Eccoci finalmente arrivati a una categoria solitamente molto dibattuta, quella dei drama flop, i peggiori dell’anno. E tenevi forte, perché il 2023 è stato davvero generoso in termini di serie deludenti!
Come spiegherò parlando dei drama più belli visti quest’anno, è stato piuttosto difficile stilare la classifica dei miei preferiti del 2023… Per un motivo o per l’altro, ho trovato sempre qualche elemento di insoddisfazione durante la visione.
Ma siete pronti a scoprire quelli che per me sono stati i peggiori drama 2023? Allora partiamo!
King the Land, Netflix
E partiamo subito col botto! Quanto successo ha avuto King the Land? Beh, tantissimo… sicuramente è stato uno dei drama più seguiti e amati di questo 2023.
La vicenda ruota attorno a una giovane che per lavoro è costretta a sorridere tutto il tempo, e al suo capo che invece disprezza i sorrisi forzati e l’ipocrisia. I protagonisti lavorano nello stesso albergo di lusso, il che ovviamente crea le situazioni adatte al nascere di un rapporto tra i due.
Diciamo che anche io, come tutti, aspettavo la messa in onda di King the Land con trepidazione. E per questo drama sono arrivata a fare qualcosa che non è nelle mie corde: seguirlo on air. Perché non ho amato la serie al punto da ritenerla uno dei flop dell’anno?
Non discuto sul fatto che il drama sia realizzato benissimo, ma dai coreani non mi aspetto niente di meno. Il comparto tecnico funziona alla grande, e regia, fotografia, costumi ecc. sono assolutamente perfetti. Tanto ben fatti da risultare patinati. Non un capello fuori posto – e si sono sprecati fiumi di inchiostro sugli abiti cuciti addosso a Junho per evidenziare il suo famoso lato B.
Il problema non è che il drama è patinato e ‘perfettino’. Il problema è che il drama non ha una trama solida, e molte delle sue scene non sono altro che materiale da meme (ricordate il sorriso storto cringissimo di Junho che per settimane ha invaso i nostri social?)
Per non parlare poi dell’uso smodato del product placement. Siamo ormai abituati a veder pubblicizzati integratori, trucchi e prodotti di bellezza. D’altra parte i costi di produzione sono sempre più elevati, e per farvi fronte è necessario ricorrere agli sponsor – non c’è niente di male in questo. Tuttavia in King the Land si è passato il segno. Lunghi primi piani su orologi e brand di lusso hanno reso le puntate più simili a degli spot che a una serie TV!
Insomma, King the Land è una furba operazione di marketing, e non concordo con chi afferma che lo si guarda solo per Junho.
So che la mia è una unpopular opinion. Junho è un attore che mi piace molto (amatissimo ad esempio in Just between Lovers), ma se la storia non mi intriga e non mi dà emozioni, spendere 20 ore del mio tempo solo per intravedere degli addominali scolpiti e un bel viso è un BIG NO.
Doona! Netflix
Doona! è un altro drama che ha avuto un immediato successo di pubblico al momento della sua messa in onda, complice un cast eccellente, il doppiaggio in italiano e la brevità dello show (solo 9 episodi). Ma questo successo non è stato a mio avviso meritato.
Doona! avrebbe potuto essere una interessante riflessione (agrodolce e approfondita) sulla fama e sulle relazioni, ma per quanto mi riguarda ha fallito nella realizzazione. I personaggi principali, Doona e Won-joon, sono rimasti privi di profondità, animati da dialoghi vuoti e gesti insignificanti che hanno oscurato qualsiasi tentativo di emozione genuina.
Anche la loro storia d’amore per me è stata deludente: troppo passivo uno, troppo capricciosa l’altra. Due persone che non hanno una reale evoluzione e quasi mai dialoghi significativi. Questo mi ha impedito di stabilire un vero contatto emotivo con loro.
Nonostante gli attori Suzy e Yang Se-jong siano talentuosi, e li abbia apprezzati in lavori precedenti, la loro interpretazione qui è stata piatta, incapace di toccare il cuore dei personaggi. Molto più intriganti i personaggi secondari, che avrebbero avuto il potenziale per aggiungere interesse e dinamismo alla trama, ma purtroppo sono stati relegati a semplici riempitivi.
So che molti sono rimasti delusi soprattutto dal finale – ritenuto poco chiaro. Per me il finale è il minore dei problemi, e comunque è piuttosto coerente con la storia. Se volete leggere la mia interpretazione delle ultime scene di Doona! vi rimando alla mia recensione estesa, che potete trovare qui.
In conclusione, questo drama promette molto ma consegna poco, rivelando una scrittura debole e personaggi poco approfonditi.
See you in my 19th Life, Netflix
Ero davvero entusiasta di vedere questo show, soprattutto perché sono una grande fan dell’attrice protagonista. Nel corso degli anni, ho avuto modo di apprezzare la sua straordinaria abilità nel trasmettere emozioni, quindi avevo aspettative molto elevate.
See you in my 19th Life però non ha tardato a deludermi fin dalle prime puntate, e questo nonostante la buona performance di Shin Hye-sun – che pur confermandosi una valida attrice non ha brillato in questo drama.
La storia si presenta ricca di promesse, combinando elementi fantasy con una trama romantica. Tratta da un webtoon di successo di Lee Hey, commette però l’errore di omettere e alterare alcuni elementi chiave della storia originale, privando la serie di una trama ben sviluppata e coerente.
Inoltre, la scelta di limitare la serie a 12 episodi ha ulteriormente ristretto il campo per una narrazione completa, costringendo gli autori a velocizzare gli eventi, sacrificando lo sviluppo dei personaggi. Questo ha lasciato gli spettatori con un’esperienza a mio avviso affrettata e insoddisfacente. Il finale, in particolare, è prevedibile e privo di quel tocco magico che avrebbe potuto rendere questo drama migliore.
Lo stesso feeling tra i due protagonisti, che avrebbe dovuto essere carico di passione e tormento a causa del loro tragico destino, è risultato debole. In parte, questo è frutto di scelte creative discutibili, ma in parte è dovuto all’interpretazione non del tutto riuscita dei due lead.
Ahn Bo-hyun, che di solito brilla nei drama d’azione, sembrava vagamente ingessato e inespressivo, mentre – come ho già detto – mi aspettavo di più dalla performance di Shin Hye-sun, che qui non ha certo fatto la sua prova migliore. Anche la coppia secondaria sembrava essere lì solo per dovere. Non ha mai regalato momenti realmente emozionanti.
Insomma, il drama non eccelle in nessun ambito. Il finale pare affrettato e forse un paio di episodi in più avrebbero giovato, seppur non rivoluzionato la storia. Complessivamente, una serie dimenticabilissima.
Mask Girl, Netflix
Mask Girl è un drama che ha fatto molto parlare di sé. Si pone come una dura riflessione sul modo in cui gli standard di bellezza influenzano le vite delle persone. In una trama che procede a colpi di scena continui e sempre più brutali, tenta di far luce sull’impatto che i giudizi degli altri hanno su di sé e sull’accettazione di se stessi.
Il drama è realizzato benissimo. Non è solo visivamente accattivante, ma coinvolge fin dalle primissime scene. Ogni episodio è dedicato all’approfondimento di un personaggio e la recitazione è superba. Gli attori hanno fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione.
Le prime 3 puntate a mio avviso sono le migliori, per quanto contengano elementi fortemente disturbanti. Dopodiché Mask Girl si perde completamente. Vediamo perché.
Uno degli aspetti interessanti di Mask Girl è quello di aver ideato un personaggio dalla doppia personalità: grigia impiegata di giorno, disinibita ‘maschera’ sui social di notte. Il tema avrebbe potuto essere sviluppato più approfonditamente, perché ricco di potenzialità. Qual è la vera bellezza? Come possiamo esprimere la nostra autentica personalità? Quanto è conformista la società, e come possiamo scendere a patti con essa?
In realtà niente di tutto questo viene affrontato. Dopo il terzo episodio, intatti, il drama diventa una lunga sequenza di atti efferati senza senso. Avvincenti? Sicuramente. Ma se mi chiedete quale sia il messaggio che si è voluto veicolare, non ne trovo nessuno.
In questo show, i brutti sono cattivi, sociopatici e disturbati, stupratori e assassini. Non che i belli siano dei santi, ma quello che ci viene suggerito è che le persone esteticamente gradevoli sono quelle che vengono accolte dalla società, hanno gusti “normali” e si comportano in modo socialmente accettabile. Non solo. Veniamo spinti a pensare che la vendetta dei brutti sia in quale modo legittima.
Insomma, il drama per me merita un giudizio completamente negativo. Non perché mette in scena violenza e temi scabrosi, ma perché la maggior parte della violenza, del sesso e del sangue mostrato sono del tutto gratuiti, non giustificati dalla trama. Niente qui veicola un messaggio significativo. Mask Girl sembra solo un pretesto per confezionare una carrellata di elementi esteticamente accattivanti ma intrinsecamente vuoti.
Celebrity, Netflix
Mi dispiace particolarmente inserire Celebrity tra i flop 2023 perché ho un debole per Park Gyu-young. Fin dai tempi di Dali and Cocky Prince, la trovo un’attrice di grandissima eleganza, bella e brava. Sicuramente, nel panorama coreano, una delle mie preferite.
Aspettavo quindi Celebrity con molta trepidazione, ma purtroppo sono stata fortemente delusa. Quali sono le criticità del drama?
Celebrity si immerge nel tumultuoso mondo degli influencer, ma purtroppo la narrazione si perde in frivolezze, occupando il (breve) tempo degli episodi in dettagli superficiali che non aggiungono valore alla storia principale. La serie vorrebbe esplorare temi come la fama e l’identità, ma in realtà gli episodi spesso indulgono nel raccontare dettagli poco rilevanti ai fini della trama, lasciando lo sviluppo dei personaggi e delle loro relazioni in secondo piano.
Dal mio punto di vista, la serie dà un’immagine molto stereotipata, esagerata e problematica del mondo degli influencer. In qualche modo è come se il drama cercasse la ‘spettacolarizzazione’ invece di una narrazione più sfumata e matura. Celebrity è uno show che vuole “fare colpo” puntando su una rappresentazione unidimensionale e scandalosa dell’universo-social, ma poco umana e autentica. Per questo l’ho trovato poco coinvolgente ed emozionante.
Resta l’ottima interpretazione di Park Gyu-young, ma spiace constatare che l’attrice non ha ancora trovato un ruolo che le permetta di esprimere appieno tutto il suo talento.
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