Shooting Stars: trama e recensione
Se guardate questo drama aspettandovi la classica rom-com… be’, non è proprio così. O meglio, lo è. Ma c’è qualcosa in più. Intendiamoci: Shooting Stars è in tutto e per tutto un kdrama da ombrellone. Leggero, piacevole e senza troppe pretese, ma offre interessanti spunti di riflessione e una storia corale che lo rende intrigante.
Racconta la storia di Oh Han-byul, responsabile del team di PR in una nota agenzia per attori. Il suo compito è quello di gestire i rapporti con i giornalisti, tenendo a bada voci e gossip che quotidianamente si diffondono su internet. E’ un lavoro estenuante e senza fine, che prosciuga tutte le energie sue e del suo team.
Star di punta dell’agenzia è Gong Tae-sung, il «fidanzato della nazione». Amatissimo dai fan, sempre sorridente e disponibile in pubblico, rivela ben altro carattere quando non è sotto i riflettori. Soprattutto con Oh Han-byul tira fuori il peggio di sé, tormentando la ragazza e provocando continui battibecchi.
I protagonisti: dall’odio all’amore
I due protagonisti sono uniti dalla classica relazione odio/amore. Conosciutisi all’università, hanno iniziato fin da subito un rapporto conflittuale ma esclusivo, in cui è evidente che – indipendentemente da quanto discutano – hanno bisogno l’uno dell’altro. Si conoscono profondamente e nonostante affermino di detestarsi, è chiaro a tutti (tranne a loro stessi) che i sentimenti che reciprocamente provano sono ben diversi.
Personalmente ritengo che la parte relativa alla storia d’amore sia quella meno interessante, per quanto rappresenti l’ossatura del drama per tutta la prima parte. E’ brillante, ben costruita e anche ben recitata. Tuttavia manca l’aspetto più importante, ossia la tensione.
Sappiamo infatti fin dalla prima puntata che i due finiranno per amarsi. Non c’è nessuna sorpresa, nessuna incognita e nessun fatto imprevedibile nella loro evoluzione sentimentale.
Breve (ma necessaria) digressione su Lee Sung-kyung e la skinship
La tensione manca anche nella skinship. Sembra incredibile, ma Lee Sung-kyung è un’attrice che riesce a freddare la chimica con qualunque partner.
Avevo bocciato la sua prova attoriale in About time (se volete sapere a cosa mi riferisco, leggete qui). Ammetto che in Shooting Stars è molto migliorata, anche se continua a non convincermi quella sua aria sempre addormentata e imbronciata. I gusti son gusti…
Ancora meno credibili sono state le scene dei baci. Quando l’attore Kim Young-dae bacia la fangirl sul set, il bacio è davvero molto sensuale, eppure si tratta di un bacio “di scena”. Quando invece gli tocca baciare Lee Sung-kyung, pur essendo un “bacio vero”, è come vedere i cartoni animati da bambini. Lei praticamente gli si incolla alla narice, lui alla guancia – il tutto in un’immobilità cadaverica. Mamma mia. Che brutta scena.
Le dure leggi dell’industria dell’intrattenimento coreano. Il dietro le quinte
Uno degli aspetti più coinvolgenti di Shooting Stars è sicuramente quello di fare luce sul dietro le quinte dell’industria dell’intrattenimento coreano, mostrando che non è tutto oro quello che luccica. La fama forse è qualcosa a cui tanti aspirano, ma sopportarne le conseguenze produce livelli di stress con i quali è dura avere a che fare.
Di recente abbiamo parlato dei casi di attori sbattuti in prima pagina per colpa di gossip per lo più anonimi diffusi via internet (in questo articolo). Apprezzo molto che il drama abbia affrontato l’argomento, perché è comunque un modo di creare dibattito nell’opinione pubblica.
C’è una frase che mi ha colpito, detta dallo psicopatico del drama, Smileyboy: «In questo Paese è forse un reato odiare una celebrità?»
Ecco, mi ha colpito perché ci fa capire la portata del fenomeno delle star coreane in patria, che è probabilmente fuori misura rispetto alla semplice ammirazione che possiamo avere noi verso una celebrità. Questo fatto spiega anche perché un pettegolezzo che si diffonde anonimamente via internet ha così tanto potere da decretare potenzialmente la fine di una carriera. Inoltre, essere alla mercé dell’opinione pubblica costringe le star a vivere un’esistenza repressa, controllata e terribilmente stressante che impatta sulla salute stessa – come viene mostrato anche nel drama.
Shooting Stars: le bromance
L’altro aspetto positivo di questa serie è che si configura come una vicenda corale, che non si focalizza sulla coppia principale ma dedica ampio spazio a tante storie, ben caratterizzate e interessanti.
Più ancora che la storia d’amore, coinvolgono le bromance. Prima fra tutte, quella tra il protagonista e l’improbabile manager, Jeong Yeol – un ragazzo che gira con il defibrillatore nello zaino perché «non si sa mai cosa potrebbe accaderti sul set». Premurosamente inquietante.
Intenso il legame tra l’attore e Kang Yoo-seong, primo team leader dell’agenzia. Tra loro non c’è un mero rapporto di lavoro, poiché Yoo-seong è a conoscenza degli aspetti più intimi della vita della star e lo protegge proprio come farebbe un amico. Tenacemente fedele.
Infine l’ambivalente rapporto con l’avvocato, Do Soo-hyuk. Personaggio curioso, chaebol che lavora per passatempo, affascinante e sicuro di sé, second lead senza speranze, l’avvocato pian piano costruisce con il protagonista una bromance davvero gradevole, fatta di gelosie, ripicche e rispetto reciproco. Amabilmente rivali.
Shooting Stars: i personaggi femminili
Tolta la protagonista, ci sono tanti personaggi femminili in questo drama. Ci sono le colleghe di lavoro; c’è la fangirl prestata alla recitazione; c’è la madre pentita; c’è la ricca viziata che s’innamora e la pazza che tormenta la nostra superstar. Impossibile citarle tutte.
Il drama si focalizza però sulle storyline delle due migliori amiche della protagonista.
Quello della reporter, amica di Oh Han-byul, è un bel personaggio. Il suo capo vorrebbe che fosse nient’altro che una produttrice senza scrupoli di scoop, ma lei la pensa diversamente. Oltre a voler sempre verificare i fatti, si fa degli scrupoli morali prima di pubblicare una notizia. Il che la rende forse un cattivo giornalista d’assalto, ma uno splendido essere umano.
Cosa di cui si accorgerà pian piano anche l’avvocato, non appena supererà la sua cotta per la nostra bella protagonista imbronciata… Sappiate che insieme li si shippa tantissimo e fortissimo.
Anche quello della manager è un bel personaggio, per quanto senza molto da dire. Carina, graziosina, timidina, tutto in “ina” – anche la sua personalità, che non spicca granché. Non è un caso che tutti la vogliano accarezzare sulla testa come si fa coi cani e coi bambini.
Fa tenerezza, perché è innamorata da anni del fascinoso Kang Yoo-seong, e nel momento in cui riesce a dichiararsi va nel panico e scappa. Non che Kang Yoo-seong sia messo molto meglio di lei: passa anni a sospirare «Carina!» quando la vede, ma nel momento cruciale le dice: «Sono confuso, non so cosa provo per te». Ah. Insieme raggiungono livelli di zuccherosità imbarazzante.
Shooting Stars, considerazioni finali. Vale la pena vederlo?
La prima parte del drama è caratterizzata da un tono leggero e divertente, quasi completamente incentrato sul rapporto fra i due protagonisti. La parte centrale vira (invero un po’ bruscamente) su toni più drammatici e su temi più seri, quali la diffamazione a cui le star possono essere soggette, i segreti che vengono alla luce, i compromessi a cui bisogna cedere quando si è famosi. Il finale torna a essere leggero e disimpegnato, in perfetto stile rom-com.
Tutte queste parti funzionano e si lasciano guardare con grande facilità, senza mai scivolare in momenti di fiacca o noia. Mentirei se dicessi che Shooting Stars è un prodotto di grande profondità. Non lo è. Resta una commedia di puro intrattenimento, che però ho goduto più di quanto mi aspettassi.
Consigliata per una visione disimpegnata. Non deluderà.
Voto: 7/10
Numero puntate: 16
Durata: 1h circa
Dove vederlo: Viki
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