficiale. I cattivi sono cattivoni con “C” maiuscola, e l’unico modo per sopravvivere è usare la violenza e uccidere a propria volta. Non mi sarebbe dispiaciuto vedere una rappresentazione meno caricaturale dei personaggi, una moralità con qualche sfumatura di grigio – diciamo così.

Tutto considerato e al netto dei suoi limiti, Moving resta un buon drama di intrattenimento. Per chi apprezza il genere supereroistico è un titolo irrinunciabile. Il cast ha fatto uno splendido lavoro, le musiche sono eccellenti e ogni episodio nel suo genere regala una montagna russa di intense emozioni.

Voto: 7.5

Dove vederlo: Disney+

Numero e durata episodi: 20 ep. da 45 min. circa

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