Skincare coreana: i falsi miti da sfatare

skincare coreana funziona davvero

Se hai cliccato su questo articolo, probabilmente ti interessa — o sei già innamorat* — della skincare coreana. Speri che ti regali una pelle radiosa, perfetta, “glassata” come quella degli attori nei drama. E, credimi, ti capisco perfettamente.

All’inizio anch’io pensavo che bastasse replicare alla lettera i famosi “10 step” per ottenere risultati miracolosi. Ma dopo aver vissuto in Corea, aver testato i prodotti sul campo e aver visto da vicino cosa si cela davvero dietro il marketing, ho cambiato prospettiva.

Un buon punto di partenza? Leggi qui!

Quello della skincare coreana è un mondo affascinante, ma anche pieno di esagerazioni, equivoci, e false promesse. Non tutto ciò che vedi online è vero. Non ogni prodotto virale merita di finire sul ripiano del tuo bagno, e no, non serve spendere 200 euro in sieri e booster dai nomi impronunciabili per prendersi cura della propria pelle.

Ti parlerò di skincare coreana con l’intento di sfatare qualche mito e raccontarti cosa — secondo un’analisi attenta e obiettiva — può davvero funzionare, e cosa invece è solo hype. Perché sì, la Corea autentica passa anche dalla sua cosmesi. Ma merita di essere raccontata con sincerità, buon senso e un pizzico di spirito critico.

Spoiler: non serve comprare tutto. Serve capire.

Nel tempo, la skincare coreana è diventata un fenomeno globale. Pensate che nel primo trimestre del 2025, il settore beauty coreano ha registrato il valore di esportazioni più alto di sempre! Ma insieme alla popolarità sono arrivate anche semplificazioni, luoghi comuni e veri e propri fraintendimenti.

Alcuni miti si sono diffusi così tanto che oggi sembrano verità assolute, anche se non lo sono affatto. E spesso finiscono per confondere, anziché aiutare. Ecco quelli più comuni (e dannosi) da smontare, una volta per tutte.

1. Più prodotti = più risultati!

Uno dei miti più diffusi sulla skincare coreana è che servano molti prodotti per ottenere risultati visibili. Questo equivoco deriva dalla celebre “10 step routine” — spesso presentata come lo standard coreano, quando in realtà è una strategia commerciale nata intorno al 2014 e diffusa da rivenditori internazionali, più che una pratica quotidiana realmente adottata dalla maggioranza delle persone in Corea.

Skincare coreana funziona davvero falsi miti

Nella realtà, molte persone in Corea usano 3 o 4 prodotti al massimo, spesso con un focus su detersione, idratazione e protezione solare. La routine in 10 step è nata come esempio illustrativo, non come regola.

Nella realtà, molti dermatologi — sia coreani che internazionali — concordano nel sottolineare che questa pratica non è adatta a tutti e può anzi creare problemi. Troppi prodotti, infatti, aumentano il rischio di:

  • irritazioni cutanee (soprattutto se si stratificano attivi esfolianti come AHA o retinolo)
  • alterazione della barriera cutanea
  • sensibilizzazione a lungo termine

In dermatologia, il principio “less is more” resta spesso il più efficace. Secondo l’American Academy of Dermatology, una routine di skincare efficace deve essere semplice, coerente e adatta al proprio tipo di pelle — non necessariamente abbondante.

La qualità dei prodotti, la loro combinazione corretta e l’uso costante nel tempo sono molto più determinanti del numero di step.

2. Se è coreano allora è buono!

Con la crescita dell’industria cosmetica sudcoreana, si è diffusa l’idea che ogni prodotto “Made in Korea” sia sinonimo di qualità, delicatezza ed efficacia. Ma la realtà è più sfumata.

Migliori brand skincare coreana

Il fatto che un prodotto arrivi dalla Corea non garantisce automaticamente che sia adatto alla tua pelle, né che sia formulato con ingredienti di qualità dermatologica. Come in qualsiasi altro mercato, esistono ottimi brand, brand medi e altri che puntano solo sull’effetto “wow” del packaging o sull’onda di TikTok.

In Corea, esiste un altissimo ricambio di marchi: ogni mese escono nuovi brand, molti dei quali scompaiono nel giro di pochi anni. Alcuni puntano tutto su un ingrediente virale (la centella, per dirne uno), ma senza che il prodotto finale abbia una formula davvero efficace. E spesso ciò che funziona bene in Corea — in un clima umido, per pelli tendenzialmente più resistenti, e altre abitudini di vita — non è detto che vada bene per chi vive qui da noi.

Inoltre, non tutti i prodotti coreani sono sottoposti agli stessi controlli che troviamo in Europa, dove il Regolamento cosmetico (CE) n. 1223/2009 impone limiti precisi su ingredienti, concentrazioni, test di sicurezza.

Breve nota nerd sulla regolamentazione dei cosmetici in Italia e Corea del Sud

I cosmetici prodotti in Corea del Sud sono regolati da un sistema nazionale molto serio, gestito dal Ministero della Sicurezza Alimentare e dei Farmaci. Ma il punto è questo: le normative coreane e quelle europee non coincidono.

Nell’Unione Europea vige il Regolamento (CE) n. 1223/2009, considerato uno dei più rigorosi al mondo. Ogni prodotto cosmetico venduto legalmente nell’UE — compresi quelli importati dalla Corea — deve rispettarlo: serve un responsabile europeo, una valutazione della sicurezza da parte di un esperto, e il rispetto di una lista lunghissima di ingredienti vietati o regolamentati.

Attenzione però: non tutti i prodotti che trovi online, anche se coreani, sono automaticamente conformi alle regole europee. Alcuni shop (soprattutto marketplace non ufficiali) vendono articoli che non sono stati registrati né controllati secondo gli standard dell’UE.

Quindi no, il marchio “Made in Korea” non basta a garantire qualità o sicurezza. Per proteggere la tua pelle (e il tuo portafoglio), scegli sempre canali affidabili, rivenditori ufficiali e prodotti con etichettatura in italiano o in una lingua europea: è uno dei segnali più chiari che il prodotto è stato importato correttamente.

Morale: un buon prodotto è buono perché è ben formulato, non perché è coreano. Il Paese d’origine può incuriosire, ma la qualità si giudica leggendo l’INCI, conoscendo il proprio tipo di pelle e affidandosi a marchi trasparenti — non necessariamente famosi.

3. Tutti i prodotti di skincare coreana sono delicati!

La K-beauty viene spesso associata a immagini di pelle soffice, luminosità e ingredienti naturali come riso, tè verde, bava di lumaca. E da qui nasce il mito: i prodotti coreani sono tutti delicati.

skincare-coreana-10-step

In realtà, molti prodotti coreani contengono attivi potenti, come acidi esfolianti (AHA, BHA), retinoidi, niacinamide ad alte percentuali o ingredienti botanici altamente concentrati. Questi componenti, se usati in modo scorretto o senza una guida esperta, possono sensibilizzare la pelle o causare reazioni.

Inoltre, il concetto di delicatezza è altamente soggettivo: ciò che è tollerato da una pelle grassa e resistente può irritare una pelle secca o reattiva. La presenza di profumi, alcol, coloranti o estratti vegetali non sempre è ben tollerato da tutti.

E poi c’è un punto importante: molti prodotti, per “funzionare”, devono avere una certa potenza. E la potenza, se non gestita con attenzione, non è mai sinonimo di delicatezza.

Il caso dei tonici alla centella asiatica

Prendiamo un esempio concreto: il Madagascar Centella Hyalu-Cica Brightening Toner di SKIN1004. Ha un’altissima percentuale di centella asiatica (72%), acido ialuronico, estratti vegetali ricchi di antiossidanti… e si presenta come lenitivo, idratante, uniformante. Alcuni rivenditori di brand coreani lo descrivono persino come «ideale per la pelle secca».

tonico skincare coreana

Eppure nella formula (INCI) troviamo anche:

  • AHA, acidi esfolianti ad azione rinnovatrice
  • LHA, un derivato del salicilico, più delicato ma pur sempre attivo
  • niacinamide, illuminante e riequilibrante, ma non sempre ben tollerato

Tutti ingredienti ottimi, certo. Ma non neutrali.

IMPORTANTE: Il fatto che un prodotto venga descritto come “ideale per la pelle secca” non significa automaticamente che lo sia per tutte le pelli secche — né che sia privo di potenziali agenti irritanti.

Se la tua pelle è reattiva, sensibilizzata, o già esposta ad altri attivi esfolianti, un prodotto del genere può creare più problemi che benefici. Anche se è a base di centella. Anche se ha un bel packaging. Anche se ha cinque stelle su Amazon.

Morale: Non basta leggere “cica” o “soothing” sull’etichetta per classificare un prodotto come “delicato”. Serve imparare a leggere tutto l’INCI, capire il contesto, e — soprattutto — conoscere la propria pelle. Perché anche un ottimo prodotto, nel momento sbagliato o sulla pelle sbagliata, può diventare un disastro annunciato.

Nel mio prossimo articolo ti guiderò passo passo a leggere e capire davvero un INCI, per aiutarti a riconoscere gli ingredienti che servono davvero alla tua pelle — e quelli che è meglio evitare.

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