Storia della skincare coreana

Skincare coreana tradizione innovazione

In Corea del Sud la cura della pelle è un’eredità culturale che fonde tradizione e tecnologia. Fin dai tempi della dinastia Joseon, la popolazione ha dato grande importanza alla pelle luminosa, utilizzando ingredienti naturali come il riso e le erbe medicinali. Queste pratiche antiche, radicate nella filosofia del benessere interiore ed esteriore, pongono le basi per i moderni rituali di bellezza.

Preparatevi per un viaggio attraverso il tempo, un racconto di come la Corea ha plasmato il concetto di bellezza in un modo unico. Prendetevi una tazza di tè, rilassatevi e scoprirete come tradizione e innovazione si incontrano nel mondo affascinante della skincare coreana.

La cura della pelle in Corea non è solo una pratica moderna, ma un’arte affinata lungo secoli di storia e cultura.

Già durante la dinastia Joseon (1392-1910), la bellezza rifletteva l’equilibrio interno e la virtù personale, e la cura di sé era considerata un segno di rispetto verso sé stessi e gli altri. I rituali di bellezza di quel tempo erano sofisticati e basati su ingredienti naturali come il riso, usato sia come alimento sia per le sue proprietà illuminanti e nutritive. Ricco di vitamine B, C ed E, veniva trasformato in polvere o in acqua per migliorare la luminosità e la texture della pelle.

Gli oli naturali giocavano un ruolo importante nella cura personale. In particolare, l’olio di camelia era noto per i suoi elevati livelli di omega-9 e antiossidanti, e veniva utilizzato sia per i capelli che per la pelle. Questo olio era apprezzato per la sua capacità di assorbirsi rapidamente, senza lasciare tracce untuose, rendendolo ideale per l’uso quotidiano.

Skincare coreana epoca Joseon

Le donne della dinastia Joseon avevano un’attenzione particolare per il trucco, che doveva essere discreto ed elegante. Utilizzavano polveri di riso e miglio per schiarire il viso, riflettendo l’ideale di una pelle pallida e luminosa che ancora oggi è tanto in voga. Inoltre, producevano scrub leviganti, rossetti realizzati con peperoni rossi essiccati e tinture per sopracciglia con il carbone. Nella routine delle donne, i fagioli mung, polverizzati e amalgamati con acqua, erano ottimi utilizzati come detergenti per il viso. Ricchi di saponina, questi legumi garantivano una pulizia efficace della pelle. E non mancavano lozioni e tonici estratti dalle piante, come ad esempio gli steli di zucca, da applicare dopo il lavaggio.

Siccome l’odore dei cosmetici a base di prodotti naturali non sempre era dei più gradevoli, le donne aggiungevano dei profumi. Il più delle volte, il profumo era realizzato con germogli di chiodi di garofano essiccati – il che si pensava avesse anche effetti benefici contro lo stress e l’affaticamento mentale.

C’è da considerare che tutte queste pratiche erano riservate principalmente alle classi nobili e reali. Le norme confuciane promuovevano la modestia e la sobrietà in ogni campo, influenzando profondamente anche l’abbigliamento e il trucco. In questo periodo storico, era essenziale per le donne aderire a standard di modestia che si riflettevano, tra le altre cose, e nell’uso di colori sobri nell’abbigliamento. Le classi più elevate, incluse la nobiltà e la famiglia reale, erano le uniche autorizzate a indossare tessuti lussuosi o colori vivaci, segnalando così il loro status sociale distinto.

Il Gyuhap Chongseo o “Enciclopedia delle Donne” è un’opera coreana del XIX secolo scritta da Yi Bingheogak pensata come una guida pratica per le giovani donne sposate. Questo manuale è una ricca fonte di informazioni su vari aspetti della vita domestica e personale, tra cui consigli su etichetta, cucina e gestione della casa. Particolarmente rilevante ai fini di questo articolo è il suo approfondimento sulla bellezza e la cura personale, che include dettagli su come preparare cosmetici e mantenere un aspetto curato.

In questo testo si discutono i ben 10 modelli popolari di sopracciglia (!), indicando che già nel 1800 le arcate ben definite erano di grande moda tra le donne coreane. Le forme preferite erano sottili e ben delineate. In contrasto con le tendenze odierne, a quel tempo non si prestava particolare attenzione alle ciglia. Questo dettaglio suggerisce come i canoni si siano evoluti nel tempo, mantenendo però una costante attenzione alla cura di sé e al dettaglio.

Con l’avvento del XX secolo la Corea iniziò ad abbracciare le tecnologie moderne, integrandole con le tradizioni secolari.

La Bakgabun o Park Powder

Un anno fondamentale fu il 1916, che segnò un punto di svolta significativo nella storia dei cosmetici in Corea. Per la prima volta venne prodotta la Bakgabun o “Park Powder”, che rappresenta il passaggio dalla produzione cosmetica locale verso l’industria di massa. Ma che cos’è la Bakgabun?

Cosmetici coreani

E’ una delle prime polveri cosmetiche prodotte su larga scala in Corea. Fino a quel momento in Corea circolavano pochi e costosi prodotti, o artigianali o importati. Grazie alle Gisaeng – intrattenitrici per uomini nei locali di lusso – divenne molto famosa. Le donne dell’epoca dicevano che rendeva il viso bello e bianco. L’inventore della cipria fece una fortuna, arrivando a vendere 10mila confezioni al giorno per anni, almeno finché non si scoprì che il piombo contenuto nella formula poteva essere nocivo per la pelle. Le vendite allora crollarono rapidamente, spingendo l’azienda a lanciare prodotti alternativi più sicuri.

Questo episodio ha avuto un impatto duraturo sull’industria cosmetica coreana, spingendola non solo verso una maggiore attenzione alla qualità e sicurezza dei prodotti, ma anche verso una maggiore trasparenza riguardo agli ingredienti utilizzati. Inoltre, il Bakgabun ha aperto la strada a un’era di modernizzazione e globalizzazione, contribuendo a definire la Corea come un leader innovativo nel settore della bellezza a livello mondiale.

Il fenomeno delle BB cream coreane

Negli anni ’60 e ’70, mentre il Paese si industrializzava rapidamente, la ricerca scientifica iniziò a giocare un ruolo chiave nello sviluppo di nuovi prodotti. Le aziende cominciarono a esplorare formulazioni più avanzate, combinando estratti botanici tradizionali con molecole sviluppate in laboratorio per massimizzare i benefici per la pelle. Questa fusione di antico e moderno ha dato origine a prodotti innovativi, come ad esempio le BB cream.

Storia della skincare coreana

Le BB cream si sono originariamente sviluppate in Germania come soluzione nei trattamenti medici post operatori per nascondere le cicatrici. Sono però diventate un fenomeno di massa dopo essere state perfezionate dai cosmetologi coreani negli anni 2000. I coreani infatti le hanno adattate all’uso quotidiano, hanno aggiunto molte varietà di colori e inserito principi attivi nelle loro formule. Tutto ciò ha trasformato le BB cream in un must-have per i consumatori globali.

Il successo delle BB cream ha posto le basi per l’introduzione di prodotti ancora più avanzati, come le CC cream (Color Correcting) e le DD cream (Daily Defense). Questi nuovi prodotti hanno ampliato il concetto di make-up multifunzionale, offrendo copertura e trattamento. L’approccio sperimentale della Corea nel campo della cosmetica evidenzia quanto il Paese sia all’avanguardia nel combinare tradizione e innovazione, utilizzando materie prime di alta qualità e tecniche avanzate di produzione.

E’ un dato di fatto che la skincare coreana oggi sia una delle migliori e più efficaci al mondo. C’è un aspetto interessante che a mio avviso si deve sottolineare e che racchiude un po’ il senso di questo percorso storico che abbiamo fatto.

Skincare Seoul Coreana Cosmetics Museum

A Seoul c’è un interessante Museo, il Coreana Cosmetics Museum, che espone secoli di storia della cosmesi, offrendo un viaggio attraverso l’evoluzione della bellezza e delle pratiche di cura personale. Questo spazio unico raccoglie una vasta gamma di artefatti che vanno da antichi contenitori per cosmetici a moderni prodotti di bellezza. Illustra il modo in cui gli ingredienti naturali e le ricette tradizionali sono stati adattati ai metodi di produzione contemporanei. Ogni pezzo esposto racconta una storia ed evidenzia il dinamismo dell’industria cosmetica coreana.

La curatrice del Museo, Lee Ji-sun ha fatto un’osservazione interessante. Ha sottolineato che, sebbene confezionati in modi differenti, i prodotti di bellezza coreani sono rimasti sostanzialmente gli stessi nel corso dei secoli. Alla loro base, infatti, ci sono la semplicità e concetti che sono rimasti immutati. Certo, nessuno usa più il carbone per colorarsi le sopracciglia, tuttavia la filosofia di base – quella di utilizzare ciò che la natura offre per migliorare la bellezza in modo sano e sostenibile – è rimasta invariata. Gli ingredienti, come estratti di piante e minerali che un tempo venivano macinati a mano e mescolati in ricette tramandate di generazione in generazione, ora vengono processati con tecnologie all’avanguardia per massimizzare la loro efficacia.

Questo rispetto per la tradizione, unito all’innovazione continua, rende i prodotti di bellezza coreani unici nel loro genere e molto ricercati in tutto il mondo. L’equilibrio tra eredità culturale e avanguardia tecnologica testimonia l’unicità e il fascino duraturo che fanno del K-beauty un esempio luminoso di come il passato possa arricchire il futuro.

Per approfondire l’affascinante storia della Park Powder, leggi qui:

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