Trama: un kdrama su autostima e problemi sessuali
You raise me up racconta la storia di un trentenne, Do Yong-shik, che nella vita sembra aver fallito tutto. Pur avendo trascorso anni a studiare per un concorso pubblico, non ha mai superato l’esame. Si mantiene facendo un lavoro part-time ben poco appagante. Non ha fiducia in se stesso, non ha prospettive. E, come se non bastasse, viene lasciato dalla fidanzata in modo piuttosto umiliante.
Siccome crede che l’origine di ogni suo problema sia nella disfunzione erettile che ha portato alla fine della sua relazione, dopo molte indecisioni si convince ad affrontare la situazione e andare da un urologo. Come in ogni kdrama che si rispetti, il medico si rivela essere il suo primo amore, Lee Ru-da.
Lee Ru-da capisce ben presto che Do Yong-shik non è affetto da un problema fisico, ma piuttosto da un’invalidante carenza di autostima. Si rende conto che il ragazzo è depresso, demoralizzato e ha una percezione di sé del tutto negativa. Inizia dunque ad aiutarlo, con l’obiettivo di fargli acquisire una maggiore fiducia in se stesso.
Specularmente, l’incontro con Yong-shik innesca in Ru-da un’evoluzione significativa. Con gli anni la donna ha sviluppato atteggiamenti materialistici e opportunistici. Fidanzata con uno psichiatra, pretende dal suo uomo ricchezza e successo. Ritrovare Do Yong-shik le permetterà di capire cosa è davvero importante e cosa vuole da una relazione.
Da quel momento in poi il finale è già scritto, ma il percorso per arrivarci è emozionante e coinvolgente. Romantico, sì, ma anche maturo, intelligente e un pizzico motivazionale.
Recensione: un kdrama assolutamente da vedere
Si dà molta enfasi al fatto che il tema centrale di questo drama sia la disfunzione erettile. Non è del tutto vero. Di certo le problematiche sessuali sono trattate con delicatezza, equilibrio e allusioni anche molto divertenti. Il che rende You raise me up un’opera originale e coraggiosa.
Di fatto, però, il fulcro è ben più universale e ci riguarda tutti. La serie indaga l’impatto devastante che i fallimenti, le ansie, le aspettative degli altri e il raffronto con i loro successi possono avere sulla nostra vita.
Questo viene espresso molto bene nella scena della cena con gli ex compagni di classe, un’esperienza con cui tutti abbiamo a che fare. Chi di noi non ha provato una certa irrequietezza all’idea di rivedere alcuni ex colleghi del liceo o dell’università, di non essere all’altezza – per una ragione o per l’altra? Ecco, il protagonista vive in uno stato di costante tensione, basando l’idea che ha di se stesso solo alla luce dei fallimenti collezionati nella vita.
La guarigione può iniziare solo nel momento in cui Yong-shik vuole guarire, e diventa lui stesso il motore del suo cambiamento. E’ vero che Ru-da rappresenta il catalizzatore di questo cambiamento, ma l’uomo non cambia per lei. Cambia per se stesso. Questa è la vera forza del messaggio contenuto nel drama.
Vorrei concludere segnalando altri due aspetti per i quali vale la pena guardare You raise me up.
Il primo è l’interpretazione molto convincente di entrambi i protagonisti, Yoon Si-Yoon e Hani. Oltre a essere perfettamente calati nella parte, hanno un’eccezionale intesa che si traduce in una passionalità piuttosto insolita per i canoni coreani. Per una volta siamo di fronte a due interpreti maturi, che usano tutto il corpo per esprimere le loro emozioni. E a noi quell’emozione arriva forte e chiara. Finalmente!
Il secondo è un’OST deliziosa, una delle più belle che abbia sentito e che meglio si sposa con la trama. Nella mia playlist dei «Preferiti» ho salvato tre tracce, tra cui quella che vi lascio qua sotto – per me molto dolce e malinconica.
Voto: 9/10
Numero puntate: 8
Durata: 45 min. circa
Dove vederlo: Viki
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