Questa, più che una recensione, sarà una vera e propria dichiarazione d’amore verso quello che a oggi ritengo il serial più bello che io abbia mai visto nella mia vita. Coreano e non.
L’impatto che My Mister ha avuto su di me è stato talmente forte che per giorni dopo l’ultima puntata non sono riuscita a vedere nient’altro, completamente travolta dalle emozioni che aveva suscitato in me. My Mister è senza ombra di dubbio un capolavoro di sceneggiatura, recitazione e realizzazione. Per di più rientra nei miei gusti (uno slice of life pieno di angst, riflessivo e sofferente), il che lo rende per me il drama perfetto.
I motivi per i quali dovreste vedere My Mister
Una storia semplice ma potente
La storia è semplice. Racconta di Park Dong-hoon, un ingegnere di mezza età che trascina un matrimonio infelice con un’avvocata, la quale ha una relazione con il CEO dell’azienda in cui lui lavora.
Un giorno Park Dong-hoon si ritrova invischiato con la sua collega, Lee Ji-an (IU), una giovane problematica e piena di debiti, che vive una vita disperata in cui è sola a prendersi cura della nonna malata. Alla ragazza viene affidato il compito di ‘incastrare’ Park Dong-hoon, che rappresenta un ostacolo nel rapporto adulterino tra il CEO e la moglie.
Tuttavia, intercettando le telefonate dell’uomo, Lee Ji-an impara a conoscerlo, coglie il suo dolore e si ritrova a identificarsi con la sua infelicità, in qualche modo confortata da un’anima che sente affine. Inizia così un sodalizio che condurrà i due a un potente ed emozionante percorso di evoluzione e cambiamento.
Una fratellanza travolgente
Questa è solo l’ossatura di My Mister. Tutto ciò che lo arricchisce non è meno bello e intenso. I fratelli di Park Dong-hoon sono forse tra i personaggi migliori creati in un kdrama – crescono dentro lo spettatore poco a poco, creando emozioni di un’intensità straordinaria.
Il legame che unisce quei tre uomini – litigioso, giocoso, fatto di piccoli gesti quotidiani, gelosie e meravigliosi pudori – è tanto forte da spazzare via qualunque altro rapporto. E’ simbiotico, viscerale, totalizzante, e proprio per questo emotivamente travolgente.
I personaggi sono dei perdenti, infelici e pieni di rabbia. Anche i loro disperati tentativi di guadagnare uno scampolo di felicità sono destinati al fallimento, eppure c’è un mare di poesia nella loro sfinita quotidianità, nel ripetere senza posa i medesimi gesti: andare nello stesso bar, bere con gli amici di sempre. Sono persone senza qualità (o che le hanno sperperate strada facendo), che però hanno trovato il loro angolo di pace costruendo le loro vite l’uno attorno all’altro.
Si respira amore nella sua forma più elevata
My Mister non è un drama romantico. O meglio, il romanticismo è limitato a una vena sottilissima e quasi impercettibile. Qual è la natura del rapporto che lega Park Dong-hoon e Lee Ji-an? Se lo chiedono in molti finita la visione perché, sì, è vero, c’è un bacio tra i due nel drama e c’è moltissima chimica tra i protagonisti.
Io parlerei di amore, benché non sia propriamente romantico. C’è tra i due una comprensione e una conoscenza che va oltre l’amore come noi lo intendiamo comunemente. Nell’episodio 4, Park Dong-hoon dice, in riferimento a Lee Ji-an:
«Sono triste che lei sappia chi sono veramente».
Park Dong-hoon
Poche parole, che però esprimono tanto bene un concetto profondo: i due protagonisti vi vedono visceralmente, al di là di maschere e apparenze.
Dal momento in cui iniziano a interagire, le loro vite cambiano e cambiano insieme.
Lei all’inizio ci viene presentata come una ragazza dura e pronta a tutto per soldi, una giovane donna che compie azioni moralmente discutibili. Tuttavia le sue azioni non sono mai senza motivo, e soprattutto Lee Ji-an non è un personaggio statico o guidato da cattive intenzioni.
Lee Ji-an sembra essere indifferente al destino di Park Dong-hoon, ma vederla poco a poco interessarsi, interessarsi con tutta se stessa e rispondere all’amore completamente e pienamente è un percorso che lascia lo spettatore senza fiato.
Le interpretazioni degli attori
L’interpretazione che IU dà di Lee Ji-an è a dir poco stupefacente. Tra quelle viste finora dell’artista coreana, senza ombra di dubbio è la migliore. L’intensità con cui rende il carattere cupo e diffidente della protagonista, che a poco a poco si apre con sfumature di incredulità, riconoscenza e luminosa, fragile dolcezza è impareggiabile.
Non è da meno il co-protagonista, Lee Sun-kyun, attore pluripremiato e versatile, qui decisamente in stato di grazia. Se dovessi citare una scena che in particolare mi è rimasta impressa è stata nel finale, quando tutto ormai si è concluso e il protagonista si ritrova solo nella sua camera a piangere senza consolazione. Ecco su di me ha avuto un effetto potentissimo. Quel pianto, quella disperazione, quella solitudine mi sono sembrati un passaggio obbligato – dolorosissimo, ma obbligato – verso la guarigione definitiva. Lee Sun-kyun ha saputo renderlo magnificamente.
Tutti gli attori sono stati straordinari, nessuno escluso, tanto che spiace chiamarli ‘secondari’. In particolare, vorrei citare brevemente la bella performance (oltre che bella storyline) del villain, Jang Ki-yong. Tanta angst e un’evoluzione significativa.
Note sparse su My Mister
A differenza delle decine e decine di kdrama che tutti noi amanti del genere abbiamo visto, My Mister è privo di stereotipi. Benché racconti una vicenda di fantasia (e lo faccia molto bene), il mondo rappresentato dalla sceneggiatrice – la stessa di My Liberation Notes – sembra essere straordinariamente reale. Non è reale solo nella rappresentazione della vita quotidiana dei personaggi, ma anche nel descrivere minuziosamente i sentimenti che provano, il loro mondo interiore.
La gamma di emozioni che My Mister fa provare è ampissima: dalla disperazione alla felicità nessuna è esclusa. Una ruolo fondamentale nel creare questo climax perfetto è giocato delle OST, tra le più belle che si possano trovare in un kdrama.
Dear Moon di Je Hwi, One Million Roses di Go Woo-rim, There is a Rainbow di Vincent Blue… ma soprattutto quella che vi lascio qui sotto. Una perla di struggente bellezza.
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