Quando ho iniziato a guardare Boys Love (BL) mi è capitato come coi drama: non sono riuscita a smettere. Mi creavano una sorta di dipendenza. Però tanto era il piacere che mi davano, tanto era difficile trovarne che mi soddisfacessero appieno.
Ho scritto in precedenza quali sono secondo me alcuni dei BL più belli, a cui se ne aggiungono altri di cui parlerò in futuro. Ma non vi mentirò: sono esigente, non mi piace tutto solo perché la storia ruota attorno a due uomini che si amano…
Qui vi racconterò i motivi per cui non ho amato alcuni dei BL più famosi e popolari… e tenetevi forte, perché sono titoli che “scottano”!
Disclaimer: si tratta ovviamente di opinioni personali. Se voi li avete apprezzati o sono tra i vostri drama/lakorn preferiti, ne sono felice e non vedo l’ora di confrontarmi con voi. Sono convinta che lo scambio di idee sia sempre arricchente anche quando c’è diversità di vedute.
Cutie Pie, Thai 2022
Partiamo col botto! Cutie Pie è indubbiamente uno dei lakorn BL più noti e amati dagli appassionati del genere. Racconta la storia di un matrimonio combinato tra Lian, un freddo uomo d’affari, e Kuea, uno studente universitario che nel tempo libero si esibisce come cantante.
Cutie Pie, cosa mi è piaciuto
La qualità di questo lakorn è indubbiamente superiore a quella media dei BL ‘classici’. Buone riprese, begli interni, un set lussuoso… insomma, si nota che il budget impiegato è stato superiore rispetto ad altri show.
Ammetto poi di essere sensibile al fascino di Zee: lo trovo un bellissimo attore, pieno di carisma. Il che è più o meno l’unica ragione che mi ha permesso di portare a termine la visione del drama.
Cutie Pie, le ragioni del flop
Al di là della tensione erotica che palpabilmente unisce la coppia principale, e che – ci scommetto – è il motivo che sancisce il successo di questa serie, Cutie Pie propone un ventaglio di relazioni tossiche basate sulla possessività, il controllo e la menzogna.
I due Hia (Lian e Yi) hanno coi loro ragazzi un rapporto malsano. Solo io mi sono accorta che Kuea e il suo amico Khondiao hanno paura dei rispettivi partner? Kuea nasconde a Lian quale facoltà frequenta, non gli dice di essere un cantante e di esibirsi su un palco. Per quanto riguarda Khondiao, beh, letteralmente trema ogni volta che Hia Yi lo chiama al telefono o gli si avvicina. Non so in quale universo distorto questo tipo di relazioni dovrebbe essere considerato sexy…
Insomma, i due Hia controllano i giovani e li manipolano: impongono assurdi coprifuoco, alzano la voce, non comunicano, tramano alle loro spalle con il beneplacito delle famiglie, si appropriano dei loro beni senza farne parola… tutte azioni che ci vengono descritte come premurose ma in realtà sono solo malsane.
Ciò che che mi infastidisce maggiormente non è che (ad esempio) Hia Lian dica a Kuea che non lo ama, si comporti da uomo freddo e senza cuore, laddove l’altro – a parte un breve rigurgito di orgoglio – è una bambola di pezza senza dignità. Quello che mi spiace è che non mi venga spiegato il motivo per cui i personaggi si comportano in questo modo. Mi spiace che non ci sia un’evoluzione nel loro percorso.
Un aspetto che mi ha messo estremamente a disagio è poi la coppia costituita da Khondiao e Hia Yi.
Partiamo dalla scelta dell’attore che interpreta Khondiao, Nat Natasitt Uareksit. Un ragazzino minuto, che a stento dimostra la maggiore età. Gli sceneggiatori lo descrivono come un cucciolo bisognoso, che agisce in tutto e per tutto come un bambino. Mostrare scene di sesso esplicite (peraltro dubbiamente consensuale) tra i due mi ha molto infastidito.
Le red flag nei BL Thai
So che Khondiao e Hia Yi sono una coppia amata, ma non condivido l’entusiasmo.
Mi piacciono le storie d’amore, mi piacciono quando sono ‘pepate’ e convincenti sullo schermo. Tuttavia non apprezzo la consuetudine (troppo spesso abusata nei BL Thai) di idealizzare comportamenti devianti.
Mi riferisco alle cosiddette red flag, tutti quei segnali che ci fanno venire il sospetto che siamo di fronte a una situazione pericolosa o poco sana.
Anche qui: il problema non è la mancanza di consenso in sé. Il problema è “rendere romantica” la mancanza di consenso. Provate a immaginare se al posto di due uomini ci fosse una donna e un uomo. Lo trovereste altrettanto stuzzicante? Non credo. Ecco, questo doppio standard mi infastidisce parecchio.
Un’altra red flag è lo sdoganamento del bullismo. Spesso e volentieri nelle coppie BL il protagonista passivo viene fatto oggetto di atti di bullismo da parte di quello attivo. Ad esempio in HIStory 3, che vedremo sotto. Oppure, nel caso eclatante del rapporto tra Vegas e Pete in KinnPorche, dove si arriva ad atti di vera e propria tortura. Se nell’universo di KinnPorche questo ha un senso (benché tirato per i capelli), il più delle volte il bullismo viene usato solo come espediente per far accendere la ‘scintilla’ tra i due male lead. Beh, un espediente davvero discutibile.
Un’altra red flag è la manipolazione, di qualunque natura essa sia. Mentire, controllare l’altro, mostrare una gelosia insana, fare a botte… insomma comportamenti di questo tipo vengono descritti come prova di un amore incontrollabile e folle. Ma di folle c’è solo la presunzione di chiamare questi atteggiamenti ‘amore’.
Not Me, Thai 2022
Serie ambiziosa e di grandi potenzialità, Not Me non si può dire che raggiunga completamente il suo obiettivo. Questa non è una completa bocciatura ma di sicuro il drama mi ha deluso.
Lo show è coraggioso perché tratta di temi rilevanti, quali la situazione politica tailandese e la necessità che i giovani avvertono di promuovere un cambiamento nella società. Il messaggio è significativo. Ciò che contesto è la sua realizzazione troppo ‘didascalica’. Mi spiego.
Not Me è una serie d’azione. Tuttavia, l’azione viene continuamente ‘spezzata’ dalle disquisizioni dei personaggi che – davvero troppo spesso – si confrontano su questioni teoriche. Parlano della situazione politica in Tailandia. Parlano del sistema giudiziario. Parlano degli esami universitari. Parlano delle ingiustizie sociali. Parlano parlano parlano.
Quello che dicono è importante, ma a mio avviso ‘intasa’ troppo la storia: non appena si presenta un po’ di adrenalina, ecco arrivare una lezione teorica che come una doccia fredda rallenta eccessivamente il ritmo. A mio avviso avrebbero potuto veicolare lo stesso messaggio facendo accadere delle cose tra i personaggi, invece che facendoli continuamente parlare…
Inoltre, l’idea di partenza – quella di due gemelli uniti da un legame viscerale – non è stata adeguatamente sviluppata. La mia impressione è che la ‘connessione’ tra di loro sia stato solo un escamotage per far entrare White nella banda. Per la maggior parte del tempo, infatti, il ragazzo si ‘dimentica’ di avere un gemello e per quale ragione si trova in quella situazione.
In conclusione, capisco e in parte apprezzo il messaggio che Not Me ha voluto veicolare. Rappresenta di certo un unicum nel panorama BL tailandese, e devo riconoscere che gli attori hanno fatto un lavoro eccellente. Per i miei gusti, però, l’obiettivo non è stato centrato.
HIStory 3: Make our Days count, Taiwan 2019
Ho avuto innumerevoli problemi con questo BL, che da molti mi era stato suggerito come uno dei più intensi e struggenti. In questo caso le mie aspettative erano elevate – e non solo per via dei consigli, ma perché di solito i prodotti taiwanesi incontrano i miei gusti.
Il mio iniziale problema è stato con il protagonista Yu Xi Gu, interpretato da Huang Chun Chih. Povero, bruttarello, introverso, bullizzato… in poche parole: funestato da un’esistenza sfortunata. Vederlo sullo schermo mi provocava un fastidio incontrollabile.
Non riuscivo a capire che tipo di appeal potesse avere un personaggio del genere. Senza fascino, asociale e infantile, con atteggiamenti che oscillavano tra il patetico e l’ossessivo, il fatto che potesse attirare l’attenzione del ragazzo più affascinante della scuola mi pareva una premessa fantascientifica.
Scherzi a parte, ho un problema con i personaggi (maschili e femminili) che ci vengono mostrati senza un briciolo di amor proprio. Faccio un esempio, legato a questo drama.
La storia inizia con l’altro main lead, Xiang Hao, che bullizza il nostro sfortunato Xi Gu. Lo fa in molti modi, ma – indovinate un po’ – in realtà sotto la cenere cova un interesse per lui. La cosa peggiore è che, a dispetto di questi svilenti atti di bullismo, Xi Gu lo venera, lo cerca, lo compiace in ogni modo, fino ad arrivare alla pietosa scena in cui si camuffa per spiarne la performance teatrale.
Ecco, anziché trovare queste dinamiche stuzzicanti, vedo in esse tratti inquietanti. In Make our Days Count, poi, il tutto è aggravato dall’infelice finale.
*** Attenzione: contiene spoiler ***
Il problema del finale non è tanto che gli sceneggiatori hanno scelto di far morire Xi Gu, discostandosi dall’happy ending della novel. Trovo che i finali tristi, quando coerenti e motivati dalla narrazione, siano splendidi. Non è questo però il caso. Perché?
Perché ho trovato quel balzo temporale in avanti davvero di cattivo gusto e poco rispettoso della Comunità LGBTQ+. In poche parole: Xiang Hao, anni dopo la morte di Xi Gu, ha un interesse amoroso femminile, mettendo in scena uno dei più ipocriti e fastidiosi cliché BL: «Non mi piacciono i ragazzi, sono “gay” per te».
Che questo stereotipo sia stato perpetrato nella moderna Taiwan, patria dei diritti civili, mi stupisce e francamente mi indigna un po’.
Until we Meet Again, Thai 2020
L’idea di partenza di questo lakorn mi è piaciuta tanto, e le prime puntate sono state davvero avvincenti. Ammetto di essermi sentita molto coinvolta dalla tragica storia di Korn e In, che si reincarnano in Dean e Pharm.
Con l’evolvere della trama, tuttavia, ho cominciato a mal tollerare questa serie, soprattutto per la comparsa massiccia di alcuni cliché che proprio mal sopporto nei BL, specie quelli tailandesi.
Stereotipi BL che non sopporto
La mia probabilmente sarà una unpopular opinion, ma ci sono alcuni stereotipi BL che proprio non riesco a digerire.
Il primo e più fastidioso per me è la rappresentazione del ‘bottom‘ (ovvero l’elemento ‘passivo’ della coppia uomo-uomo) in modo infantilizzato o eccessivamente femminile.
Spesso l’attore che interpreta questo ruolo è un ragazzo minuto, dalle fattezze adolescenziali, con occhi grandi e ingenui. Difficilmente dimostra la maggiore età, il che mi crea qualche problema morale quando guardo un BL romantico e ci sono scene erotiche.
Prendiamo ad esempio Earth Katsamonnat, attore thai molto famoso. Aveva 25 anni quando ha girato il lakorn My only 12% ma ne dimostrava 10 di meno. Difficile spiegare quanto disagio ho provato nel guardare quella serie – anche perché, diciamolo, Earth l’ha passata a piangere, abusando ampiamente della mia pazienza.
In Until We Meet Again abbiamo Fluke (la reincarnazione di Earth): potrei scrivere un romanzo sul suo personaggio! Al di là del fatto che sembra in tutto e per tutto un bambino, il punto è che non ha alcuna chimica con il suo partner, Ohm (il suo «P’Deeeeeeeeeeean» lamentoso e strascicato pronunciato ogni 2 minuti ha traumatizzato ogni spettatore di UWMA).
E il problema è duplice. Da un lato sono i due attori che non legano affatto, non fanno scintille e sospetto non si piacciano nemmeno un po’. Dall’altro è un problema di cattiva sceneggiatura. Forse avevano poco materiale e troppe puntate, ma ogni scena era lenta: dialoghi lenti, lunghi sguardi pieni di silenzio, lente pause tra una parola e l’altra, lenti (e strazianti) assoli di violino. Una lentezza che dopo un po’, lungi dal comunicare tristezza, mi ha messo sonnolenza.
Spiace essere tanto perentoria nel mio giudizio, ma visto l’entusiasmo con cui avevo iniziato questa serie è stato difficile scendere a patti con la delusione che mi ha suscitato.
To be continued…
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